Termoli

Camionista morto nel tir, tempi lunghi per l’autopsia. Ma l’intossicazione non è l’unica ipotesi

L’esame autoptico potrebbe avvenire non prima della prossima settimana. Possibile che l’autotrasportatore polacco abbia avuto un malore

Non sono ancora chiare le cause del decesso dell’autotrasportatore polacco trovato senza vita nel suo mezzo parcheggiato alla zona industriale di Termoli lunedì mattina 7 gennaio. La prima ipotesi, quella dell’intossicazione da monossido di carbonio, non è l’unica sul tavolo degli inquirenti che dovranno far luce sulle ultime ore di vita del 50enne.

Il fornelletto da cucina che l’uomo aveva nelle vicinanze del giaciglio ricavato all’interno del mezzo pesante potrebbe infatti non essere stata la causa scatenante della perdita di gas che sarebbe costata la vita all’uomo. Altre cause potrebbero farsi strada nelle prossime ore, a cominciare da quella del malore improvviso nel sonno. Una morte naturale quindi non si può escludere.

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A chiarire cosa abbia portato alla morte del camionista potrà essere soltanto l’autopsia, disposta nel pomeriggio di ieri dal magistrato di turno, la pm Marianna Meo della Procura della Repubblica di Larino. Ma a quanto pare l’esame non sarà svolto prima di alcuni giorni, probabilmente all’inizio della prossima settimana.

I familiari dell’uomo sono stati rintracciati in Polonia e nonostante la tragica notizia hanno dovuto avviare le pratiche burocratiche per seguire la vicenda. Servirà infatti la nomina di un legale che possa seguire l’evolversi della situazione sul posto, visto che difficilmente la famiglia dell’autotrasportatore raggiungerà il Molise.

Viceversa i familiari attenderanno l’esito dell’autopsia e quindi il rimpatrio della salma per poi dare l’ultimo saluto al 50enne che era giunto a Termoli per trasportare pezzi di ricambio per un’azienda del Nucleo industriale della Valle del Biferno e che proprio lì, per qualche motivo ancora sconosciuto, ha trovato la morte.

Intanto la Federazione italiana trasporti (Fit) della Cisl, in una nota esprime sconcerto e indignazione per l’episodio. “Il decesso del camionista polacco è l’ennesima morte bianca, dovuta in questo caso alle condizioni inumane in cui sono costretti questi lavoratori”, dichiara Maurizio Diamante, Segretario nazionale della Fit-Cisl.

Quindi la riflessione: “Nel 2019 ancora tolleriamo – prosegue Diamante – che gli autisti di camion dormano e mangino nel loro mezzo all’interno delle piazzole di sosta. Si può immaginare facilmente che questi lavoratori non si riposino affatto e quindi si mettano al volante stanchi, con conseguenti rischi per loro stessi e per gli altri utenti della strada”.

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