Promesse non mantenute

Tanti annunci, pochi fatti: la classifica delle 10 opere molisane incompiute nel 2018

Chiude l'anno ed ecco l'elenco dei lavori annunciati e mai realizzati nella nostra regione: dallo scandalo dell'Acquedotto Molisano centrale alla videosorveglianza in perenne ritardo, passando per la tangenziale di Campobasso e gli accessi al mare di Termoli

La politica, si sa, è fatta di annunci. Il più delle volte a quelle promesse non fanno seguito i fatti. Per salutare il 2018 Primonumero ha deciso di stilare una sorta di classifica delle dieci incompiute, opere annunciate e non realizzate, o meglio non ancora completate. Opere che servirebbero come il pane per migliorare la vita dei molisani e che i molisani aspettano da anni, in alcuni casi da decenni. Ma a far rabbia non è tanto l’opera incompiuta, quanto la presa in giro, quel “sarà a pronto a…” che poi si rivela una bufala. Ed eccola la classifica, secondo il giudizio della redazione di Primonumero, partendo dal decimo fino al caso più eclatante.

 

10° – LA BUROCRAZIA CHIUDE LA SPIAGGIA: ACCESSI AL MARE, C’E’ SEMPRE TEMPO

I varchi al mare nascosti

Era la primavera del 2016, quindi oltre due anni e mezzo fa, quando l’Amministrazione Sbrocca convocava la stampa annunciando l’apertura di undici nuovi varchi per il mare. I cosiddetti accessi alla spiaggia, per far sì che a fruirne possano essere tutti e non solo i clienti dei lidi. Ma a dispetto di quell’annuncio, con tanto di gradevole video di immagini e riprese satellitari dei futuri varchi, di quel lavoro non s’è vista traccia.

La ditta vincitrice dell’appalto ha comprato i materiali ed è costretta a tenerli in deposito, mentre la Regione aveva promesso un finanziamento che non s’è visto o almeno non nelle cifre preventivate. Dal Comune assicurano che la vicenda sarebbe sul punto di sbloccarsi. In tempo per una nuova promessa?

9° – MERCATO COPERTO, IL ‘TEMPIO’ DI ENRICO MANDOLESI TRASFORMATO NEL BRUTTO ANATROCCOLO

mercato coperto Campobasso

Per decenni è stato il mercato più grosso della città. Sui banconi era possibile acquistare frutta, verdura, pesce e tanto altro. La struttura di via Monforte, costruita tra gli anni Cinquanta e Sessanta, oltre al valore artistico e architettonico, è stata una sorta di centro commerciale ante litteram, frequentato quotidianamente da massaie e casalinghe che trovavano prodotti di prima qualità.

Il progressivo declino dai primi anni del Duemila, quando i campobassani hanno scoperto che era meglio fare la spesa al caldo dei vari centri commerciali aperti progressivamente nella zona industriale. E hanno preferito alla genuinità dell’ortofrutta venduta dai contadini molisani i prodotti industriali. E’ stato l’inizio della fine. Svuotato e sempre più degradato, l’edificio è stato candidato dall’amministrazione Battista nel Piano periferie finanziato dall’ex governo Pd. Soldi che poi l’attuale esecutivo gialloverde ha prima cancellato, poi (dopo le proteste) ripristinato. Ma probabilmente non arriveranno prima di qualche anno. Mentre il ‘gigante buono’ di via Monforte si è ridotto ad ospitare sporadicamente piccoli eventi. La Boqueria di Barcellona (il modello che ha ispirato il restyling mai avvenuto) è lontana anni luce.

8° – IL FANTASMA MASTERPLAN

Ex Roxy ancora ’ostaggio’ del degrado

Si scrive Masterplan, si legge riqualificazione dell’area dell’ex Roxy. Ma nella pratica si traduce come una delle operazioni immobiliari forse più ‘fuffe’ della Regione Molise. Il progetto venne pensato dall’ex governo Iorio a cui l’ex amministrazione comunale guidata da Gino Di Bartolomeo donò la centralissima zona del capoluogo. L’idea era quella di realizzare la sede unica della Regione Molise, una sorta di Centro direzionale ultramoderno, forse simile a quello di Napoli.

