Il manifesto d'opinione

Io Amo Campobasso, boom di adesioni. Ma la vera sfida sarà vincere le elezioni comunali. “Ci saremo”

In soli cinque giorni dall'annuncio del progetto oltre 500 persone hanno già firmato il manifesto. Il presidente del consiglio comunale, nonché candidato alla segreteria del Pd, Michele Durante, ha ringraziato i promotori per aver arricchito di contenuti la campagna elettorale. Ma per alcuni questa sua apertura ai civici è stata una mossa politicamente ambigua. Nei prossimi giorni ci sarà una grande assemblea pubblica, nascerà un direttorio per lavorare alla proposta programmatica e a quella più operativa. "Siamo usciti allo scoperto non certo per scrivere un manuale di amministrazione pubblica, è chiaro che saremo parte della battaglia” dice Mario Davinelli, una delle menti del gruppo.

Ha raccolto oltre cinquecento adesioni in pochi giorni il manifesto Io Amo Campobasso. A cinque giorni dalla sua “irruzione” sulla scena politica locale un primo risultato è stato già raggiunto: aver riempito di idee e proposte una campagna elettorale che sembrava un po’ fiacca in vista del voto di maggio. Del resto era proprio uno degli obiettivi dei promotori del manifesto.

L’altro, quello meno palese ma non per questo meno visibile a chi con la politica ha un po’ di confidenza, è di mettere assieme i contenuti di questo movimento di opinione, i suggerimenti delle “belle teste” che animano il dibattito, ma soprattutto le numerosissime adesioni giunte sulla pagina www.ioamocampobasso.it, per tirare fuori un candidato sindaco e una lista.

Il ragionamento, per quanto più celato, è già in corso. E se ne sta parlando da mesi. Lo sa bene il presidente del Consiglio comunale Michele Durante. Lui alle riunioni in cui sono state gettate le basi per la nascita del manifesto (già da ottobre 2017) ha sempre partecipato. Ed è stata anche una figura gradita almeno fino a quando non ha deciso di correre per la segreteria regionale del Pd.

Le primarie del 3 marzo sono vicine. Durante, come Stefano Buono e Vittorino Facciolla, è tra i sostenitori della mozione Zingaretti. A pochi giorni dalla chiusura della sua campagna elettorale, però, il presidente del Consiglio comunale ha voluto spezzare una lancia per i movimenti civici “che sono la massima espressione di democrazia” ammettendo pure che “chi amministra la cosa pubblica deve avere il coraggio di chiedere scusa per i propri errori”.

Michele Durante Campobasso

L’uscita pubblica di Durante è apparsa politicamente ambigua a più di qualcuno dei promotori del manifesto. Secondo alcuni lui, che non è tra i firmatari (mentre lo sono, trale i primi novanta, la sua compagna e uno dei suoi collaboratori in Municipio) avrebbe messo le mani avanti immaginando anche una eventuale sconfitta alle primarie del Pd. Del resto che Durante abbia qualche mira da aspirante sindaco della città è una ipotesi che neppure lui ha scartato. Ma potrebbe anche essere, più semplicemente, un’espressione di apprezzamento istituzionale nei confronti del civismo politico dal quale proviene (i suoi trascorsi con Costruire democrazia di Massimo Romano sono noti anche se alle scorse politiche è stato uomo di punta di LeU – il partito nato dalla scissione col Pd di Renzi – e oggi è tra i tesserato dem).

“I movimenti civici – scrive Durante – sono la massima espressione della democrazia, oltre che un grande stimolo per le amministrazioni locali, e chi decide di rappresentare le istanze dei cittadini scendendo in campo in prima persona va prima di tutto ringraziato: per questo motivo saluto i promotori e tutti i sottoscrittori del Manifesto IO AMO CAMPOBASSO con grande considerazione e rispetto. Quando un gruppo di cittadini decide di attivarsi, passando dai social alla piazza politica reale, e lo fa con un atto di grande responsabilità ed autocritica per non essersi fino ad ora impegnati in prima persona, rende un valore aggiunto alla discussione e di fatto pone le basi della dialettica sociale, culturale e politica”.

“Non dobbiamo sottrarci a questa discussione – continua Durante – abbiamo invece il dovere di stimolarla. Abbiamo il compito di gestire la cosa pubblica e quel compito ci è stato assegnato dai cittadini elettori: dobbiamo consapevolmente assumere la responsabilità anche degli errori commessi – conclude il presidente del Consiglio comunale di Campobasso – dei quali dobbiamo avere il coraggio di chiedere scusa”.

Mario Davinelli, che è uno dei principali organizzatori del laboratorio civico ha così commentato: “Siamo contenti di registrare attenzione da parte del presidente del Consiglio della città, anzi, sarebbe bello che anche altri amministratori uscissero allo scoperto per farci sapere cosa pensano dei temi che abbiamo proposto. Il gruppo, del resto, è nato proprio per suscitare un dibattito che era assente”.

Ora però c’è da fare una sintesi e organizzare la campagna elettorale un passo alla volta: “Nei prossimi giorni, forse già nel fine settimana – spiega Davinelli – ci sarà una riunione pubblica aperta non solo ai 90 firmatari del manifesto ma anche alle centinaia di persone che si sono aggiunte dopo il 14 febbraio”.

Sarà una specie di assemblea costituente dalla quale verrà anche fuori il gruppo dirigente che dovrà coordinare le attività in programma continuando a lavorare sia alla proposta programmatica che a quella più operativa. “Siamo usciti allo scoperto non certo per scrivere un manuale di amministrazione pubblica, è chiaro che saremo parte della battaglia”.

Già, ma con chi? Soli o alleati con qualcuno?

“Di alleanze è prematuro parlarne oggi, la domande è complicata. Il nostro è un manifesto di buonsenso che riteniamo sia apprezzabile da molti”.

L’orientamento, dati i temi trattati, fanno pendere di più la bilancia verso la sinistra e il centrosinistra da cui, non a caso, gran parte dei firmatari (almeno tra i 90 nomi pubblici sul sito) provengono. Questo non esclude che anche moderati e gente del centrodestra possa trovarsi d’accordo su molti dei 10 punti trattati. Del resto il raggio è vasto e le uniche condizioni poste fino a ora ai firmatari sono state due: essere antifascisti “ed essere ‘Ruta free’” come dice qualcuno.

Ecco perché, pur preservando la natura civica del progetto, a un certo punto il direttivo dovrà dire a chi vorrà eventualmente consegnare questo bagaglio di esperienze e conoscenze. Davinelli – che è una delle menti del movimento – sorride. Forse  nessun partito del centrosinistra, né il Movimento 5 Stelle e tanto meno il centrodestra – con la Lega come prima forza della coalizione –  metterà le mani sul ‘bottino’.

Forse – ma è solo una ipotesi – Io Amo Campobasso si trasformerà, come un bozzolo di crisalide, da movimento di opinione in una lista per fare una corsa solitaria verso Palazzo San Giorgio.

“La discussione c’è ed è appena iniziata, quando il programma sarà completo diventerà anche più facile dire cosa ne faremo”.

Nel frattempo il numero di sostenitori continua a crescere. Secondo altri organizzatori sarebbero “oltre mille ma stiamo vagliando le firme perché potrebbero esserci dei fake tra loro”. E anche se le critiche non mancano, come pure le accuse di essere una ristretta cerchia di radical chic (soprattutto su facebook dove il livello di discussione è notoriamente più basso), diventa sempre più evidente che questo manifesto politico sta rovinando i progetti e le ambizioni dei partiti.

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