Accoglienza

Per Salvini “sbarchi e partenze in calo”, ma c’è la nuova gara per reperire centri di accoglienza per migranti

Dovranno avere al massimo 50 posti le strutture della provincia di Campobasso destinate all'accoglienza degli stranieri: a prevederlo la gara di appalto della Prefettura sulla base di un decreto del Viminale dello scorso novembre. Bocche cucite nel Palazzo del Governo sulla possibile apertura di nuovi centri che la crisi libica potrebbe rendere necessari.

I centri di accoglienza chiudono (due Cas Eden a Campobasso, ad esempio, come riferito pochi giorni fa). Il villaggio di San Giuliano di Puglia che doveva essere destinato a 250 migranti non aprirà più e intanto nel governo si litiga sull’ultima circolare del ministro Matteo Salvini sul contrasto all’immigrazione clandestina per bloccare l’ingresso nei porti alle navi umanitarie. Una direttiva che ha fatto arrabbiare sia il ministro della Difesa Elisabetta Trenta che il vice premier Luigi Di Maio a cui nei giorni scorsi, tra le varie liti interne al governo, il capo del Viminale ha risposto sostenendo che “il numero degli sbarchi è diminuito”, oltre a ribadire uno dei suoi cavalli di battaglia: “I porti restano chiusi. Al primo posto la sicurezza degli italiani. Serve fermezza: in Italia non si sbarca”.

Al di là di questo, ci sono gli atti. E soprattutto c’è il nuovo bando della Prefettura di Campobasso che recepisce una direttiva del Ministero dell’Interno per la sottoscrizione di un Accordo quadro (la firma è prevista il prossimo 1 luglio, ndr) per reperire centri collettivi di accoglienza con al massimo 50 posti in provincia di Campobasso. Il tutto sulla base del decreto del Ministro dell’Interno pubblicato lo scorso 20 novembre.

Le offerte potranno essere presentate da tutti gli operatori economici (sia i nuovi che quelli che esistenti) entro il prossimo 10 maggio alle ore 13 per ‘candidare’ strutture sul territorio che ospiteranno cittadini stranieri che richiedono la protezione internazionale. In pratica saranno centri più piccoli di quelli che in passato hanno ospitato i migranti. Del resto, oggi a fronte di un minor numero di stranieri, anche le strutture più grandi non ne ospitano più di una cinquantina.

Ma c’è qualcosa che non torna: perché cercare nuove strutture di accoglienza se quelle esistenti ormai chiudono perché gli stranieri presenti sul territorio italiano sono diminuiti? O sono previsti nuovi arrivi? In Prefettura c’è il massimo riserbo. Dalle uniche informazioni trapelate sembra che il governo abbia chiesto alle Prefetture di effettuare una stima “in caso di effettive esigenze” e per assicurare comunque le attuali presenze. E poi “c’è anche la problematica della Libia. Per ora abbiamo seguito le direttive che il Ministero ha disposto”. Del resto la guerra in Libia potrebbe favorire una nuova ondata migratoria verso l’Italia, il Paese più vicino all’Africa.