Siamo quello che mangiamo/11

Dieta sì, ma a deciderla deve essere un esperto. Troppi abusivi nelle palestre

Prescrivere diete senza essere abilitati è un reato penale e in Italia gli unici soggetti abilitati a farlo sono il medico dietologo, il biologo nutrizionista e il dietista. Frequente invece il caso di allenatori che redigono piani alimentari in palestra

Fareste mai riparare la vostra automobile da un idraulico? O vi fareste mai tagliare i capelli dal giardiniere? Non credo… penso che scegliereste un meccanico di fiducia per la vostra amata automobile e il parrucchiere che vi faccia sentire più belli quando vi guardate allo specchio per la vostra capigliatura. E allora come mai alcune persone si fanno elaborare diete o piani alimentari da soggetti che non hanno studiato e non sono abilitati a farlo?  Eppure il nostro corpo, la nostra salute vale un po’ più della nostra macchina o dei nostri capelli.

silvio nanni

 

La prima cosa che c’è da dire è che prescrivere diete senza essere abilitati è un reato penale e in Italia gli unici soggetti abilitati a farlo sono il medico (dietologo), il biologo (biologo nutrizionista) e il dietista. Tutti gli altri (allenatori, estetiste, consulenti nutrizionali, personal trainer, food coach o qualsiasi nome fantasioso usino) stanno facendo, oltre che una cosa contro la legge, una cosa per cui non hanno studiato (o hanno fatto risibili e non abilitanti corsi di qualche settimana) e non sono qualificati.

Sottolineo che anche i farmacisti, per quanto molto più qualificati, secondo l’attuale normativa non possono elaborare diete grammate ma dovrebbero limitarsi a generici consigli di educazione alimentare.

 

Per quanto riguarda l’aspetto legale, non essendo il mio campo, ho chiesto aiuto all’amico avvocato Pasquale Chimisso: «Prescrivere indicazioni alimentari senza avere il titolo di biologo o di dietista integra il reato di “esercizio abusivo di una professione”. Così si è espressa la Corte di Cassazione con la Sentenza n. 20281 del 28 aprile 2018, riferendosi al caso piuttosto frequente del “personal trainer” che prescrive schede o programmi alimentari personalizzati ai clienti di una palestra. I Giudici di Piazza Cavour con tale pronuncia hanno correttamente applicato il disposto dell’articolo 348 del codice penale, il quale espressamente recita: Chiunque abusivamente esercita una professione, per la quale è richiesta una speciale abilitazione dello Stato, è punito con la reclusione fino a sei mesi o con la multa da centotre euro a cinquecentosedici euro”. La norma in questione mira a tutelare l’interesse generale a che una determinata professione, per la quale sono previste determinate competenze tecniche, sia esercitata dopo aver conseguito una specifica abilitazione amministrativa.

È evidente quindi che dalla responsabilità penale ex art. 348 c.p. di certo non può essere esonerato l’istruttore o il personal trainer il quale, non avendo il titolo di biologo o dietista, “prescrive programmi alimentari, elargendo generici consigli alimentari, svolgendo attività di educazione alimentare”.

La Cassazione ha precisato che vi sono attività che possono essere esercitate indifferentemente da qualsiasi professionista; altre, invece, come l’individuazione dei bisogni alimentari dell’uomo attraverso schemi fissati per il singolo con rigide previsioni e prescrizioni” sono riservate in via esclusiva a categorie professionali per le quali è comunque prevista l’acquisizione di una specifica abilitazione, quali medici, dietisti, biologi».

 

Ogni tanto qualche conoscente mi dice: “Sai, in quella palestra fanno le diete” oppure “Quell’allenatore dice di mangiare questo o quello per avere dei muscoli come i suoi” e ciò si fa alla luce del sole, come se fosse una cosa normalissima. In un mondo ideale ci sarebbe una stretta collaborazione (e a livelli più alti è così) tra il nutrizionista e l’allenatore che si completerebbero per aumentare la performance dell’atleta in sicurezza ed armonia.

