La polemica sul tpl

Trasporti da incubo, lite tra ex e nuovo assessore: “Era tutto pronto per il bando”. “Falso, avete lasciato delibere vuote”

Pierpaolo Nagni interviene sulla vicenda del trasporto pubblico locale, al centro di un nuovo sciopero degli autisti Atm e di una polemica fra sindacati e azienda, facendo una cronologia della vecchia gara bloccata e reputata irregolare anche da Tar e Consiglio di Stato e delle procedure per arrivare a un nuovo gestore unico. Ma il suo successore Vincenzo Niro: “Hanno pubblicato una delibera vuota, adesso attendiamo solo la firma del Ministero per l’intesa”

Da anni il Molise attende che cambi la gestione del trasporto pubblico locale, che oggi rappresenta una delle maggiori pecche in tema di servizi per i cittadini, sia per i molisani che per i visitatori. Autobus scassati, pericoli, viaggi da incubo, tragedie sfiorate, situazioni al limite dell’incredibile, come quel mezzo finito alle Iene perché ci piove dentro. Da anni si sente parlare del nuovo bando e oggi se lo chiede, con ironia, anche l’ex assessore ai Trasporti della Regione Molise, Pierpaolo Nagni, ricostruendo cronologicamente una vicenda che dura da un decennio sostenendo che tutte le procedure per il bando fossero pronte quando è terminata la legislatura Frattura. Insomma Nagni butta la croce addosso alla Giunta Toma e al suo successore, l’assessore Vincenzo Niro, il quale replica per le rime e assicura che entro poche settimane il bando sarà pubblicato.
Intanto chi attende è la gente che ogni giorno prende un autobus sperando di non vivere una odissea. Autobus vecchi di 30 anni, incidenti e guasti, segnalazioni a raffica verso giornali e forze dell’ordine, sperando non ci scappi la tragedia.
In mezzo la difficile situazione degli autisti che ieri 26 febbraio hanno scioperato per gli stipendi arretrati contro l’azienda Atm. In una nota le sigle sindacali aderenti parlano di “adesione all’82 per cento” e stigmatizzano poi “il comportamento della Sati per aver mostrato così poca solidarietà”. Un comportamento che per i sindacati nasconde la volontà di quella e delle altre aziende di trasporto pubblico di “osteggiare la riforma la riforma del Tpl“.

Una riforma di cui si sente parlare da un decennio abbondante. Sul punto interviene Pierpaolo Nagni, fino a un anno fa assessore ai Trasporti della Regione Molise. “Nel 2011 (governo Iorio) con due Delibere di Giunta regionale fu indetta una gara per l’affidamento del servizio Tpl del bacino unico regionale con una procedura ristretta per l’importo di 114 milioni 822mila e 796,02 euro oltre Iva” ricorda Nagni.

“Il bando di gara – prosegue l’esponente di centrosinistra – fu pubblicato e aggiudicato provvisoriamente alla ditta Atm. Nel dicembre 2013 (governo Frattura) avvenne l’annullamento dell’aggiudicazione provvisoria e dichiarazione di gara deserta per assenze di offerte conformi (una solo offerta per un bando di oltre 100 milioni, quasi una barzelletta). Ovviamente l’azienda fece ricorso contro tale determinazione, ma fu soccombente al Tar e al Consiglio di Stato“.
Secondo l’ex assessore “solo a seguito di sentenza del Consiglio di Stato, la Regione Molise (governo Frattura) poté ricominciare l’iter procedurale per poter dotare finalmente il trasporto pubblico locale di un unico soggetto gestore, il tutto in un contesto normativo modificato ed un “bisogno territoriale” da ridefinire.
Così nel novembre 2016 la Regione Molise pubblicò un avviso pubblico per una manifestazione di interesse finalizzato alla individuazione di operatori economici con i quali avviare una procedura negoziata per l’affidamento del servizio di trasporto pubblico extraurbano di competenze della Regione Molise alle stesse condizioni economiche del bando precedente per due ragioni, la prima di carattere tecnico in quanto cambiare l’importo ci avrebbe obbligato alla nuova pubblicazione europea con uno slittamento dei tempi di almeno un anno, la seconda per capire quante aziende, a quelle condizioni, avrebbero preparato un offerta, verificato che, nel primo bando l’esiguità delle risposte aveva primeggiato.
Ben 17 aziende (molte di caratura internazionale) risposero determinando in noi la convinzione che la strada intrapresa era quella giusta, quella corretta, quella che una regione vogliosa di crescere e di mettersi al passo con gli altri territori, doveva assolutamente percorrere.
Cosi, avviamo l’intesa con gli Enti Locali e all’unanimità approvammo un verbale che determinò l’atto dirigenziale 314 del febbraio del 2018 (sempre noi…) per l’approvazione della modifica del piano dei servizi minimi, propedeutico alla pubblicazione del bando di gara. Approvammo quindi la delibera 26 dell’8 febbraio 2018 per l’indicazione della gara pubblica. Per il seguito credo sappiate a chi chiedere” conclude Nagni, come a voler far capire che da allora le cose sono rimaste immobili.

Ma l’attuale delegato ai Trasporti, l’assessore Vincenzo Niro, è di tutt’altro avviso. “Quella delibera era vuota di contenuti. Hanno fatto una delibera per avviare il bando ma il disciplinare e i documenti per il bando non c’erano. Se l’hai fatta a febbraio perché non l’hai pubblicata, caro Nagni?” domanda Niro, per il quale quella delibera “era una cosa fittizia per pararsi il didietro. Noi con più prudenza abbiamo fatto una delibera per individuare i criteri, perché fare un bando di gara con i dati del 2002 è vergognoso“.

Quindi il componente della Giunta Toma spiega come si è mossa l’attuale Amministrazione regionale e quanto ci vorrà per vedere finalmente al via la gara pubblica.

“Abbiamo individuato i criteri ai quali chi farà il piano regionale del trasporti e la mobilità si deve attenere. Quindi abbiamo chiesto all’Unimol di poter predisporre il piano, ma dopo tre mesi di discussione l’università ci ha risposto a dicembre di non poterlo fare non avendo le competenze. Questo ha rallentato il nostro cronoprogramma“.

Perciò la Regione si è rivolta “al Ministero dei Trasporti, è la prima volta in Italia che il Ministero prepara il Piano. Quindi ci sarà una commissione perchè il Ministero ha le competenze ma non la conoscenza territoriale“. Si attende ora “la firma dell’intesa col Ministero che deve ottenere tutti i pareri necessari. Il documento è già stato inviato all’ufficio del Ministero”. Quando finalmente arriverà l’ok di Toninelli si per correranno due strade: “la redazione del piano che avverrà entro 16 mesi e nelle more della redazione si andrà a procedura di gara. Intendiamo rispettare la volontà del Consiglio regionale, forse non entro il 31 marzo ma nelle scadenze prefissate”.

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