Legge di stabilità

Calenda: “Tagli alle Comunità Montane per dare maggiori fondi ai Centri Antiviolenza”

Filomena Calenda rende noto di aver presentato un emendamento per tagliare i costi della politica, in specie quelli per le Comunità Montane, e di reindirizzarli verso i Centri antiviolenza del territorio regionale.

“È giunto il momento di dare attuazione a scelte garanti di quella politica indirizzata al bene dei molisani” è quanto dichiarato dal presidente della IV Commissione consiliare della Regione Molise, Filomena Calenda,  durante i lavori sul bilancio regionale. “Insieme con le consigliere Paola Matteo, prima firmataria, Aida Romagnuolo e Micaela Fanelli – spiega il presidente – abbiamo presentato un sub-emendamento sostitutivo dell’emendamento n. 89 alla legge di stabilità regionale anno 2019, che non solo va ad incidere sui tagli ai costi della politica, ma che nella sua applicazione è indirizzata al mondo del sociale”. Dito puntato sulle Comunità Montane, “che dovevano chiudere i battenti già da una decennio, ma che continuano a riempire gli interstizi della morfologia politica molisana. Oggi sono ancora in essere i carrozzoni utili”. La proposta delle consigliere è di  limare le erogazioni economiche verso quelli che si considerano enti inutili. “Ho inteso, infatti, attraverso questo sub-emendamento, decurtare dal bilancio delle Comunità Montane 90 mila euro per il triennio 2019-2021 e affidare il budget ai Centri antiviolenza del Molise”.

Da ottobre 2016 ad aprile 2019, le donne accolte nei vari Ats della Regione sono all’incirca 103, spiega la Calenda. “Con una dotazione economica maggiore, il numero dell’accoglienza potrebbe crescere, come di sicuro sarà molto più efficace il supporto che si offre alle donne e in particolare a quelle con minori. Le criticità che si sono evidenziate, nello studio che ho svolto per comprendere appieno il fenomeno e le possibili soluzioni, è che la mancanza di fondi congrui all’attività crea disagi anche nell’articolazione oraria delle operatrici dei Centri che allo stato attuale è ridotto in rapporto alle richieste e agli interventi. Sempre a causa dell’esiguità dei contributi anche il numero delle operatrici non è sufficiente a garantire la qualità dei servizi previsti dalle case rifugio. Credo fermamente nell’utilità delle case rifugio e – conclude il presidente di IV  Commissione – il mio impegno, come già dimostrato nelle varie circostanze di vita – è sempre stato quello di posizionarmi dalla parte degli ultimi e di quanti hanno reali esigenze di bisogno. Vorrei ringraziare le consigliere regionali che hanno firmato, insieme a me, questo importante documento che mira a garantire un servizio essenziale alle donne in difficoltà, nonché tutti coloro che voteranno favorevolmente alla modifica della legge di stabilità”.

commenta