Campobasso

Demolizione o messa in sicurezza: si decide sul deposito crollato. Nuove regole su strade e parcheggi

Con le indagini agli sgoccioli, si profilano due ipotesi sul capannone di via Gazzani collassato sabato pomeriggio: domani la decisione. Intanto il sindaco Antonio Battista ha protocollato una lettera alla Sovrintendenza. Nel pomeriggio pianificata la nuova viabilità per evitare il traffico che oggi ha paralizzato la città.

L’ultimo sopralluogo alle 13.30. Poi, nelle prossime ore, si conoscerà il destino del deposito di proprietà della famiglia di Biase e collassato nel primo pomeriggio di sabato 26 gennaio. Oggi – due giorni dopo il crollo – nell’ultimo vertice tra la Procura e il Nucleo di polizia giudiziaria dei vigili del fuoco sono state delineate alcune possibili ipotesi: la demolizione o anche la messa in sicurezza del fabbricato. Gli inquirenti decideranno pure sul sequestro dell’immobile.

Attualmente, con le indagini ancora in corso per chiarire le cause del crollo, sono scarse le informazioni che filtrano dal palazzo di Giustizia di Campobasso che si trova proprio a poche centinaia di metri dal fabbricato circondato attualmente da una rete metallica, una ‘cortina’ invalicabile pure per i pedoni, oltre che per le auto. Tutti a distanza di sicurezza per il rischio di nuovi crolli che potrebbero far seguito all’implosione di tre giorni fa, quando una parte della copertura – logorata dall’usura del tempo e dagli agenti atmosferici – non ha retto più.

Poteva essere una strage: pezzi di calcinacci sono finiti in mezzo alla strada e solo per un caso fortuito gli automobilisti che transitavano in quel momento tra via Monsignor Bologna e via Gazzani si sono riusciti a fermare in tempo. Non si può dire lo stesso per le vetture parcheggiate nell’area di sosta del vecchio stadio Romagnoli e danneggiate dal crollo.

A questo si è aggiunto il timore di chi abita nei palazzi vicino che la copertura del capannone fosse in eternit, un materiale pericoloso per la salute dell’uomo perchè cancerogeno. La paura di inalare le polveri disperse nell’aria dopo il crollo ha allarmato più di qualcuno. Un rischio inesistente, secondo quanto emerso dai rilievi effettuati dall’Arpa Molise prontamente allertata dal governatore Donato Toma, anche lui sabato pomeriggio in via Gazzani.

Che il deposito fosse a rischio era stato già messo nero su bianco in una perizia tecnica allegata al ricorso che la famiglia Di Biase, tramite i propri legali Salvatore Di Pardo e Andrea Latessa, aveva presentato nel contenzioso con la Sovrintendenza. I proprietari volevano abbattere e ricostruire fedelmente l’immobile risalente agli anni Trenta, salvo trovare l’opposizione dell’ente che aveva posto il vincolo storico-architettonico. Perchè e che tipo di vincolo imponeva di non intervenire su una struttura che si vedeva che cadeva a pezzi? Chiarimenti sono stati chiesti alla Sovrintendenza anche dal sindaco Antonio Battista che questo pomeriggio, 28 gennaio, ha protocollato e spedito una lettera diretta agli uffici di salita san Bartolomeo. 

Sempre da palazzo San Giorgio nel pomeriggio di oggi – 28 gennaio – sono state stabilite le nuove regole sulla viabilità. A comunicarlo è l’assessore Francesco De Bernardo: “Dalle ore 7 del 29 gennaio sarà possibile parcheggiare nell’area dell’ex Romagnoli – Curva Sud – entrando da Via Trivisonno, da Via M.Bologna e viale Manzoni.
Per uscire dal parcheggio si utilizzerà via Albino in direzione via Scatolone.
Per chi entra a Campobasso da Porta Napoli al semaforo potrà girare a sinistra verso Piazza Falcone e Borsellino per poi proseguire su via Elena e svoltare su Via Scatolone.
Questi i primi interventi di modifica alla viabilità in attesa di conoscere i tempi per avere di nuovo a disposizione l’intera via Monsignor Bologna fino a via Gazzani”.

Intanto domani mattina potrebbe essere reso noto il responso sullo stabile: la demolizione dunque non è più l’unica ipotesi sul tavolo. Il capannone infatti potrebbe essere messo in sicurezza, un’operazione che probabilmente consentirebbe alla città di ritornare al più presto alla normalità.

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