Consiglio regionale

Vitalizi e costi della politica, Pd: via pure assegno fine mandato e indennità

I risparmi saranno vincolati a sostenere la sopravvivenza dei piccoli esercizi commerciali delle aree interne del Molise. Micaela Fanelli: "Spese anacronistiche che non hanno più ragione di esistere nel 2018"

Abolire l’assegno di fine mandato e tagliare l’indennità dei consiglieri regionali in carica: questi gli obiettivi della nuova proposta di legge presentata a Palazzo D’Aimmo dalla consigliera regionale del Pd Micaela Fanelli per il contenimento dei costi della politica.

Dopo la presentazione della legge per la riduzione dell’importo degli assegni vitalizi erogati a favore degli ex eletti in Consiglio regionale, è il secondo disegno di legge presentato nel giro di pochi giorni dall’ex sindaca di Riccia. Lei, del resto, aveva già rinunciato allo stipendio da primo cittadino facendo risparmiare al Comune, in nove anni di mandato, circa 155.000 euro

“In un contesto economico di difficoltà per i cittadini, le famiglie e le imprese molisane – spiega in una nota diramata alla stampa – la proposta legislativa nasce dall’esigenza di dare un segnale inequivocabile della volontà di ridurre strutturalmente le spese sostenute dalla Regione per i costi della politica, diminuendo le indennità ed eliminando anacronistici istituti come quello dell’assegno di fine mandato”.

Per la Fanelli i soldi risparmiati potranno essere investiti per finanziare “politiche a sostegno dei negozi nei piccoli comuni al fine di tutelare ed incentivare attività che sono sempre più dei veri e propri presidi sociali”.

Nel disegno di legge l’abolizione dell’assegno di fine mandato (articolo 8 della legge regionale 25 luglio 2013 n. 10) viene prevista dall’articolo 1, mentre all’articolo 2 si propone una riduzione pari al 18,33% del trattamento economico dei consiglieri regionali, del Presidente del Consiglio regionale, del Presidente e dei componenti della Giunta regionale. La percentuale è calcolata sulla scorta della riduzione delle indennità del 10% unita alla trattenuta dell’8,33% prevista per l’assegno di fine mandato di cui si chiede l’abolizione.

“C’è bisogno di tagliare i costi della politica, ma soprattutto c’è bisogno di tagliare le spese anacronistiche che non hanno più ragione di esistere nel 2018, quale appunto il cosiddetto ‘premio di fine mandato’”, aggiunge Fanelli. Del resto, “ritengo che anche in seguito alla riduzione di circa il 20% delle indennità di carica, gli eletti in Regione continueranno a percepire una congrua indennità che, seppur decurtata, non giustifica affatto un privilegio supplementare al termine del mandato. Inoltre, i risparmi conseguiti non finiranno genericamente nel bilancio regionale, ma saranno vincolati a sostenere la sopravvivenza dei piccoli esercizi commerciali delle nostre aree interne, lì dove c’è più bisogno di veri interventi di sostegno per combattere lo spopolamento fisico ed economico dei nostri territori più fragili”.