Sprechi molisani

Comunità montane come un ‘pozzo senza fondo’: commissari prorogati, debiti e contenziosi

Gli enti sono 'quasi' morti, ma i molisani dovranno ancora pagare lo stipendio ai quattro commissari liquidatori nominati dal governo. Incarichi ovviamente politici e finiti nel mirino di M5S che ha presentato una mozione bocciata dal Consiglio regionale: "Avremmo potuto risparmiare 100mila euro per gli stipendi".

Il processo di soppressione è iniziato nel 2011. Otto anni dopo non è cambiato nulla, nel frattempo sono mutati ben tre governi regionali (Iorio, Frattura e Toma). La elefantiaca liquidazione delle Comunità montane è ancora in atto, ci sono contenziosi e debiti. Sprechi su sprechi, in pratica. Il loro patrimonio sono in vendita ma non hanno acquirenti. “Le comunità montane sono proprietarie possiedono beni – capannoni obsoleti, piscine, terreni – che non si riescono a vendere perché il mercato immobiliare è fermo“, ha spiegato il governatore Donato Toma durante il dibattito in Consiglio regionale sulla mozione presentata dal Movimento 5 Stelle.

Consiglio regionale Molise

Il commissariamento continuerà per tutto il 2019 e i molisani dovranno ancora pagare lo stipendio ai quattro commissari liquidatori nominati dal governatore Toma con una delibera approvata nell’ultimo giorno del 2018. La scelta è ricaduta su Carlo Antonio Perrella (Matese –Fortore Molisano), figlio dell’ex assessora Angela Fusco Perrella; Giovancarmine Mancini (Cigno Valle Biferno – Trigno Medio Biferno – Trigno Monte Mauro); Pompilio Sciulli, (Comunità Montane “del Volturno – Centro Pentria – Alto Molise – Sannio”) e Domenico Marinelli (“Molise Centrale”).

Incarichi ovviamente politici: i primi tre erano candidati nelle liste della coalizione che sosteneva Donato Toma, ma non sono stati eletti. In sintesi, tre ‘trombati’ per usare un termine molto in voga in politica. Mentre Marinelli “non era tra i candidati, ma è stato un grande sponsor del presidente Toma in campagna elettorale“, la denuncia che il consigliere regionale di M5S Andrea Greco quando in Aula, dopo aver tirato fuori i manifesti elettorali di Perrella, Mancini e Sciulli, ha illustrato la mozione presentata per chiedere l’annullamento del decreto di nomina.

E’ uno spreco pagare enti tecnicamente morti”, le parole del capogruppo pentastellato. Per M5S sarebbe stato più opportuno nominare un solo commissario da individuare all’interno dell’organico della Regione Molise per risparmiare sugli stipendi (ogni commissario percepisce mensilmente 2mila euro lordi) e completando entro il 31 dicembre 2019 la liquidazione delle Comunità montane. Quest’ultimo impegno il Movimento 5 Stelle è riuscito a strapparlo alla giunta regionale.

Nulla da fare invece sui commissari: restano lì al loro posto.

“L’assise aveva la possibilità di far risparmiare ai molisani circa 100.000 euro all’anno, invece non lo ha fatto“, hanno commentato i pentastellati dopo che la mozione è stata bocciata in Aula. “La liquidazione doveva avvenire a partire dal 2011 e terminare entro il 2013 invece non è accaduto nulla e le Comunità sono ancora lì”.

Un ‘pozzo senza fondo’, insomma, che continuerà ad assorbire risorse pubbliche. Per M5S Toma ha fatto una scelta “in piena continuità con chi lo ha preceduto, quindi con la giunta di centrosinistra”. Con Frattura i commissari erano tre: oltre all’onnipresente Domenico Marinelli c’erano pure Antonio Pardo D’Alete e Nicandro Cotugno. L’ex presidente del Pd aveva anche voluto un gruppo di lavoro a costo zero che supportasse l’attività di liquidazione di questi enti. Un piano finito probabilmente in qualche cassetto di palazzo Vitale.

gruppo M5S regionale

“La mozione – l’affondo finale dei pentastellati – è stata respinta grazie ai voti di Donato Toma, del presidente del Consiglio Salvatore Micone, e dei consiglieri Andrea Di Lucente, Michele Iorio, Paola Matteo, Gianluca Cefaratti, Nico Romagnuolo e Quintino Pallante. Al momento del voto erano invece assenti Aida Romagnuolo, Massimiliano Scarabeo, Antonio Tedeschi, Micaela Fanelli, Vittorino Facciolla, Armandino D’Egidio e Filomena Calenda. In tutto questo, tuttavia, il MoVimento 5 Stelle è riuscito ad ottenere l’obbligo di liquidare le Comunità montane entro fine 2019. Per ora c’è una certezza: anche questa volta giunta e maggioranza non hanno fatto l’interesse dei molisani”.

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