Termoli

MacTe, l’opposizione di destra fa proprio lo slogan di Salvini: “Prima i termolesi”

Il centrodestra torna all'attacco sulla questione MacTe considerata l'ennesima prova di un percorso, portato avanti dall'Amministrazione Sbrocca, all'insegna della svendita 'nefasta' dei beni termolesi a soggetti ed imprese di fuori. "Prima i termolesi e i molisani".

Il centrodestra termolese torna all’attacco sulla questione Fondazione MacTe. Lo fa in una conferenza stampa convocata stamane – 13 dicembre – in cui erano presenti i consiglieri comunali Antonio Di Brino, Michele Marone e Annibale Ciarniello oltre a Luciano Paduano, Christian Zaami e al vice coordinatore regionale di Fratelli d’Italia, Pierluigi Lepore.

A introdurre l’argomento Di Brino che, ai microfoni dei giornalisti, ha da subito attaccato questa “nefasta amministrazione Sbrocca” che, con questi “ultimi colpi di coda, i più pericolosi”, sta – a suo dire – depredando i termolesi. Il suo ‘grido’, di leghista memoria, è “prima i termolesi”.

Centrodestra Termoli

Il suo j’accuse è infatti che l’attuale amministrazione stia svendendo il patrimonio termolese (gli esempi portati, oltre al caso MacTe, sono quelli del cimitero e della gestione dell’acqua) a persone, professionisti e imprese di fuori. L’ex sindaco si chiede “come mai nelle gare del Comune non rientri mai alcuna impresa termolese” ma il dubbio è come ciò sia possibile senza incappare in vizi di illegittimità, dato che introdurre il criterio della ‘termolesità’ appare quantomeno improbabile. Con un affidamento diretto? Dal centrodestra riunito, molto più destra che centro (Forza Italia sembra avere altre idee, ndr), la promessa è proprio questa: “Con noi del centrodestra ci sarà particolare attenzione per gli affidamenti diretti ai molisani”. E la speranza, espressa a chiare lettere da Di Brino e non solo, è che la prossima amministrazione “in autotutela revochi la scelta sul Macte e altre”.

Centrodestra Termoli

Il MacTe, l’argomento per cui è stata indetta la conferenza e che è stato al centro dello scorso ‘infuocato’ Consiglio comunale del 4 dicembre, non va giù all’opposizione anche per questo: “Si vocifera di una famiglia di Novara come socio privato”. Da Marone viene ribadito come gli emendamenti presentati dall’opposizione siano stati tutti rigettati nonostante il parere tecnico favorevole per molti di essi.

Citato il caso di quello che avrebbe mutato la composizione del Cda della Fondazione, da 2 a 3 su 5 posti per la componente pubblica, andando dunque ad aumentare il peso del Comune nella gestione del Museo di arte contemporanea. Contestata anche la decisione di affidare al Sindaco attuale la Presidenza della Fondazione, anche qualora non venisse rieletto. E ancora la proposta di fare un’evidenza pubblica, per Marone, sarebbe stata opportuna ma “è stata negata”. A gran voce il già leghista Marone afferma che “la città è ostaggio di questa amministrazione” e si auspica che presto “Termoli sia liberata”.

Il consigliere Ciarniello provocatoriamente esordisce chiedendosi se questa sia un’Amministrazione di centrosinistra visto che “c’è una privatizzazione in tutti in settori nevralgici” e torna sulla questione della tempistica stretta, due soli giorni di commissione (il 27 e il 28 novembre) e poi subito l’approdo in Consiglio nonostante la richiesta di prendersi più tempo per il provvedimento. La lettera inviata dal consigliere al Mibact non ha avuto ancora risposta, ma la sua richiesta scritta è stata di sollecitare un controllo perché le opere sono soggette a vincolo da parte della Soprintendenza. E infine la chiosa sulla ubicazione del MacTe: “è in semiperiferia, come può incentivare il turismo?”.

Christian Zaami ricalca la questione privatizzazione: “Altre Amministrazioni gestiscono direttamente musei o pinacoteche”. E rimarca come “l’opposizione non si fa a convenienza, noi in questi anni abbiamo dato una forte immagine di opposizione contro questa che si definisce Amministrazione della trasparenza ma che non lo è”. Un accenno sulla storia della riqualificazione dell’edificio, ora adibito a museo, di via Giappone, “portata avanti dall’ex amministrazione Di Brino”.

Paduano, di Fdi, parla di ‘arroganza’ di questa amministrazione che, a suo dire, “pare più un’impresa privata”, che non ha a cuore dunque il bene dei cittadini. Lepore è intervenuto non sul tema MacTe quanto per appoggiare le scelte di questa opposizione che “sta creando le condizioni per un governo di centrodestra, perché Termoli merita di risollevarsi”.

È Di Brino ad affermare con fierezza che “chi pensava che qui il centrodestra non c’era si sbagliava”.

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