Campobasso

Arriva il manifesto elettorale di “Io amo Campobasso”, occhi puntati su tradizioni e cultura

“Io amo Campobasso” sintetizza il proprio manifesto elettorale. E lo fa citando otto punti principali che rientrano nella loro proposta politica di “rilancio della città”.

Quindi il “Festival dei Misteri”. “Partiamo dal suo potenziamento e rilancio – sin legge nella nota –  fiore all’occhiello del nostro tessuto identitario”.

A seguire puntano i riflettori sul distretto militare Palazzo della Cultura: “un altro progetto ambizioso e fattibile è quello di far confluire nei locali del distretto militare, attraverso un accordo tra Ministero della difesa, Mibact, Comune di Campobasso e Regione Molise, il museo sannitico, il museo dei misteri, la biblioteca Albino e la Bibliomediateca. In questo modo si avrebbe nel centro della città un grande polo della Cultura, con all’interno il Piazzale dei Bersaglieri che diventerebbe una grande arena per eventi di ogni genere e con un unico biglietto avere accesso a tutti gli spazi”.

Quindi  “Campobasso città delle residenze artistiche e delle arti”.

Poi “Monte Vairano”. “E’ il polmone della nostra città ma rappresenta anche una grande risorsa storico/turistica e occupazionale e deve tornare al centro della vita della nostra comunità. E’ uno dei luoghi più ricchi di biodiversità in Europa, ed è il luogo di uno dei più importanti ritrovamenti archeologici degli ultimi anni in Italia, ovvero un insediamento sannita. Il nostro progetto prevede il rilancio delle strutture ricettive esistenti, adesso in preda al degrado, la creazione di percorsi naturalistici e il ripristino degli esistenti, il potenziamento e l’ampliamento dell’area di scavo; il tutto attraverso un patto di collaborazione tra i comuni dell’area, l’Unimol, la Soprintendenza archeologica, creando un progetto di rilancio complessivo dal punto di vista turistico, naturalistico, archeologico con grande impatto occupazionale nella fascia di età under 35/40 e come diretta conseguenza un immediato sviluppo e potenziamento di nuove competenze”.

Infine il centro storico. E’ nemmeno al dieci per cento del suo potenziale, per questo è necessario recuperare gli spazi urbanistici della collina del Monforte, incluso il Castello, la Via Matris, la sezione superiore della città vecchia, le chiese scomparse, la città sotterranea i luoghi carichi di storia, tutto da rivalutare in termini di illuminazione, manifestazioni, assetto urbanistico, residenze artistiche aperte e trasformate in laboratori d’arte e servizi”.

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