 

Spesso ci si sente esperti di alimentazione solo per il fatto stesso di avere una bocca e mangiare 3-4 volte al giorno o ci si sente in grado di consigliare integratori alimentari (quando va bene!), bibitoni miracolosi e cosa mangiare solo per il fatto di avere muscoli ipertrofici… e allora giù quantità improbabili di proteine solubili, chili e chili di petto di pollo e bresaola a tutte le ore del giorno e della notte con la sempreverde demonizzazione di pasta, pane e carboidrati tutti.

Sì, poi forse alla fine si dimagrisce, forse i muscoli arrivano più in fretta e con meno sforzo… ma qual è il prezzo?

Quale sia il prezzo da pagare non se lo chiede mai nessuno ma il conto, anche se dopo un po’ di tempo, alla fine arriva. Saranno passati anni e magari il conto da pagare non sarà direttamente associabile a quella dieta o a quell’uso improprio di integratori. Probabilmente non lo sarà dal punto di vista legale ma tutto questo cosa importa? Il conto arriverà e il prezzo da pagare sarà la vostra salute.

So che con questo articolo farò arrabbiare qualcuno ma ad arrabbiarsi saranno persone consapevoli di essere nel torto. I tanti bravi professionisti che mi stanno leggendo sono sicuro che stanno annuendo e mi stanno dando ragione, consapevoli che per raggiungere i massimi livelli e migliorarsi ognuno dovrebbe concentrarsi sul proprio lavoro e ogni professionista può imparare qualcosa dall’altro attraverso la collaborazione.

 

Sono consapevole che chi frequenta palestre e fa specifici allenamenti da lungo tempo probabilmente può anche sapere più di un nutrizionista (forse?!) che cosa mangiare o quali integratori ingerire per aumentare la massa muscolare o per essere più performanti nel proprio specifico sport ma a questi signori manca tutta l’altra faccia della medaglia: l’effetto di queste sostanze sulla salute nel breve e nel lungo periodo, l’effetto fisio-patologico che alimenti e integratori hanno all’interno del nostro organismo, l’interazione con i farmaci, la personalizzazione dell’approccio dietetico, la differenziazione della dieta nei periodi di preparazione atletica, nei giorni di gara e nei periodi di riposo.

 

Per fare solo un esempio, vista la gran moda di suggerire grandi quantità di proteine per aumentare la massa muscolare, cito tra i tanti uno studio del famoso professor Valter Longo che ha correlato una dieta ricca di proteine (>20% del fabbisogno giornaliero), specialmente di origine animale, con un aumentato rischio di morte prematura del 74% rispetto a coloro che seguono una dieta povera di proteine animali.

Una dieta scorretta ha lo stesso rischio per la nostra salute di fumare 20 sigarette al giorno!

 

Un altro aspetto importante è la personalizzazione. Pensiamo spesso di essere unici e irripetibili ed è così anche per quanto riguarda l’alimentazione: un approccio dietetico può andare bene ad un individuo di 40 anni che pesa 80 Kg ed è alto 1,85 m ma potrebbe non essere ideale per un altro individuo sempre di 40 anni che pesa sempre 80 Kg ed è alto sempre 1,85 m. Quando un professionista prende in cura un paziente, le sue indicazioni sono contestualizzate a livello individuale, non solo per motivazioni di salute ma anche per quanto riguarda le abitudini, lo stile di vita e la storia di ogni singola persona.

 

Per concludere vorrei rivolgermi soprattutto ai genitori che portano i propri figli a praticare attività sportiva: lo sport è importantissimo e salutare ma scegliete strutture con allenatori qualificati che, qualora ce ne fosse bisogno, collaborino con professionisti della nutrizione abilitati secondo la legge.

Se vedete i vostri figli assumere strani integratori, “bibitoni” o quant’altro chiedetene conto e verificate chi glieli ha consigliati e nel caso non sia un professionista abilitato non abbiate timore di denunciare.

Voglio sottolineare che gli integratori alimentari non vanno demonizzati, anzi a volte sono utilissimi ma solo se nelle giuste quantità, in alcuni casi specifici,  per determinati periodi di tempo e soprattutto non sono adatti a chiunque.

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