Le amministrative di campobasso

Centrodestra in tilt, Tramontano prova a convincere i dissidenti: “Lavoriamo su un programma condiviso”

Il professore designato da Lega, Forza Italia e Fratelli d'Italia prova a spegnere il dissenso interno e apre ai movimenti: "Linee programmatiche chiare e concrete, condivise con le forze politiche locali e con le forze civiche".

E’ da circa dieci giorni che si parla di lui e ieri – 8 aprile – la scelta di Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia è stata ufficializzata: Alberto Tramontano, designato da Matteo Salvini su indicazione del coordinatore leghista Luigi Mazzuto, sarà il candidato sindaco del centrodestra alle Amministrative di Campobasso del 26 maggio. La designazione è stata vista come una imposizione da una parte dei partiti e delle civiche, pronti a ribellarsi e a correre da soli.

Forse intuendo l’aria di burrasca il professore ha deciso di rompere il silenzio. “La mia candidatura a sindaco della città di Campobasso nasce dalla esclusiva volontà di servire i cittadini”, esplicita ringraziando in una nota stampa i partiti – la Lega-Salvini Premier, Forza Italia e Fratelli d’Italia – per “la fiducia riposta nella mia persona”.

Poi usa toni concilianti e distensivi per cercare di ricompattare una coalizione in frantumi: “Lavorerò con determinazione e umiltà per ampliare il campo del centrodestra”. Si comincia dunque dal programma, una delle priorità per Vincenzo Niro, il leader dei Popolari che non ha mai nascosto le critiche per il metodo usato da Roma per designare il candidato sindaco del centrodestra.

“Partirò dalla predisposizione di linee programmatiche chiare e concrete, condivise con le forze politiche locali e con le forze civiche che vorranno aderire ad un comune programma di governo. Campobasso – insiste Tramontano – ha urgenza di idee e azioni innovative e di donne e uomini capaci, onesti e laboriosi. La mia campagna elettorale si fonderà sul dialogo, l’ascolto e la disponibilità nei confronti dei cittadini, delle associazioni, degli operatori economici e delle categorie professionali. Si può e si deve cambiare, insieme, con la politica del buonsenso!”.

Chissà se con queste parole il prof riuscirà a convincere i detrattori.

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