Il carnevale nel capoluogo

Storie e canti popolari, Campobasso ‘riscopre’ l’orgoglio delle radici con la Mascherata

Pubblico entusiasta per le rappresentazioni che si sono svolte questa mattina - 3 marzo - in piazza Municipio. In scena 'Concetta di Mascione e Francesco lo sfaticato' e la 'Mesaiola-I dodici mesi'.

Sarà stata la bella giornata di sole. O forse perchè sembra di assistere a una nuova ‘primavera’ delle tradizioni campobassane. Ad ogni modo, una piazza Municipio così piena per l’ultima domenica di Carnevale non si era mai vista. Merito di chi ha organizzato l’evento di questa mattina (3 marzo): la Polifonica Monforte e l’associazione ‘Molise Radici’, assieme al Comune e alla scuola ‘Montini’.

I suoni del folklore, i canti popolari, i colori dei costumi della tradizione, l’allegria e i sorrisi dei bambini dell’istituto comprensivo coinvolti in un progetto che agli stessi protagonisti è piaciuto molto: questi gli ingredienti della giornata. “Abbiamo scoperto l’orgoglio di essere campobassani”, hanno detto gli alunni.”E’ stato bello riscoprire le nostre tradizioni che abbiamo un po’ perso”.

Sarà per questo che loro, i piccoli protagonisti, si sono impegnati ancora di più strappando risate e applausi. I bambini hanno rappresentato un pezzo fondamentale delle rappresentazioni carnevalesche cittadine: ‘Concetta di Mascione e Francesco lo sfaticato’, la ricca contadina promessa in sposa a Pasquale di Cerce, più benestante di Francesco. Ma il suo spasimante riesce a mettere la fede al dito alla ragazza incolpando il rivale di un furto che aveva commesso in realtà Francesco facendosi aiutare dagli zingari. Personaggi realmente esistiti, come Ciccill faccia di creta, alcuni dei quali vissuti a Sant’Antonio Abate, cuore della campobassanità.

Poi spazio alla Polifonica Monforte guidata da Rosa Socci. In scena i ‘La Mesaiola – Dodici mesi dell’anno’, il secondo ‘piatto’ forte della Mascherata campobassana: ogni cantore ha interpretato un mese dell’anno con le sue caratteristiche. Poi l’omaggio ad Adriano Parente, scomparso poco tempo fa e considerato il menestrello della canzone popolare campobassana. E’ stato eseguito il ‘Ziu zì’, brano che fino all’anno scorso era interpretato da Parente che lo aveva ricevuto ‘in eredità’ da Antonio Socci, padre di Rosa Socci. La musica del componimento è di Lino Tabasso su versi di Francesco Paolo de Santis.

Ciliegina sulla torta: la poesia in vernacolo campobassano interpretato da Pina Di Nardo, che ha incarnato anche la Quaresima. Applausi e risate, l’apprezzamento di campobassani. L’amore per le proprie origini è di nuovo scoppiato.