Il dramma di genzano

Bimba massacrata di botte, Zeoli sotto accusa dal pm: “Non è stato un raptus”

Convalidato l'arresto del 25enne di Vinchiaturo che resta rinchiuso nel carcere di Velletri. Al gip ha detto: "L’ho picchiata, ma una volta sola". Una versione che non convince chi indaga. Il sospetto è che in realtà la piccola di 22 mesi, sia stata picchiata altre volte in passato, così come - ed è la novità delle indagini - la gemellina e la sorellina più grande

Federico Zeoli, disoccupato, 25 anni e di Vinchiaturo: è l’uomo di Genzano. Quello che ha massacrato di botte uno dei tre figli della sua compagna, riducendola quasi in fin di vita.

Col trascorrere delle ore mentre dall’ospedale Bambino Gesù arrivano – per fortuna – buone notizie sui piccoli miglioramenti della bambina, dalla procura di Velletri cominciano ad arrivare chiari segnali di un quadro probatorio che pare delinearsi con maggiori certezze sia sull’indole violenta di Zeoli che sulla dinamica dei fatti.

Per il sostituto procuratore, infatti, il 25enne di Vinchiaturo, non è stato colto da alcun “raptus”. Né si sarebbe trattato di un “gesto occasionale”.

Le ferite sul corpo della piccola non sarebbero relative solamente a quell’ultimo pestaggio, ma ci sarebbero delle prove per una violenza che andava avanti da qualche tempo.

Foto varie

In sostanza il sospetto è che in realtà la piccola di 22 mesi sia stata picchiata altre volte in passato, così come – ed è la novità delle indagini – la gemellina e la  bimba più grande.

Insomma un altro tassello nelle indagini relative al pestaggio della piccola tuttora ricoverata in terapia intensiva al Bambino Gesù.

I capi d’imputazione che inchiodano Zeoli adesso sono due: tentato omicidio e maltrattamenti in famiglia. Perché per la Procura quello del 25enne è “un normale comportamento adottato già da tempo non solo sui bambini, ma anche sulla compagna stessa”.

La terribile vicenda è avvenuta nel tardo pomeriggio di mercoledì a Genzano, comune dei Castelli Romani.

Ma la denuncia della mamma è arrivata solamente alle 21.30 quando, dopo essersi presentata al Pronto Soccorso del vecchio ospedale di Genzano, ha spiegato: “Chiara sta male, ha perso conoscenza. Credo sia caduta dalle scale”. Una versione, questa, ritenuta fin da subito poco convincente dai medici.

“Le ecchimosi presenti sul corpo e lo stato comatoso della piccola non erano compatibili con una caduta”, ha spiegato una fonte di polizia, che ha aggiunto: “La mamma era in buona fede, ma non era in casa al momento dei fatti”.

Ed è proprio per questo che i poliziotti del commissariato di Genzano, coordinati dal procuratore di Velletri Francesco Prete, insieme alla donna, si sono recati nella casa della coppia e lì dopo un’iniziale resistenza il 25enne ha ammesso. “Sono stato io, mi dispiace”, ha confessato agli agenti, aggiungendo poco dopo: “Ho avuto un raptus violento, ma è stata la prima volta”.

Una versione che Zeoli ha ribadito anche durante l’interrogatorio di convalida ma che la sua compagna ha smentito. “Aveva già maltrattato mia figlia” avrebbe adesso detto la donna.

E in questa brutta storia dai contorni angoscianti, l’unica buona notizia riguarda proprio la bambina: non ci sono più stati bollettini medici ufficiali ma le sue condizioni vengono segnalate in lento ma rassicurante miglioramento.

Intanto il tribunale ha tolto le figlie alla giovane affidandole a una struttura protetta in attesa che le indagini chiariscano vari aspetti della vicenda, mentre sul profilo Facebook dell’indagato qualcuno ha postato nelle ultime ore un inquietante fotomontaggio: un cane vestito con una tutina da bambina.

CN

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