Riciclo culinario

Cenone di Capodanno: sulle tavole italiane vincono polpettoni ‘riciclati’, lenticchie e spumanti molisani

Con la bilancia in avanti di qualche chilo e diversi euro in meno nel portafoglio dopo l’acquisto dei regali di Natale, gli italiani si proiettano verso il Capodanno: maniche rimboccate, ricettario di famiglia già aperto e fornelli accesi, anche i molisani sono pronti ad imbandire la tavola delle feste con ghiottonerie e prelibatezze da leccarsi i baffi e che farebbero concorrenza anche agli chef più quotati.

Secondo Coldiretti per il tradizionale appuntamento con il cibo di Capodanno, il 91% degli italiani, con un rapporto di nove a dieci, imbandirà la tavola con un surplus di cenoni e pranzi di Natale: per la Santa festività, infatti, si tende spesso ad esagerare cucinando pietanze in numero nettamente superiore a quello necessario a sfamare tutti i presenti.

Anche in questi tempi di crisi, quindi, il popolo italico non ha badato a spese né ha lasciato dietro di sé avanzi di cibo da riutilizzare per creare piatti anti-spreco durante le settimane successive. Senza considerare il classico pandoro o panettone, da sempre in concorrenza fra loro, ricevuto in regalo ogni 25 dicembre da amici e parenti in duplice e, spesso, triplice copia.

Guidati da una crescente sensibilità verso la riduzione degli sprechi, vuoi per motivi economici, etici od ambientali, gli italiani sembrano essere ligi al motto ‘In cucina non si butta via niente’. L’indagine, condotta su base nazionale da Coldiretti, evidenzia che nessuno butta gli avanzi, nel 7% delle famiglie addirittura non avanza nulla, mentre il 2% dona in beneficenza il cibo in più non consumato.

Un trend che si rispecchia anche nelle case dei molisani che, come ormai da vecchie tradizioni tramandate di nonno in nipote, sono maestri nel recupero in cucina: reinventando ricette classiche, creano nuovi piatti per ricercare il calore, i profumi e la gioia degli affetti più cari, quelli che si perdono nella memoria di anni lontani e che rischiano, altrimenti, di perdersi nel tempo.

Una scelta, quella di recuperare le pietanze, che non fa solo bene all’economia ed all’ambiente, con un minor impatto sui rifiuti, ma che aiuta anche il cervello. L’arma migliore per combattere gli sprechi è usare la testa e reinventare piatti comuni per dare nuovo gusto agli avanzi. È così che nascono, ad esempio, polpette o polpettoni a base di carne o tartare di pesce che rappresentano un’ottima soluzione per recuperare il cibo che rischierebbe di finire in discarica.

Idee che non conoscono limiti e che sono personalizzabili in base all’estro creativo ed a ciò che è rimasto dalle tavole natalizie: “Anche le frittate possono essere reimpiegate e valorizzate per la preparazione di torte rustiche tipiche del periodo  – suggerisce Coldiretti Molise – La frutta secca, invece, può essere facilmente caramellata e trasformarsi in ottimo torrone, mentre con quella fresca si possono ottenere squisite macedonie, magari aromatizzate con gli ottimi vini e birre artigianali di cui il Molise dispone”.

Anche i protagonisti indiscussi del Natale, i simboli classici della festività, presente in tutti i cesti, preconfezionati o meno, trovano nel riciclo la sua versione migliore. Dolci come il pandoro o il panettone, che non tutti apprezzano possono essere arricchiti da una farcitura di crema, panna, cioccolato o mascarpone giocando sui gusti personali. “Per dare nuovo sapore ai dolci più tradizionali, come il panettone artigianale, la cui produzione sta aumentando sempre più in regione – conclude Coldiretti – È possibile ricorre alla farcitura con creme di vario genere. Recuperare il cibo è una scelta che fa bene sia all’economia sia all’ambiente, consentendo di consumare tutto quanto acquistato e nel contempo diminuire considerevolmente la produzione di rifiuti”.

La parola d’ordine per la tavola di Capodanno è stupire ed in questo gli italiani sono maestri: sempre più famiglie selezionano accuratamente i piatti ed i prodotti da servire agli amici ed ai familiari e per il cenone di fine anno vincono lenticchie e spumanti per riscoprire i sapori locali.

L’indagine, condotta da Coldiretti/lxè, rivela che l’86% dei menù selezionati in questa giornata prevederà una portata a base di questa saporite leguminose. Sulle tavole italiane finiranno anche le ‘miccule’ prodotte nelle province di Isernia e Campobasso, sempre più apprezzate dai consumatori attenti alla qualità e alla tracciabilità dei prodotti.

L’interesse per le lenticchie, notoriamente considerate portafortuna, è accompagnato dalla riscossa di cotechino e zampone che si contendono il 72% delle tavole del Belpaese e del Molise. La seconda regione più piccola d’Italia, però, denota un interesse particolare per i prodotti artigianali, acquistati direttamente dagli allevatori, nelle aziende o nei mercati di Campagna Amica a Campobasso dove la componente di carne italiana è pari al cento per cento.

Stesso trend anche nel campo delle bollicine, immancabili a fine pasto: lo spumante si conferma il prodotto immancabile per 9 italiani su 10, conquistando una fetta del 91% delle tavole italiane. Nelle bottiglie finisce anche una fetta del Molise, visto che per la sua produzione vengono utilizzati diversi vitigni autoctoni fra i quali la più nota Tintilia.

Ma qual è il costo medio a famiglia per il cenone di fine anno? Secondo l’indagine gli italiani spenderanno circa 82 euro, con un calo del 7% rispetto al precedente anno. A cambiare non è solo il prezzo destinato alle cibarie, ma anche le modalità di consumo: due italiani su tre, circa il 68%, preferiscono restare a casa, con amici e parenti, mentre gli altri si divideranno tra ristoranti, trattorie, pizzerie, pub e agriturismi, per una media complessiva a tavolata di 8 persone.

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