Teatro fulvio di guglionesi

Poesia, leggiadria e risate. La gente di Cerami conquista il pubblico con l’incanto del quotidiano fotogallery

Il quarto appuntamento della Stagione teatrale di Guglionesi ha portato sul palco gli straordinari Massimo Wertmuller e Anna Ferruzzo che si sono calati nei panni de ‘La gente di Cerami’

L’incanto del quotidiano. È stata una serata che ha fuso poesia e leggerezza quella di ieri (6 aprile) al Teatro Fulvio di Guglionesi, dove è andato in scena ‘La gente di Cerami’. A regalare al pubblico due ore di purissimo divertimento ci hanno pensato due straordinari attori: Massimo Wertmuller e Anna Ferruzzo.

Un ensamble di storie di vita quotidiana, tratte dai racconti di quel poeta moderno che è Vincenzo Cerami, con protagonisti uomini e donne comuni, colti nella banalità della loro esistenza e mettendo a nudo la loro intimità fatta di emozioni autentiche. Una sorta di cronaca di amanti, talvolta mal assortiti, nelle cui debolezze e ingenuità ognuno di noi può rispecchiarsi. Sono attimi di vita quelli che, magistralmente e con ritmo serrato, mettono in scena i due attori, guidati dalla sapiente regia di Norma Martelli (che ieri era tra il pubblico e che è la moglie del compositore Nicola Piovani), che ha saputo rendere con intelligente ironia la poetica malinconica e a tratti spietata di Cerami.

Non sono mancati momenti esilaranti che hanno trascinato il pubblico – mai così numeroso come ieri dall’inizio della Stagione– in vorticose risate, grazie alle caratterizzazioni di Wertmuller  con le sue mimiche facciali irresistibili e le cangianti inflessioni dialettali. E poi i giochi di parole, i canti, i balletti abbozzati. Da rilevare anche la grazia e la raffinatezza della spumeggiante Ferruzzo, che con i suoi giri di danza leggiadri e le sue movenze scandite a colpi di musica ha trasportato il pubblico in un’Italia che non esiste più ma che è vivida nei ricordi e nell’immaginario di tutti.

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A suggellare uno spettacolo che si fonda sulle magistrali interpretazioni della coppia, le musiche del maestro Nicola Piovani, eseguite dal vivo dai bravissimi Alessio Mancini (al flauto e alla chitarra) e Sergio Colicchio (alla tastiera e alla fisarmonica). La poesia delle melodie ha sottolineato, con una perfetta sintonia, la poetica del quotidiano cui hanno dato voce i due interpreti. Istantanee di vita e di relazioni che, pur nei loro tratti crudeli come nel caso di un tradimento o di un diniego dell’uomo  e della donna amata, non mancano di avere una loro, struggente, bellezza.

La carrellata della gente comune va in scena rapida. Non c’è molto in scena se non una pedana, un tavolino ed una sedia, eppure pare di essere lì, in quel bar, in quella piazza, in quella stanza d’albergo dove si muovono come mosche i piccoli amanti. Ai due attori basta poco per caratterizzare i vari personaggi: una collana, un papillon, un cappello con lustrini o un paio di scarpe con cui si dà vita a una galleria umana in cui, tra le pieghe della gaiezza, affiorano sottili inquietudini, fragilità e mestizie.

Le parole di Cerami racchiudono tutto il senso dello spettacolo: «Svagato ma complice davanti al tumultuoso mare di teste umane che mi colma di un’emozione deliziosa e nuova… mi abbandono alla contemplazione dello spettacolo esterno della follia». Proprio la stessa emozione deliziosa e nuova che ha invaso ieri i presenti in platea nella contemplazione dello spettacolo.

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A chiudere la serata un caloroso dopo-teatro in compagnia dello chef Bobo, che ha servito il suo piatto di cavatelli alle verdure campestri  abbinato ai vini della cantina Valbiferno di Guglionesi, e in cui la regista, gli attori e i musicisti si sono intrattenuti col pubblico. Un’altra serata da ricordare di questa Stagione di prosa diretta dal vulcanico Stefano Sabelli che ha rammentato a tutti i presenti i prossimi appuntamenti con la magia del teatro.

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