Comune di termoli

Decidere il proprio fine vita ora si può: il testamento biologico mette tutti d’accordo

Anche il Comune di Termoli, dopo Pesche, Mafalda, Vastogirardi, Capracotta, Agnone, Roccamandolfi e Campobasso, ha detto sì al regolamento sul biotestamento. Tutti favorevoli in Consiglio comunale

Anche il Comune di Termoli si è dotato di un Registro dei Testamenti Biologici. Approvata oggi, 21 dicembre, in Consiglio Comunale la proposta – con primo firmatario il consigliere Michele Barile – che sancisce il diritto dei cittadino di esprimere le proprie volontà, in maniera anticipata, sul suo ‘fine vita’.

Ha votato sì la totalità dei consiglieri, compresa la minoranza che contava in quel momento tra le sue fila i soli Paradisi, Di Michele, Marinucci e Marone.

Nessuna discussione in aula per la proposta che ha incontrato il favore unanime dell’assise civica, che dunque ha approvato l’opportunità e il valore ‘etico’ di quella che in tanti considerano una norma di civiltà rispettosa della dignità della persona umana, riconoscendo il diritto all’autodeterminazione terapeutica.

Dopo Pesche, che è stato il Comune molisano pioniero in tal senso e finanche tra i primi in Italia, è stata la volta di Mafalda, Vastogirardi, Capracotta, Agnone, Roccamandolfi e il capoluogo Campobasso (che ha approvato la proposta nel luglio scorso). Da oggi anche il secondo Comune della regione per numero di abitanti ha deliberato in merito all’istituzione di un Registro dei Testamenti Biologici – Disposizioni anticipate di Trattamento (Dat), altrimenti chiamato biotestamento.

Il Regolamento del Comune di Termoli prevede pertanto la possibilità per i cittadini maggiorenni residenti – italiani, comunitari o stranieri – di iscriversi, mediante autocertificazione consegnata personalmente in Comune, nel Registro suddetto qualora si sia depositata, presso un notaio o un fiduciario, una Dichiarazione Anticipata di Trattamento, ovvero una dichiarazione spontanea in cui si siano messe nero su bianco le proprie volontà di essere sottoposto o meno a trattamenti medici in caso di sopraggiunte malattie o traumatismi cerebrali che determinino una perdita di coscienza o una situazione di incapacità della persona, e che siano dichiarate permanenti e irreversibili.

Le Dichiarazioni andranno rese davanti ad un notaio oppure consegnate ad un proprio fiduciario o ad un depositario e poi consegnate all’ufficio preposto. Nel Registro verranno annotate tutte le dichiarazioni sostitutive di atto di notorietà con cui il dichiarante attesta di aver depositato il proprio Testamento biologico, dichiarazione che comprende il nominativo e l’indirizzo del notaio o del fiduciario e della persona depositaria della Dat. Il registro per ovvie ragioni di privacy non sarà pubblico.

Dopo la Legge approvata in Parlamento nel dicembre scorso (la numero 219 del 22 dicembre 2017 “Norme in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento”), in vigore dal primo gennaio di quest’anno, si è dato il la ai regolamenti comunali volti a dare ai cittadini la possibilità di esprimere le proprie volontà in materia di trattamenti medici che essi intendono ricevere o rifiutare qualora non più in grado di comunicare direttamente ed in modo consapevole.

Una previsione normativa in linea con quanto l’articolo 32 della Costituzione Italiana con forza afferma, e che vale la pena ricordare: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge”.

Anche la Federazione dei Medici si è orientata nel senso di limitare i trattamenti definibili come ‘accanimento terapeutico’ stabilendo, nel nuovo codice deontologico, che “il medico deve astenersi dall’ostinazione in trattamenti diagnostici e terapeutici da cui non si possa attendere un beneficio per la salute del malato” e, inoltre, che il medico non debba intraprendere attività terapeutica senza aver prima acquisito il consenso esplicito e informato del paziente.

Una norma che ha sempre diviso l’opinione pubblica, come attestato dai casi balzati agli onori della cronaca di Piergiorgio Welby, Eluana Englaro o dj Fabo. In Molise si ricorda la protesta singolare di alcuni parroci dell’Alto Molise che, all’indomani dell’approvazione da parte della Camera dei Deputati, suonarono le campane a morto per esprimere il proprio forte dissenso.

Il Comune termolese su questo non si è diviso: i cittadini potranno esercitare il diritto di decidere della propria vita.