Una decina di anni dopo, con il consueto strascico di polemiche (Massimo Romano e l’opposizione a palazzo San Giorgio ne fecero un cavallo di battaglia) e ricorsi, il progetto sembra essere sparito in qualche cassetto nei palazzi che contano. Mentre l’ex Roxy, mezzo devastato nel 2014 da un incendio, è diventato un edificio ‘sgarrupato’, riparo per tossici e senzatetto di fronte alla piazza da poco dedicata ai giudici Falcone e Borsellino. Intanto il Comune ha intimato per due volte il governatore Toma a decidere cosa farne. Ma nel ‘balletto’ di parole e buone intenzioni, l’ex hotel resta il simbolo del decadimento della città.

7° – IL SEMAFORO CHE RESISTE ALLA STORIA. LA ROTONDA DI PIAZZA DEL PAPA NON S’HA DA FARE

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È una storia che fa quasi ridere se non facesse piangere. La rotatoria di piazza del Papa dovrebbe essere la sentenza che mette fine alle storia dei semafori a Termoli. Ma la realtà è un’altra al momento. Annunciata per l’inizio dell’anno come ‘compensazione’ per la lottizzazione Andreoli dalle parti dell’autostrada, insieme al completamento del Macte, la realizzazione della rotonda fra via Asia, via Madonna delle Grazie e via America resta sospesa a causa di quello stesso accordo e dei suoi dettagli.

Durante quest’anno il sindaco e i dirigenti hanno presentato altre rotonde, sulla stessa strada, garantendo che a breve sarebbe arrivato il momento anche per piazza del Papa. “In estate” era stata l’ultima assicurazione, svanita nel vento. Invece disservizi e incidenti si susseguono e quella rotonda chiesta a gran voce resta un miraggio.

6° – TERMINAL E AUTOBUS, IL CAPOLAVORO DEL ‘NON FINITO’

Terminal: incendio ai locali mai aperti al pubblico

Non solo il ‘non finito’ di Michelangelo. C’è pure il ‘non finito’ di Campobasso: il terminal degli autobus di via Vico, con annessi e connessi (ossia sovrappasso per i pedoni e il bando per il trasporto pubblico locale). In questi anni gli annunci sul completamento delle opere sono state puntualmente smentiti. Il sovrappasso che collega a via Mazzini doveva essere terminato proprio in questo periodo. L’edificio blu, ‘cuore’ del terminal, costruito agli inizi degli anni Novanta, doveva essere aperto e dotato di biglietteria, tavola calda e toilet decenti (l’unica presente attualmente è quella del bar). Chissà se l’amministrazione Battista, che governerà il capoluogo per altri 5 mesi, riuscirà nell’impresa di recuperare il tempo perduto e restituire alla città un’opera importante, che fra l’altro è il primo biglietto da visita per coloro che arrivano a Campobasso.

Per non farsi mancare nulla è fallito pure il progetto di un bando europeo per affidare il trasporto pubblico locale: la giunta comunale ha deciso di confermare il servizio alla Seac da gennaio fino al prossimo giugno. Per la serie, la ‘patata bollente’ passerà nelle mani della prossima Amministrazione. C’è plus facile.

5° – PISCINA DI COLLE DELL’ORSO, IL TRIONFO DELLO SPRECO ALL’ITALIANA

piscina colle dell'orso Campobasso

Quanti di voi ha potuto fare una bella nuotata nelle corsie della piscina di Colle dell’Orso? Nessuno. L’impianto sportivo non è stato mai completato pur essendo costato ai campobassani parecchio: c’è chi ricorda un finanziamento da 3 miliardi di lire stanziati negli anni Novanta, quando le fastose opere pubbliche andavano di moda e venivano spesi soldi come se piovessero dal cielo. Ce ne siamo accorti qualche anno più tardi quando il debito pubblico è cresciuto a dismisura.

La piscina di Colle dell’Orso, iniziata più o meno nello stesso periodo del Terminal degli autobus, doveva diventare un tempio dello sport, fucina per i giovani talenti del nuoto. E invece niente di niente.

Mai completato, mai aperto. E’ stato solo devastato dai vandali che hanno mandato in fumo una marea di soldi pubblici, oltre ad essere diventato il covo di ratti e animali randagi. Per ‘sfornare’ i Rosolino o la Pellegrini del Molise bisognerà aspettare e soprattutto sperare che qualcuno (l’amministrazione o un privato) decida finalmente cosa fare della struttura.

