Il dramma di genzano

Ha massacrato una bimba di 22 mesi, ma 3 anni fa aiutava i bisognosi in Caritas. Zeoli ha precedenti per stalking e molestie

Federico Zeoli, 25 anni, di Vinchiaturo è rinchiuso nel carcere di Velletri con l'accusa di tentato omicidio. Ha ridotto in fin di vita la figlioletta della sua compagna. Nel 2016 era stato denunciato dalla polizia per stalking e molestie a danno di una minore di Campobasso, quindi fu costretto a svolgere lavori di pubblica utilità presso la "Casa degli angeli". Oggi la compagna dice: "Mia suocera mi ha detto che è schizofrenico ma lui non vuole prendere le medicine. Non lo lascio"

A Vinchiaturo, suo paese di origine, lo conoscono un po’ tutti: Federico Zeoli, il 25enne arrestato con l’accusa di tentato omicidio per aver ridotto in fin di vita una bimba di 22 mesi, figlia della sua compagna, viveva nel piccolo comune alle porte di Campobasso fino a pochi mesi fa.

Lì c’è ancora la sua residenza e in Municipio le carte per l’imminente matrimonio con Nanni Valli, detta Sara, la 23enne di Genzano, madre della piccola che da due giorni lotta tra la vita e la morte nel reparto di Rianimazione del Bambino Gesù di Roma.

Foto varie

“La comunità vinchiaturese è sotto choc – afferma senza mezzi termini il sindaco Luigi Valente – tutti eravamo a conoscenza dei problemi della famiglia Zeoli, attenzionata dai servizi sociali per diverse problematiche di carattere economico e sociale. Anche i trascorsi di Federico sono noti in paese, i suoi guai con la giustizia, quegli atteggiamenti così poco civili. Ma nessuno, e dico davvero, poteva immaginare che sarebbe arrivato a tanto”.

Quello che da ieri è su tutti i giornali ha sconvolto l’Italia intera.

Zeoli era solo in casa con i tre figli della sua compagna (due gemelle di 22 mesi, una sorella di 5) mercoledì 13 febbraio. Lui e la futura sposa si erano conosciuti un annetto fa e convivevano – in maniera più o meno costante – da qualche mese in un palazzina degradata di via San Carlino, a Genzano.

Disoccupati entrambi e con storie difficili alle spalle, non erano ben visti dai vicini che hanno riferito agli investigatori di aver sentito urla e pianti troppo frequenti provenire da quella abitazione. Anche i servizi sociali sarebbero stati allertati per le condizioni in cui i bimbi arrivavano all’asilo.

A far perdere le staffe al 25enne molisano, fino a riempire di botte e morsi il corpicino di una delle due sorelline più piccole, sarebbe stato il pianto ininterrotto e inconsolabile di Emma, nome di fantasia, che in assenza della madre è stata brutalmente picchiata da Zeoli il quale ha dato l’allarme solo quando si è reso conto che la bimba non dava più segni di vita. Da lì la corsa disperata in ospedale, il trasferimento a Roma, l’arrivo della polizia, la confessione e l’arresto. Fino a ieri Emma è stata tenuta in sedazione profonda, da questa mattina il nuovo bollettino medico parla di “lievi miglioramenti”, ha iniziato a respirare da sola, è stata estubata ed è cosciente. Ma la prognosi ovviamente resta riservata. Oltre ai segni sul viso e sul corpo, addirittura bruciature – forse di sigaretta – sulla schiena precedenti all’aggressione di due giorni fa, a tenere alta l’attenzione dei sanitari che si stanno prendendo cura di lei, un importante ematoma sub-durale alla testa.

La Procura di Velletri, che ha allertato il Tribunale dei Minori, sta valutando anche la posizione della mamma a cui i figli pare non fossero neppure affidati ma che, di fatto, erano con lei e il nuovo compagno. I due minori – come ha raccontato lei stessa a Pomeriggio Cinque – si trovano in una casa famiglia “e non me li fanno neppure vedere” ha detto la ragazza in lacrime a Barbara D’Urso.

 

Intanto trapelano nuovi particolari sulla vita di Federico Zeoli: il 25enne – che si trova dietro le sbarre della casa circondariale di Velletri –  ha precedenti per furto, ma anche per stalking e molestie.

Nel 2016 ha avuto guai con la giustizia per i continui atti persecutori nei confronti di una minorenne a Campobasso. A trovare i messaggi osceni e continui che Zeoli le inviava, la madre della ragazza che lo ha denunciato alla Polizia. Condannato a 4 mesi, ha scontato la pena (lavori di pubblica utilità) nella Casa degli Angeli di Campobasso (la mensa per poveri della Caritas).

Vivacchiava con lavoretti saltuari tra Vinchiaturo e Baranello, quando in estate arrivavano le giostre dava una mano, in paese aveva amici e una vita sociale movimentata.

Qualche rissa e consumo di droga ma nulla che potesse dare un’avvisaglia tanto preoccupante di quello che sarebbe successo a Genzano. Una storia che si fa fatica persino a raccontare, un orrore che fa pensare subito al tragico destino di Giuseppe, il bambino di 7 anni ucciso dal patrigno a Cardito, in provincia di Napoli, lo scorso gennaio a colpi di scopa.

Di qualche ora fa le ultime dichiarazioni di Sara, mamma della piccola massacrata: “Sua madre  – ha raccontato ai giornalisti riferendosi alla mamma di Zeoli – mi ha spiegato che è malato, ha una specie di schizofrenia. Io lo amo, ma non so se riesco a perdonarlo. Lo so cosa penseranno tutti di me, che sono una madre disgraziata, ma lui è la mia vita. E’ giusto che sia in carcere, ma devono aiutarlo perché lui non vuole prendere le medicine. Io comunque non lo abbandono”.

Poi, nel tardo pomeriggio di oggi, 15 febbraio, su Canale 5 ha in parte smentito le ricostruzioni “inventate” dai giornali che l’avrebbero messa in cattiva luce. La ragazza, pur ammettendo di aver avuto “un passato un po’ così” ha detto di aver sempre lottato per la sua famiglia e che “Federico deve pagare per quello che ha fatto a mia figlia, se lo incontrassi ora gli sputerei in faccia”.

 

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