Campobasso e termoli

Notti violente in ospedale, vigilanti armati solo per il Cardarelli. Il Pronto Soccorso di Termoli deve attendere

La Asrem avvia il servizio di guardia notturna armata nel nosocomio di Campobasso: 6 mesi, 10 ore a turno, tutti i giorni. Costo: 36mila euro. L'ospedale di Termoli, dove pure si sono verificate aggressioni e atti di violenza contro i medici, lasciato scoperto. Con grande delusione del personale.

La vigilanza armata notturna in ospedale, a tutela di medici e infermieri che subiscono aggressioni e atti di violenza sia fisica che verbale, è finalmente arrivata. Ma solo per l’ospedale Cardarelli di Campobasso dove, precisa a Primonumero.it la direzione, “ci sono spazi aperti, bivacchi, stazionano persone che è impossibile cacciare. E dunque qua una protezione è urgente”. 

Ancora scoperto, in attesa di decisioni che non sono state prese, appeso a atti futuri sui quali non ci sono certezze, il San Timoteo di Termoli, dove nel Pronto Soccorso si sono registrati negli ultimi mesi diversi episodi che hanno messo a repentaglio la sicurezza dei professionisti. 

La delibera del Direttore generale che affida il servizio all’Istituto di vigilanza armata Aquila srl presso il presidio Cardarelli è la numero 512 del 3 maggio scorso. Gennaro Sosto autorizza un servizio di “guardia armata itinerante nel nosocomio campobassano 7 giorni su 7 dalle 20 alle 6 del mattino successivo per 10 ore al giorno per 6 mesi”.

Il servizio, che costa complessivamente 36mila e 600 euro, “è una attività sperimentale – aggiunge il direttore amministrativo Antonio Forciniti – e da implementare in futuro anche in altri ospedali e comunque certamente nel Pronto Soccorso di Termoli”.

A giustificare la decisione la diversa struttura dei due nosocomi. “Il Cardarelli è aperto, e prevede una serie di criticità che l’ospedale di Termoli invece, per fortuna non ha – aggiunge il direttore amministrativo – Qui infatti alle 8 di sera l’ospedale si chiude. Resta accessibile il Pronto Soccorso, dove episodi di violenza sono avvenuti a causa di pazzi e maleducati. E stiamo valutando un servizio di vigilanza almeno per l’estate destinato alla sicurezza del Pronto Soccorso”.

Per il momento il San Timoteo è fuori dal progetto, il cui obiettivo è quello nello specifico di mettere in sicurezza gli operatori sanitari e i pazienti proprio con un servizio di vigilanti privati visto anche che “in alcune aree dell’ospedale di Campobasso ci sarebbero bivacchi”. La vigilanza è stata assegnata alla ditta Aquila 4 ditte che hanno prodotto offerte in quanto quella dell’aquila era quella più vantaggiosa. Da un punto di vista economico.

La scelta, se va incontro alle necessità del presidio ospedaliero del capoluogo, delude moltissimo invece il personale in servizio a Termoli e in modo particolare nel Pronto Soccorso. Qui, negli ultimi periodi sono stati registrati diversi episodi sfociati in aggressioni fisiche con danni a medici e infermieri, costretti a fare i conti con le insofferenza, l’inciviltà, la violenza di alcuni cittadini che non rispettano le regole sulle priorità di ingresso in ambulatorio né il sistema di gestione dei casi clinici.

La vigilanza armata, che prima esisteva ma poi è stata sostituita da un più economico sistema di uscieri, era stata chiesta dai medici del pronto soccorso e da Giancarlo Totaro, rappresentante sindacale della Fimmg e presidente regionale di settore del 118. Lo stesso ora mette in evidenza l’amarezza per il mancato servizio a Termoli.

“Per quanto si voglia sperare fiduciosi che presto la vigilanza arriverà anche nell’ ospedale di Termoli – dichiara – non resta per ora che constatare che il San Timoteo è il fanalino di coda nonostante stia per sopraggiungere l’estate e la triplicazione della popolazione. Il San Timoteo avrebbe richiesto una maggiore urgenza e priorità per affrontare il problema della sicurezza degli operatori sanitari del pronto soccorso e di tutto l’ospedale”. Tra movida, teste calde, la delinquenza di importazione tipica dei mesi estivi, la scelta ha lasciato senza parole Il personale che lavora a Termoli, che si sente discriminato dalla decisione presa dai vertici Asrem.