Termoli

Ecotassa: Fca fa marcia indietro sugli investimenti, metalmeccanici annunciano battaglia

Un vecchio detto cita ‘Ogni promessa è debito’, una frase che sancisce l’impegno a portare a termine quanto stabilito, costi quel che costi. Promesse che, ad oggi, sembrano essere state infrante dalla Fiat Fca, almeno secondo quanto riportato da un recente comunicato a firma della Federazione Lavoratori Metalmeccanici Uniti Fca dello stabilimento di Termoli.

I dipendenti del gruppo italiano produttore di automobili lamentano una situazione non proprio rosea del sistema che “mette in secondo piano la tutela dei territori e dei diritti umani e sindacali dei lavoratori – si legge nella nota stampa – Che in questi anni continuano a subire in termine di tagli e di leggi filo governativi con il peggioramento delle condizioni, precarietà e insicurezza compresa”.

La protesta nasce in seguito al cambio al vertice dell’azienda: dopo la morte di Sergio Marchionne il ruolo è stato affidato all’inglese Mike Finley che, appena un mese e mezzo fa, aveva annunciato grossi investimenti proprio nello stabilimento di Rivolta del Re.

Un aumento della produzione con quattro nuovi motori, tra cui elettrico ed ibrido, ed un rilancio del diesel. Si tratta di un piano di investimento che avrebbe coinvolto l’Italia con un finanziamento di ben 5 miliardi di euro. Prospettive su cui le stesse sigle sindacali hanno mostrato interesse, soprattutto in vista di possibili nuove assunzioni in Molise ma che, secondo i lavoratori, non sono state mantenute.

Un vero affare, soprattutto per la nostra regione visto che la Fiat rappresenta la più grande azienda per fatturato e dipendenti. Ma il piano sembra essere sparito nel nulla e la Fca ha ritrattato quanto promesso: “Si legge in questi giorni che l’amministratore delegato attuale Fca fa marcia indietro sull’ultimo piano industriale presentato – continuano i metalmeccanici – Abitudine consolidata in questi anni dove la cosa più sicura rimane sempre la cassa integrazione a spese dei conti pubblici”.

Alla base della decisione del gruppo Fiat ci sarebbe l’introduzione dell’ecotassa per le auto con emissioni di Co2 superiori ai 160g/km, che ha portato Manley a rivedere i piani di investimento. Dichiarazioni che mettono a rischio l’intero comparto, soprattutto in un’ottica futuristica in cui si inizia a parlare di ibrido e di elettrico. E mentre i sindacati “si sciacquano la bocca”, per dirla con i termini usati nella nota dei metalmeccanici, la preoccupazione tra i lavoratori cresce sempre di più.

Con il mancato piano industriale non sarebbero a rischio solo gli interinali, ma anche i turnisti fissi che da anni hanno un contratto a tempo indeterminato: “La situazione attuale è a dir poco drammatica – fanno sapere i lavoratori – Con un reparto cambi completamente fermo e quello dei motori che ora rigioca alla cabala dell’ecotassa”.

Per questo la Federazione Lavoratori Metalmeccanici Uniti Fca dello stabilimento di Termoli invita i “lavoratori, ancora una volta, a slegarsi dai ricatti del sistema ma che prevalga sempre la coscienza e la dignità per vedere in chiaro le cose e reagire uniti”.

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