Le linee guida del commissario

Sanità, visite ed esami in base all’urgenza e liste d’attesa col timer. C’è il piano, ma per ora è solo teoria

"Classi di priorità" per prestazioni e ricoveri, agende di prenotazioni più trasparenti e connesse tra pubblico e privato: pubblicato il nuovo piano regionale approvato dalla struttura commissariale per abbattere i lunghi tempi di attesa. Entrerà in vigore dal 1 gennaio 2020: poi tutte le tutte le prestazioni dovranno essere erogate 120 giorni. Mettere in pratica tali linee guida, senza un adeguamento del personale ospedaliero e di un potenziamento delle attrezzature diagnostiche, sarà molto complicato.

La prima data utile per effettuare una mammografia all’ospedale di Termoli è gennaio 2020. In pratica bisogna aspettare 9 mesi. Stessa attesa se ci si rivolge al nosocomio di Isernia per un ecocolor doppler dei tronchi sovraortici oppure all’ospedale Cardarelli di Campobasso per una ecografia dell’addome o della mammella.

Occorre una polipectomia endoscopica dell’intestino crasso al San Timoteo? Bisogna mettersi in fila. Primo posto utile c’è il 18 gennaio. Discorso simile per effettuare un test cardiovascolare da sforzo sempre nel presidio sanitario della città adriatica.

Sono solo alcuni dei casi più eclatanti che emergono da una lettura del monitoraggio dei tempi di attesa pubblicato sul sito dell’Asrem al 1 aprile. Al netto del sovraffollamento dell’utenza nelle strutture più grandi, i dati confermano i tempi lumaca che contraddistinguono la sanità molisana.

Nei diversi presidi dell’Azienda sanitaria regionale i tempi per sottoporsi ad alcuni esami diagnostici o visite specialistiche restano molto lunghi. Con inevitabili disagi e rischi per la salute dei pazienti che, spesso, impossibilitati ad aspettare, finiscono di rivolgersi al privato.

Per garantire una sanità più efficiente il Ministero della Salute ha approvato il nuovo piano nazionale delle liste di attesa che è stato recepito anche in Molise.  E ieri – 2 maggio – sul sito della Regione è stato pubblicato il provvedimento a firma del commissario ad acta Angelo Giustini.

Il piano regionale delle liste di attesa – valido per il triennio 2019-2021 – recepisce le linee guida nazionali approvate in Conferenza Stato- Regioni applicandole alla realtà molisana.

Prima importante innovazione: dal prossimo primo gennaio tutte le prestazioni dovranno essere erogate 120 giorni. Le urgenze non potranno superare i tre giorni di attesa, sono previsti 30 giorni per le visite e 60 per gli esami diagnostici.

Una riduzione dei tempi che diventa concreta anche nel nuovo piano targato Giustini che entrerà in vigore dal 1 gennaio 2020.

Nel piano il commissario definisce le prestazioni ambulatoriali e le suddivide tra visite specialistiche (in cui ad esempio rientrano la visita cardiologica, neurologica, chirurgia vascolare, oncologica, pneumologica) e gli esami (le cosiddette ‘prestazioni strumentali’ in cui rientrano mammografie, Tac e risonanze magnetiche ad esempio).

Visite ed esami sono suddivise per “classi di priorità”: ‘urgente’ (da eseguire entro 72 ore), ‘breve’ (entro 10 giorni), ‘differibile’ (entro 30 giorni per le visite o 60 giorni per gli accertamenti diagnostici), ‘programmata’ (entro 120 giorni).

Sono distinti per ‘classi di priorità’ anche i ricoveri: si va dal ricovero entro 30 giorni per i casi clinici che potenzialmente possono aggravarsi rapidamente (“classe A”) ai casi clinici più ‘lievi’ (che non causano dolore o disabilità) e che devono essere effettuati almeno entro 12 mesi (“classe D”).

All’interno di queste due categorie, ne vengono definite due intermedie: il ricovero entro 60 giorni per i casi clinici che presentano intenso dolore o gravi disfunzioni o di gravi disabilità (“classe B”) o il ricovero entro 180 giorni per i casi clinici che non manifestano tendenza ad aggravarsi (“classe C”).

