Campobasso

Burocrazia paralizza ex Ariston ed ex mattatoio: ora rischiano il crollo. Strade e parcheggi chiusi per i lavori

Il Comune di Campobasso è corso ai ripari programmando un intervento tampone per evitare pericoli alla pubblica incolumità. Nei giorni scorsi l'allarme dei residenti di via Cardarelli sull'ex Ariston per via della caduta di calcinacci da una facciata. Dunque, durante i lavori via Larino sarà chiusa per tre giorni. Si prevedono disagi alla viabilità del centro. Off limits anche il parcheggio di piazzale Palatucci.

Alla fine, saranno necessari lavori tampone per evitare che l’ex cinema Ariston e l’ex mattatoio di via Garibaldi crollino. Due edifici storici di Campobasso, entrambi in precarie condizioni a causa dell’incuria del tempo. Piogge e nevicate hanno fatto il resto. Lesioni, pezzi di intonaco caduti e coperture vicine al collasso: ecco la situazione. 

Il Comune è corso ai ripari dopo l’allarme lanciato dai cittadini e la caduta di calcinacci in via Larino, da una facciata laterale dello storico teatro del capoluogo. Se non si è fatto male nessuno, è stata pura casualità. Ma per evitare lo stesso epilogo del capannone di via Gazzani, crollato lo scorso 26 gennaio, il dirigente del Comune di Campobasso Matteo Iacovelli ha firmato un’ordinanza per chiudere per tre giorni via Larino durante i lavori di messa in sicurezza dell’ex cinema che sorge al centro del capoluogo.

Un blocco che, è prevedibile, provocherà disagi ai residenti e al traffico cittadino. Ma l’intervento è considerato “urgente”, come si legge nell’atto dirigenziale.

Come si è arrivati fino a questo punto? E’ il risultato di una paralisi burocratica che da anni interessa l’edificio che era di proprietà della famiglia De Benedittis e poi acquistato da una società immobiliare che avrebbe voluto abbattere l’ex Ariston e costruire un palazzo con appartamenti e locali commerciali. Da parte sua l’amministrazione aveva un’altra idea: realizzare uno spazio culturale, una ‘Casa delle culture’. Da qui ricorsi e guerre nei tribunali amministrativi durate anni che hanno bloccato il progetto. Ora si attende solo la sentenza del Consiglio di Stato che scriverà la parola ‘fine’ sulla vicenda.

Il pronunciamento dei giudici è atteso anche a palazzo San Giorgio che sta verificando alcuni dettagli tecnici sul progetto presentato dal privato.

“Fino a quando non si arriverà alla definizione del progetto della proprietà, dobbiamo mettere in sicurezza lo stabile per evitare crolli “, ha affermato a Primonumero il sindaco Antonio Battista.

Ma ci sono altri due edifici a rischio: l’ex Anas di Via Garibaldi e l’ex mattatoio comunale in piazzale Palatucci. Ben due relazioni del settore Lavori pubblici del Comune hanno confermato “chiari segni di lesione, distacco di intonaci, assenza di valida copertura”. Inoltre sulle facciate degli immobili sono stati riscontrati “rigonfiamenti degli intonaci, inconvenienti dovuti anche alle copiose piogge e nevicate, che ne hanno causato il loro stato di precarietà”.

L’ex mattatoio ospitava il canile comunale. Poi il braccio di ferro tra cittadinanza (che temeva rischi legati all’igiene e alla salute pubblica) e il Comune finito col trasferimento degli animali a Santo Stefano. Di Bartolomeo provò a mettere in vendita l’area tra via Tiberio e via Garibaldi alla ‘modica’ cifra di 900mila euro. L’asta andò deserta e l’immobile è andato ‘in coma’. L’attuale amministrazione Battista ha provato a rianimarlo inserendolo nel Piano periferie.

In attesa che i finanziamenti nazionali arrivino, i due edifici rischiano “ulteriori cedimenti strutturali” e per evitare pericoli alla pubblica incolumità saranno effettuati dei lavori di messa in sicurezza. Durante le operazioni, sarà impossibile parcheggiare in piazzale Palatucci e in via Garibaldi, nell’area più vicina al fabbricato a rischio.

“Lavori che consentiranno di evitare crolli e danni alle persone”, ha aggiunto il primo cittadino. “L’ex mattatoio era stato inserito nel Piano periferie in base al quale il Comune di Campobasso avrebbe dovuto ricevere 18 milioni di euro”. Soldi che il nuovo governo Lega-M5S ha sostanzialmente posticipato. Un’ulteriore perdita di tempo che non consentirà il recupero di un manufatto storico, realizzato in una zona nevralgica del centro città (nelle vicinanze ci sono la Questura, la Guardia di Finanza e la sede dell’Agenzia delle entrate).

SP

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