Province a due velocità

Qualità della vita: Campobasso ed Isernia maglia nera per vivibilità, ma patria dei laureati

Sullo scacchiere italico il Molise si piazza agli ultimi posti per la qualità della vita. A stabilirlo è la classifica annuale stilata da 'Il Sole 24 ore' che posiziona le due province, Campobasso ed Isernia, rispettivamente all'80esimo ed all'85esimo posto. Il Molise resiste, però, sotto il profilo dei laureati che fanno piazzare la regione nella top 10 nazionale.

Il Molise non esiste, ma non per le classifiche che, fin troppo spesso, ci inseriscono tra le ultime ruote del carro dell’italico stivale. A stabilirlo, ultimamente, è l’annuale elaborato de ‘Il sole 24 ore’ (schemi del quotidiano nazionale allegate), pubblicato nelle scorse ore, che conferma il trend negativo: il Molise è una regione poco vivibile.

La ricerca fotografa modelli virtuosi e criticità sulla base di 42 indicatori suddivisi in sei macro-aree di interesse che analizzano l’anno appena trascorso ed inquadrano il benessere generale delle province: ricchezza e consumi, affari e lavoro, ambiente e servizi, demografia e società, giustizia e sicurezza, cultura e tempo libero.

Per riuscire a trovare questo piccolo territorio bisogna far scorrere il cursore del mouse fin quasi alla fine del lungo elenco. Le due province, infatti, perdono la sfida riuscendo a conquistare gli ultimi posti della graduatoria finale che prende in considerazione le 107 province italiane: Campobasso si attesta all’80esimo posto, mentre Isernia all’85esimo.

Le maglie nere vengono conquistate in due settori importanti: il saldo migratorio interno ed il tasso di fecondità. Il primo considera gli iscritti nei registri di quel comune, il secondo il numero medio di figli per donna: qui entrambe le province peccano, riuscendo a sfiorare quota 100 (99 per Campobasso e 100 per Isernia) per quanto concerne i migranti con un segno negativo: -4 e -4,3. Sia Campobasso che Isernia si piazzano rispettivamente al 98esimo ed 88esimo, invece, per tasso di fecondità con 1,2 figli in media per entrambe le province.

Le enormi disparità tra i due capoluoghi sono ben evidenziate alla voce ‘acquisizioni di cittadinanza italiana’ che vede Isernia molto più attiva di Campobasso, piazzandosi al 28esimo posto, contro il 77esimo della città concorrente, con una media di 37,4 richieste ogni mille abitanti. Stessa situazione anche per i furti di automobile con una media di 21 sottrazioni ogni 100mila abitanti per Isernia, al decimo posto della classifica generale e 160 per Campobasso all’ottantesimo. Percentuali sicuramente influenzate dal numero di residenti: poco più di 21mila per il comune pentro e più del doppio – quasi 50mila – per Campobasso.

qualità della vita

Il 2018 resta l’anno delle conferme a livello nazionale, per quanto riguarda le disparità fra le regioni: dal contrasto nord-sud che si acuisce sempre più abbassando gli standard non solo economici ma anche turistici, fino al divario fra i piccoli centri in cui la vita è sempre più difficoltosa. Un fenomeno testimoniato dal brusco scivolone della provincia di Isernia dal 1999 ad oggi: se, infatti, alla fine degli anni Novanta l’Alto Molise è riuscito a conquistare la vetta piazzandosi nella top 20 per ben due anni di seguito – all’ottavo ed al dodicesimo nel 99 e nel 2000 – ben presto il trend si è ribaltato attestando la provincia sempre tra il 70esimo e l’80esimo posto, salvo alcune eccezioni, 2006 e 2008 salendo rispettivamente nel top fifty al 50 e 55 posto.

Non tutto è perduto però: leggendo i dati qualche passo avanti è stato fatto, almeno dalla provincia di Campobasso che è riuscita a guadagnare tre posti a distanza di 365 giorni, mentre Isernia ne perde 7. Siamo comunque eccellenti nella solidarietà con oltre 102 Onlus registrate in regione. Le migliori performance si registrano, invece, tra i laureati, compresi tra i 25 ed i 30 anni, che fanno guadagnare a Campobasso la medaglia di legno con 40,9 giovani ogni mille abitanti ed a Isernia il sesto posto con 39,5.

Insomma la consolazione è nelle singole voci che compongono la classifica più che negli indicatori generali che non danno la giusta ‘gloria’ alla qualità della vita e del benessere dei residenti.

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