4° – IL MISTERO DEI LIQUAMI. DEPURATORE DEL SINARCA, LA STORIA INFINITA     

Lavori sinarca

Forse è pronto, forse no. Nel senso che una comunicazione precisa e puntuale su una delle opere più necessarie per Termoli non c’è mai stata. È il modulo del depuratore del Sinarca. A sentire il direttore dei lavori, l’ingegner Ferruccio Blardi, nell’ottobre scorso, l’impianto è stato messo in funzione e gradualmente porterà dei benefici perché smaltirà i reflui dei quartieri nord della città.

Benissimo, ma considerando l’emergenza che Termoli vive da tempo per i malfunzionamenti del depuratore del porto, quando e se questo modulo andrà a regime? Quanto ancora bisognerà attendere? E soprattutto, per quanto ancora dovremo sentirci ripetere “a gennaio” o “fra un mese”? La litania ormai ha fatto l’acido.

3° – TANGENZIALE NORD TRA COLORO CHE SON SOSPESI

Tangenziale nord Campobasso

Ci sono i soldi (30 milioni di euro). Ma non il progetto. Volta la carta e trovi l’ultimatum della Regione Molise al Comune di Campobasso: “Se non vi sbrigate, revochiamo il finanziamento”. Termine perentorio il 31 ottobre, poi slittato al 31 dicembre forse perché – si sa – a Natale siamo tutti più buoni. O forse perché, più argutamente, qualcuno potrebbe utilizzare il completamento della Tangenziale Nord come spot per le elezioni di maggio.

Intanto i cantieri, bloccati per anni (anche in questo caso) dai ricorsi delle ditte escluse dall’appalto, dovevano partire in autunno. Manco a dirlo, è tutto fermo. E sull’opera che Campobasso aspetta da trent’anni è sceso il silenzio. Per realizzare l’anello mancante della viabilità che circonda il capoluogo, il tratto che eviterebbe pure alla città un sovraccarico di traffico e smog, nel 2015 l’ex governo Frattura ha messo a disposizione 18 milioni di euro del Fondo per lo sviluppo e la coesione 2007/2013. Cosa impedisca l’opera sembra un mistero.

2° – IL GRANDE FRATELLO NON VA IN ONDA, LA VIDEOSORVEGLIANZA GRANDE ASSENTE

Telecamere

Altro scandalo molisano. Se ne parla da almeno tre anni, dall’ottobre 2015, quando fu firmato in Regione il cosiddetto Patto per la sicurezza che prevede 503 telecamere in undici paesi del Molise, perlopiù i centri più popolosi. Ma a parte Riccia, dove il sistema funziona, siamo di fronte a un’altra grande incompiuta, ancor più grave se si pensa ai furti e agli assalti ai bancomat, oltre che agli atti di vandalismo, che si potrebbero contrastare con questo sistema di videosorveglianza.

Ritardi a Campobasso, ritardi a Termoli, una parte realizzata e un’altra ancora da montare a Montenero, sistema ultimato ma non attivo per motivi misteriosi a Campomarino. Insomma un buco nell’acqua. E a Termoli, a proposito di sicurezza, ad agosto 2018 erano stati presentati il sistema ‘Street control” e due autovelox per Rio vivo e litorale nord. Qualcuno li ha visti?

1° – IL TEMPO SCORRE, L’ACQUA NO. E L’ACQUEDOTTO MOLISANO CENTRALE NON C’E’

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Beffa delle beffe. Progettato decenni fa, rispolverato alla fine dello scorso decennio, era stato annunciato come fatto e finito per il 2012. Poi ci si è messa in mezzo la burocrazia infinita, i ricorsi, una variante al percorso. Tutta roba di cui i molisani non hanno la minima responsabilità.

A loro, a quelli che vivono a valle della diga del Liscione, spetterebbe avere acqua di sorgente nelle case, come normalità vorrebbe in una regione tra le più ricche di risorse idriche. Invece niente, ancora non si vede l’ombra di quella “acqua di sorgente dai rubinetti”. L’ultimo ad aver detto questa frase è Donato Toma, nell’agosto scorso, annunciando l’ultimazione del cantiere a novembre. Ma non era vero, ancora una volta.

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