Disastro macello

Un ‘salvagente’ per 240 operai ex Gam: tavolo permanente per la proroga della cassa integrazione

Vertice di oltre due ore a palazzo Vitale per stabilire la proroga degli ammortizzatori sociali a favore degli ex lavoratori che rischiano di restare senza stipendio dopo l'annuncio di Amadori di voler rinunciare ad investire sul macello. La prossima settimana nuovo incontro tra i lavoratori

Circa 240 operai ex Gam che rischiano di rimanere senza reddito. Se Amadori dovesse confermare (il che appare molto probabile) il mancato investimento sul macello, la proroga della cassa integrazione sarà l’ultima spiaggia. E’ l’obiettivo minimo fissato oggi – 6 aprile – al termine della riunione convocata dal presidente Donato Toma.

Le soluzioni per uscire fuori da questa situazione catastrofica, che rischia di creare un danno enorme dal punto di vista occupazionale, sono state affrontate nel confronto di questa mattina. Al tavolo, oltre al governatore (che ha provato a riaprire la trattativa con i vertici del colosso dell’agroalimentare), erano presenti l’assessore al Lavoro Luigi Mazzuto, l’amministratore unico di Gam Giulio Berchicchi, l’avvocato Nunzio Luciano (consigliere giuridico del presidente Toma), i direttori dei Dipartimenti della Regione Molise Mogavero, Iocca e Tocci, le organizzazioni sindacali.

I fondi per la cassa integrazione dovrebbero essere previsti nell’ultimo decreto del governo. Ieri (5 aprile) il ministro del Lavoro Di Maio ha firmato il decreto che sblocca le risorse per circa 60.000 lavoratori delle 18 aree di crisi complessa in undici regioni e assegna risorse pari a 117 milioni di euro per la riattivazione degli ammortizzatori sociali.

Quanti soldi spettano al Molise ancora non è chiaro. Per questo i sindacati chiedono di “non abbandonare 250 lavoratori e dunque le loro famiglie senza reddito”, “evitare un disastro sociale e occupazione nell’area matesina” e per tutta la provincia di Campobasso.

La prossima sarà una settimana importante: ci sarà un confronto tra i lavoratori e dovrebbe essere fissato un nuovo incontro al Ministero, soprattutto per capire se Amadori confermerà il dietrofront sul macello, come emerso al summit del 1 aprile a causa delle criticità rilevate sul bando per il secondo lotto, soprattutto per l’utilizzo dell’acqua e del depuratore. Finora – anche nell’intervista a Primonumero – il gruppo imprenditoriale romagnolo ha ribadito solo l’impegno economico sull’incubatoio, dove lavora una trentina di persone e altre 30 potrebbero essere assunte.

A distanza di più due anni dalla firma degli accordi – la posizione di Amadori – non è stato fatto alcun passo avanti per consentirci di avviare l’attività di riqualificazione dello stabilimento di trasformazione alimentare, a causa della permanenza di interferenze e carenze infrastrutturali fra il Lotto 1, acquisito dal nostro Gruppo, e il Lotto 2, parte confinante all’interno del complesso”. 

Per i sindacati è il momento di fare fronte comune. “Se riusciamo a fare sistema sugli obiettivi strategici, potremmo avere una possibilità”, sintetizza Mauro Latessa (Cgil). “Purtroppo il sistema Molise non funziona, la dice lunga sul fatto che non riusciamo a far approdare in Molise un’azienda come Amadori e potrebbe scoraggiare pure altri investitori”.

commenta