Centrosinistra

Primarie, benedizione per Sbrocca: sarà lui il candidato sindaco. Ma il “cappotto” di Facciolla conterà anche in altri Comuni

Segreteria “inclusiva”, promette il vincitore della sfida a 3 il giorno dopo il voto che lo premia. E non c’è motivo di dubitarne, anzi: il Pd ha bisogno di compattezza, ora più che mai. Ma è chiaro che i numeri da record ottenuti in BassoMolise aprono al diritto di “scelta” da parte del neo segretario Facciolla dei candidati al ruolo di sindaco nei centri dove a maggio si rinnovano i Consigli comunali. Dunque a Termoli strada spianata per l’uscente Sbrocca e Pd rafforzato. A San Martino e Campomarino probabili due donne vicine a Facciolla. ma non si esclude, nella “roccaforte” del consenso, una alleanza con l’ex rivale politico.

“Il partito è vivo, pronto a riprendere la propria corsa dopo la una fase congressuale utile a riavviare il rapporto di fidelizzazione con i territori e i cittadini”. Vittorino Facciolla, neo segretario del Pd premiato da un consenso trasversale e, in modo particolare, da una vero e proprio plebiscito in BassoMolise, generosamente “divide” il risultato con gli ex avversari, da subito inseriti nel progetto di “segreteria inclusiva” di cui parla con convinzione, sottolineando di aver aperto le porte sia a Michele Durante (“Ci siamo sentiti al telefono durante la notte dello spoglio”) sia a Stefano Buono (“il suo progetto giovane, innovativo, ci teniamo in contatto stretto”). Non potrebbe essere diversamente, visto che queste Primarie Dem hanno avuto l’obiettivo dichiarato e perseguito di ricompattare un partito a brandelli, affidando la scelta a elettori e simpatizzanti che hanno risposto ben più numerosi del previsto. “Un bellissimo risultato prima di tutto in termini di affluenza” commenta il segretario della Federazione BassoMolise Oscar Scurti che ha passato la domenica a distribuire schede di scorta e spiegare ai circoli la delibera nazionale che autorizzava alle fotocopie, “usate in molti Comuni perché le schede non bastavano”.

Nemmeno lui, il vincitore, se lo aspettava. E lo ammette: “Più di 14mila è un numero straordinario e impensabile, legittima la mia segreteria e legittima il Pd a pensare che c’è una proposta politica seria e una proposta di governo. Perché il mio – precisa Facciolla – sarà un partito di governo, dovrà fare proposte e rinsaldare il rapporto coi cittadini, evitando quell’alone di antagonismo che spesso occupa la sinistra”. Il messaggio è chiaro, e d’altronde l’ex vice di Paolo Frattura è un uomo “del fare”, naturalmente e per esperienza (amministrativa in primis) votato a governare. Uno di quelli che mai potrebbe accontentarsi del ruolo – pure nobile e garante della dinamica democratica – di oppositore.

La “segreteria inclusiva” è l’unica opzione che eviterà di spezzettare quel patrimonio di consensi che, un bel po’ a sorpresa, le Primarie del 3 marzo hanno regalato a un partito che in molti volevano e vedevano sul letto di morte. In questo contesto, con un vertice e un’assemblea nuovi di zecca, sarebbe strategicamente stupido e perfino suicida rinvigorire e favorire vecchi rancori, lotte intestine, sfiancanti ritorsioni interne che hanno mandato in pezzi il partito di Renzi.

Se Facciolla parla di squadra di governo e partito di governo, è evidente che mira a recuperare territori che hanno voltato le spalle al Pd, ma soprattutto a consolidare quelle zone in cui oggi il Pd è forza di maggioranza. Il primo obiettivo, alle porte di una primavera che si annuncia bollente per le elezioni amministrative dei centri più popolosi della provincia di Campobasso, è essenziale. Tanto più se la sfida è impegnativa: difendere le cittadine i cui sindaci sono legati direttamente o indirettamente al Pd dalle rivendicazioni sovraniste, per non dire dalle aspirazioni leghiste, da un tentativo di imposizione di un centrodestra che si rafforza nella destra e si indebolisce nel centro. Il neo segretario regionale ha davanti questa battaglia, per la quale a dire il vero ha iniziato a lavorare da un pezzo e qualche risultato lo ha già strappato.

Termoli, prima di tutto. Qui i votanti sono stati 1216, e le croci messe sulle due liste di Facciolla sono state 613. La metà, praticamente. Che è moltissimo, considerato che l’altra metà se la sono spartita Durante e Buono, e che dunque non c’è stato alcun “testa a testa” pur essendo Durante sostenuto dall’ “altra anima” del Pd locale, che fa riferimento a una ex parlamentare candidata con Zingaretti in Piazza Grande all’assemblea nazionale. Leggendo i numeri nudi e crudi, e abbinandoli al contesto attuale, una vittoria per Angelo Sbrocca e una sconfitta per Laura Venittelli. Il primo, sindaco uscente, ha ora la strada spianata per una ricandidatura netta, che faccia a meno dello strumento delle Primarie. Troppo presto per qualsiasi ufficializzazione, ma il sentiero sembra segnato. E la stringata, diplomatica, misurata nota di soddisfazione di Sbrocca ne è una conferma: “Con grande piacere accolgo la vittoria netta di Nicola Zingaretti per il nazionale e di Vittorino Facciolla per il regionale. Entrambe sono vittorie che non danno adito a recriminazioni e contestazioni. Auguro a tutti e due che possano svolgere un eccellente lavoro in un clima di rinnovata serenità per il Molise e per l’Italia”.

