Campobasso e santa croce di m.

Il 1 maggio del Pd regionale con la rappresentazione teatrale di ‘Digiunando davanti al mare’

Onorare il primo maggio con il teatro omaggiando al contempo una grande figura, l’attivista Danilo Dolci. Lo spettacolo si chiama ‘Digiunando davanti al mare’ ed è questa la proposta originale che il Pd regionale ha scelto per il primo maggio, la festa del lavoro e della dignità di donne e uomini.

Saranno due le rappresentazioni: la prima alle ore 11 presso l’Incubatore delle imprese sociali in via Monsignor Bologna, 15 a Campobasso, promossa dal PD regionale per chiamare a raccolta, deliziare ed intrattenere l’Alto Molise sui temi del lavoro e del riscatto sociale; la seconda a Santa Croce di Magliano, alle 18:30, presso la saletta del Museo SACROAM di via Bicchierino, con lo stesso obiettivo.

Digiunando davanti al mare nasce da un racconto su Danilo Dolci. È un progetto di Giuseppe Semeraro, la drammaturgia è di Francesco Nicolini, la regia di Fabrizio Saccomanno e la produzione di ‘Principio attivo teatro’. Interprete Giuseppe Semeraro.

Si tratta di una sorta di mini tour curato dal dipartimento Cultura e Comunicazione della segreteria regionale PD: “la prima manifestazione pubblica, aperta a tutti i cittadini, convinti come siamo che la cosa possa rappresentare un importante momento di crescita personale e collettiva”, spiegano dal Partito.

La figura di Danilo Dolci, poeta, intellettuale, pedagogo, sociologo, educatore, architetto ed instancabile attivista della ‘non violenza’ sfugge a qualsiasi tentativo di classificazione.
Dopo un breve viaggio in Sicilia a metà degli anni Trenta, quando era ancora adolescente, decide di tornarvi in età matura per di mettersi al fianco degli ultimi, dei diseredati, per dare loro forza coscienza e dignità, convinto com’era che, più miserie messe insieme, potessero costituire una vera forza!

Agli inizi degli anni Cinquanta si trasferisce nella Sicilia occidentale (in provincia di Palermo) dove promuove lotte nonviolente contro il potere mafioso, il sopruso ed il sottosviluppo a favore del lavoro e dei diritti di intere classi sociali (pescatori, contadini, braccianti) che, all’epoca, non avevano neppure per la sopravvivenza. Il 14 ottobre del 1952, infatti, a Trappeto (PA), Danilo Dolci dà inizio alla prima grande protesta nonviolenta: il digiuno sul letto di Benedetto Barretta, un bambino morto per denutrizione. Dopo aver attirato l’attenzione della stampa, lo sciopero viene interrotto quando le autorità si impegnano pubblicamente ad eseguire alcuni interventi urgenti, come la costruzione di un impianto fognario e la sistemazione di strade. Siffatto impegno sociale gli varrà il soprannome di “Gandhi italiano”, rivolto in quegli anni anche al grandissimo filosofo nonviolento Aldo Capitini. Sempre in quegli anni con i pescatori, i contadini, i braccianti ed i disoccupati realizza una radio clandestina, un asilo, una diga, l’Università Popolare ed un numero sconsiderato di progetti culturali. Il suo attivismo gli valse due candidature a premio Nobel per la pace ed il riconoscimento a livello internazionale del suo operare.

“Dalle vicende umane di questo ‘gigante dimenticato’, gli amici salentini di ‘Principio Attivo Teatro’ hanno creato un capolavoro teatrale che tenta non solo di raccontare i momenti più importanti della vita di quest’uomo, ma di evocarli col corpo nudo del teatro, nel tentativo di rimettere al centro del dibattito alcuni grandi fondamentali ed importantissimi temi che, propri del 1 maggio, oggi sembrano sempre più essere smarriti e svaniti nel sentire e nell’immaginario collettivo”.

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