Oltre ad organizzare il sistema, i tempi di attesa saranno più brevi anche grazie all’introduzione della cosiddetta “presa in carico del paziente cronico”. Sostanzialmente, il medico o la struttura sanitaria prenotano direttamente la visita o l’esame di cui l’utente ha bisogno senza che quest’ultimo sia rimandato al medico di base per quella che comunemente si chiama ‘ricetta’.

Il nuovo piano regionale ‘rivoluziona’ anche il sistema delle agende di prenotazione: saranno tutte visibili, indipendentemente dal fatto che si tratti di una struttura pubblica, di un privato o di un’attività libero professionale intramoenia. Il che sarà sinonimo di maggiore trasparenza.

Un principio valido sia per la prima visita (o esame, a seconda dei casi) sia per i controlli successivi.

“Le agende di prenotazione – sancisce il piano approvato dalla struttura commissariale – prevedranno classi di priorità così da poter rispondere maniera appropriata alle richieste dell’utenza in tutte le prescrizioni” nelle quali sarà “obbligatorio indicare il ‘quesito diagnostico’, ossia il problema di salute che motiva la richiesta da parte del medico di effettuare prestazioni”.

 

L’obiettivo, si legge nel documento, è favorire “uno scambio di informazioni tra le varie strutture sanitarie operanti sul territorio sia nel settore pubblico che nel privato”. Solo in questo modo sarà possibile avere un quadro completo dell’ “intera offerta a disposizione dell’utenza sul sistema di prenotazione regionale, sia quella pubblica territoriale e ospedaliera, sia quella delle strutture private e accreditate”.

Più responsabilità all’Asrem: oltre a monitorare pure i privati, l’azienda di via Petrella dovrà verificare il grado di efficienza delle proprie strutture e pianificare “azioni mirate nel caso in cui risorse, apparecchiature o personale medico o tecnico specializzato siano sottoutilizzate”. In tal caso, “dovrà ottimizzare i turni del personale e l’utilizzo dei macchinari, oltre ad incrementare le attività degli ambulatori territoriali compresi quelli che si trovano all’interno delle case della salute, gli ospedali di comunità, anche attraverso l’estensione degli orari di apertura degli ambulatori”.

Nei mesi che precedono l’entrata in vigore del nuovo piano regionale per le liste di attesa, dovrà entrare in funzione anche il nuovo Cup (Centro Unificato prenotazione) unico regionale “per realizzare – scrive Giustini – un sistema regionale omogeneo di gestione delle aziende e delle prenotazioni sanitarie che coinvolga anche le strutture private accreditate”. L’Asrem aveva rielaborato la gara di appalto per recepire le ultime indicazioni normative.

Invece, per agevolare i cittadini delle aree interne e consentire l’accesso al sistema di prenotazione, sarà possibile usufruire delle farmacie di comunità.

Il piano poi pone un freno all’attività intramoenia del medico: anche tale tipologia di prestazioni dovranno essere visibili all’interno del sistema Cup. Inoltre, è previsto il blocco dell’attività libero professionale nel caso in cui “si supera il rapporto tra le attività in libera professione e istituzionale sulle prestazioni erogate”.

Infine, nel piano viene recepito anche uno dei suggerimenti di Cittadinanzattiva sulla istituzione degli Ambiti territoriali per erogare le prestazioni sanitarie superando i distretti.

Ora l’Asrem dovrà redigere il piano aziendale per tradurre in concreto le linee fissate dal commissario. Ci sono solo sette mesi di tempo per organizzarsi. E probabilmente sarà molto complicato mettere in pratica tali principi.

Il piano, nell’attesa di una riorganizzazione necessaria del sistema locale, per ora resta pura teoria. La riduzione delle liste d’attesa secondo questi criteri infatti, senza un adeguamento del personale ospedaliero e di un potenziamento delle attrezzature diagnostiche che sono obsolete e fatiscenti, risulta inapplicabile.

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