Vittorino Facciolla, va da sé, farà valere il “peso” dei voti ottenuti nella cittadina a fronte di richieste e divisioni sul nome del candidato sindaco che certamente ci saranno. Probabilmente non potrà fare lo stesso per Campobasso, dove pure si torna al voto il prossimo 26 maggio. Qui il dato premia Durante, 1139 preferenze contro le 353 di Facciolla. E qui il sindaco Antonio Battista, che ha “portato” Durante, potrebbe finire nello schiacciasassi delle primarie, con un segretario di partito che in modo lungimirante eviterà di prendere una posizione troppo marcata “lasciando fare” ai protagonisti della politica campobassana, purchè organici a un Pd che vuole rilanciarsi.

La strategia di Facciolla è un’altra, come dimostra il voto dei paesi. Certo, soprattutto quelli del BassoMolise, dove “abbiamo vinto nel 95% dei Comuni” (fa eccezione Larino). Ma non solo. Facciolla ha vinto nella maggior parte dei centri del medio Molise (territorio in cui ha preso complessivamente più voti del suo avversario) e in alcuni paesi importanti della provincia di Isernia, blindatissima da Danilo Leva, uomo di Roberto Ruta, principale sponsor di Michele Durante. “Agnone, Montaquila, Frosolone” cita lui, forte dei numeri che lo hanno premiato in questi centri. Una strategia, appunto, che si fonda sul pragmatismo politico: meglio concentrare lo sforzo su singoli paesi dove conta su agganci e contatti favorevoli piuttosto che disperdere le energie facendo battaglie contro i mulini a vento, campagne elettorali a casaccio, o  random. Un metodo di lavoro che sembra dargli ragione. E che, in alcuni casi, grazie a quella che pure gli avversari gli riconoscono come una “infaticabile macchina da guerra”, gli ha permesso di accedere a percentuali di consenso bulgare, aprendosi una autostrada verso la scelta dei candidati alla carica di sindaco.

I casi eclatanti sono due: Campomarino e San Martino in Pensilis. Due paesi dove lui “conta”, e parecchio, e dove si torna alle urne a maggio. Nel primo è andata così: su 412 votanti, Facciolla ha avuto 318 preferenze. Ma il numero che fa la differenza è un altro: le nemmeno 20 preferenze per Durante, sponsorizzato da Roberto Ruta  che a Campomarino non ha trovato terreno fertile nemmeno nella sua storica amica e referente Costanza Carriero, a sua volta candidata con Piazza Grande per l’Assemblea nazionale e moglie del segretario del circolo cittadino del Pd. Non è difficile, dopo questo test, immaginare chi detterà la scelta del futuro candidato sindaco, la persona che prenderà il posto di Gianfranco Cammilleri. Molti sono pronti a scommettere che sarà una donna, e che sarà una amministratrice uscente molto vicina a Facciolla. Anna Saracino, assessora, oppure Paola Cantelmi, presidente del Consiglio, sono nomi già in circolazione.

Per quanto riguarda infine San Martino in Pensilis, che ormai a buon diritto si può ritenere una roccaforte di Vittorio Facciolla come un tempo – nemmeno troppo lontano – lo era di Mario Totaro, padre di due figli che fanno entrambi politica (Francesco, ex assessore regionale, e Peppe, attuale consigliere comunale), pare proprio non esserci storia. Qui hanno votato 1410 cittadini, la metà di quanti è andata a votare alle Politiche il 4 marzo scorso. Un numero esorbitante, un inedito per elezioni come le Primarie, che gli avversari attribuiscono a un “pressing” estenuante, a un soverchiante lavoro di persuasione “testa a testa” ma che, al di là di tutto, segna – con 1376 voti per Facciolla – l’adesione senza defezioni di una comunità su un suo concittadino, già sindaco e già assessore regionale e vice presidente della giunta regionale.

Anche qui, e senza alcun dubbio, il successore di Massimo Caravatta sarà un uomo – o una donna – selezionato direttamente dal neo segretario, in una ottica di mettere insieme, nei vari territori in cui dispone di libertà di azione e manovra, una squadra di amministratori che è anche una squadra di governo. Un nome che molti ritengono plausibile è quello della presidente del Consiglio comunale Filomena Saracino. Ma c’è anche chi si spinge a pensare che il candidato alla fascia tricolore benedetto da Facciolla possa essere Peppe Totaro, ex nemico politico con cui si sarebbe ricostruita una alleanza. I numeri aprono a questa interpretazione. Vittorio Facciolla, sebbene sia una macchina da voti, così tante preferenze non le ha prese nemmeno quando, lo scorso anno, si è candidato alla Camera dei deputati col Pd. Si era fermato a 1200 voti a San Martino, contro i 1332 tributati al pentastellato Antonio Federico. In 12 mesi, certo, il vento è già più sfavorevole per i 5 Stelle alla prova di Governo. Ma forse, nel frattempo, è successo anche qualcos’altro e c‘è chi è pronto a scommettere che i facciolliani e i totariani si stiano riavvicinando. Comunque vada, senza la benedizione di Vittorino le liste non si faranno. Le Primarie, in un partito in cerca di nuove sicurezze come il Pd, valgono anche come referendum.

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