Prima dell'ambulanza

Colpito da ischemia, anziano soccorso per strada da Facciolla: “Così l’operatrice 118 mi ha guidato per salvarlo”

Il consigliere regionale si è trovato a passare in auto sulla sp 148 e ha soccorso un uomo colpito da malore grazie all'aiuto via telefono di una infermiera professionale. L'anziano è stato poi trasportato in codice rosso al San Timoteo

Ha visto un’auto ferma sul ciglio della strada, si è fermato per dare aiuto. Ha capito che il conducente era grave e ha chiamato il 118. L’operatrice al telefono l’ha guidato nel soccorso, spingendolo a effettuare un massaggio cardiaco che potrebbe aver salvato la vita all’anziano, arrivato poi in codice rosso all’ospedale San Timoteo di Termoli.

È quanto accaduto stamane al consigliere regionale e segretario del Pd Molise, Vittorino Facciolla che ha poi raccontato l’accaduto via Facebook, mentre si sa che per il momento la vittima è ricoverata in ospedale a causa di una ischemia che l’ha colpito mentre in auto percorreva la provinciale 148 fra Ururi e Termoli.

È proprio il consigliere regionale Pd a raccontare l’accaduto che spiega – più di ogni altro esempio – quale sia la condizione della sanità molisana al giorno d’oggi.

“Questa mattina ho vissuto l’esperienza più inquietante della mia vita – sono le parole di Facciolla -. Mi stavo recando in tribunale a Larino, quando giunto nei pressi del cavalcavia che conduce alla nuova tangenziale, vedo ferma sul ciglio della carreggiata una macchina con la portiera del lato passeggero aperta. Intuisco sia accaduto qualcosa e torno indietro. Riconosco il conducente ed il passeggero, quest’ultimo affetto da disabilità”.

Da subito Facciolla ha intuito che era accaduto qualcosa di grave. “Il conducente ha gli occhi riversi verso l’alto, la maglia zuppa di vomito e non respira. Lo chiamo più volte, ma non dà alcun segno di vita, non posso far altro che chiamare immediatamente il 118. Mi risponde un’operatrice che prima mi chiede di precisare il luogo del soccorso da effettuarsi per poi, nonostante il mio stato di incredibile agitazione, mi invita a descrivergli le condizioni cliniche del paziente, e così faccio. La dottoressa intuisce che non si può aspettare l’arrivo dell’autombulanza e, così, decide di operare un primo soccorso, utilizzando le mie mani. Mi ha innanzitutto convinto a farlo; il mio stato di agitazione, invero, non mi consentiva alcuna lucidità. Arriva, nel mentre e fortunatamente, Gino Fusoni”.

A quel punto i due collaborano nei soccorsi. “La dottoressa mi dice di spostare il paziente dall’auto e di posarlo a terra su un piano rigido, e così io e Gino, provvediamo a fare. Poi mi dice: ‘sollevagli la maglia e fagli un passaggio cardiaco‘; ‘dottoressa io non ho mai fatto una massaggio cardiaco, non so come si faccia, ho paura a farlo’; e lei: ‘mi ascolti, stia tranquillo, sollevi la maglia al paziente, porga le sue mani tra i due capezzoli e inizi a massaggiare per almeno 15 volte di seguito’, lo faccio. Il paziente inizia a respirare, ed io: ‘dottoressa ora respira’; e lei: ‘bene, non ha terminato il suo compito, ora porga il suo palmo di mano sinistra sotto la guancia destra del paziente e lo posizioni sul suo fianco facendo ruotare il bacino‘, lo faccio. Il paziente respira con affanno ma respira, qualche minuto ed arriva l’ambulanza e stabilizza immediatamente il paziente”.

A quel punto la macchina dei soccorsi è avviata, per fortuna, grazie all’arrivo dell’equipaggio Croce di padre Pio di Santa Croce su un’ambulanza proveniente da Larino con la dottoressa Capo Bianco e l’infermiera Serrecchia. “La dottoressa e l’infermiera mi ringraziano, a loro dico che c’è una sola persona da ringraziare ed io lo farò personalmente, già nel pomeriggio, terminata l’udienza. La persona da ringraziare è l’operatrice del 118 che con grandissima pazienza, perizia e con un’incredibile iniezione di fiducia, ha utilizzato le mie imperite mani per salvare un uomo. Grazie! Pochi minuti fa ho saputo che l’operatrice del 118 è un’infermiera professionale che si chiama Maria Marchese”.

Ora la speranza è che la storia abbia un lieto fine con la buona salute del paziente, mentre quanto accaduto dovrebbe far riflettere su quanto sia importante una sanità rapida ed efficiente.

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