Violenza di capodanno

Stupra la sua migliore amica, interrogato il 20enne. Indagini continuano su abiti e tracce biologiche

L’avvocato Maria Assunta Baranello, che difende l'indagato, non parla di quanto accaduto in questa fase d’indagine. Agli atti resterebbero quindi i certificati dell’ospedale che parlano di abuso, il sequestro di elementi probanti e le dichiarazioni degli amici sentiti come persone informate dei fatti: “Hanno lasciato il locale insieme” . Sequestrati gli abiti lacerati della ragazza che ha denunciato la violenza

E’ stato interrogato martedì 15 gennaio, su richiesta del sostituto Francesco Santosuosso che sta coordinando le indagini, il ventenne indagato per il presunto stupro accaduto la notte di Capodanno nella zona industriale di Campobasso.

Cosa sia accaduto e cosa abbia detto l’uomo indiziato del reato consumato ai danni di una delle sue più care amiche, non si sa. O meglio: il legale che lo ha accompagnato in questa fase, l’avvocato Maria Assunta Baranello, ha preferito chiudere la chiamata e non parlare. 

Quindi, al momento, restano i fatti. Che sono quelli denunciati dalla vittima, ma non solo. E soprattutto restano gli elementi probanti a carico di questo giovane che piuttosto che accompagnare la sua amica dove si trovava il resto della comitiva per consumare la colazione di Capodanno, avrebbe invertito la rotta per appostarsi in un’area della zona industriale alle spalle della Seac e quindi  stuprarla. Questo è scritto nella denuncia.

Denuncia rafforzata successivamente dai certificati dell’ospedale Cardarelli che esplicitamente parlano di lividi riscontrati sulla donna, e dalle testimonianze degli amici che – ascoltati tutti come persone informate sui fatti – avrebbero raccontato agli agenti della squadra mobile, che stanno lavorando in modo attento e preciso sull’accaduto, di averli visti uscire assieme dal locale dove avevano ballato fino ad aspettare l’alba.

E poi il sequestro degli abiti di lei, strappati e ridotti a brandelli come per esempio le calze. Quelli di lui. La requisizione dell’auto dove sarebbe avvenuto lo stupro, definito fra l’altro brutale.

E poi ci sarebbe anche quel presunto pentimento di cui si sarebbe reso protagonista il presunto aguzzino poche ore dopo i fatti. Il giovane infatti pare abbia tentato addirittura il suicidio. Senso di colpa? La parola ovviamente resta agli investigatori che anche su questo aspetto stanno conducendo i dovuti e necessari accertamenti.

Ci si trova in una fase molto delicata delle indagini preliminari dove si hanno due diverse e opposte esigenze: da una parte quella di un ragazzo, giovane, amico d’infanzia della vittima, su cui gravano i sospetti di colpevolezza, dall’altra quella degli inquirenti che vogliono e hanno l’esigenza di capire quanto dei dati raccolti durante le indagini possono confermare la colpevolezza o eventualmente confutarla.

In ogni caso, l’interrogatorio di ieri è stato un adempimento particolarmente delicato delle indagini preliminari e ha rappresentato la prima occasione in cui l’incolpato forse ha confessato elementi a sua difesa fino a questo momento non toccati dalle indagini preliminari.

Nello stesso tempo, però, bisogna anche tener presente che l’interrogatorio, specialmente se la versione del giovane non ha convinto pienamente il magistrato, potrà fornire agli investigatori nuovi elementi di indagine oltre che la conferma di elementi a carico dell’indagato che sono stati raccolti fino a questo  momento.

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