Le tradizioni di campobasso

Il rito del fuoco, la benedizione dei cavalli, le costine a tavola: il fascino senza tempo di S.Antonio abate

Il quartiere più antico di Campobasso è in festa e si è ritrovato davanti all'enorme falò per omaggiare il santo patrono degli animali domestici

È tornato a ripetersi questa mattina – 17 gennaio – il rito del fuoco in occasione della festività di Sant’Antonio abate. Il quartiere più antico di Campobasso è in festa e si è ritrovato davanti all’enorme falò al quale hanno contribuito tutti i residenti della zona. Devozione e tradizione si intrecciano durante la popolare manifestazione.

Sant'Antonio Abate Campobasso

A mezzogiorno invece nella piazza antistante la chiesa tutte le persone con i loro animali si sono riversati per ricevere la benedizione da padre Ugo. Come previsto dal rito religioso, dopo un breve messaggio lanciato ai fedeli e incentrato sull’importanza di dare valore alle cose del cielo e non alle cose materiali perchè sono “cose transitorie e passeggere”, il parroco ha benedetto gli animali. Cagnolini, gatti ma anche i cavalli. Nessun maiale, invece, l’animale raffigurato a Sant’Antonio abate, il santo protettore degli animali domestici, soprattutto quelli legati alla tradizione contadina. 

Sant'Antonio Abate Campobasso

Davanti alla bellissima chiesa che si trova nel centro storico, il gruppo degli scout hanno allestito la cucina da campo per organizzare l’appetitoso menù per celebrare l’ingresso del carnevale. Alle 17  la processione, un’ora dopo la santa messa celebrata da Monsignor Giancarlo Bregantini. Infine, il momento del folklore con le maitunate di Nicola Mastropaolo.

Inoltre tanti campobassani hanno rispettato la tradizione anche a casa preparando e poi portando a tavola gli immancabili “cavatelli e costine”, o come si dice in dialetto cavatiell e carn e puorc.

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