Campobasso

La ‘casa del crack’ in pieno centro. Cittadini allarmati: “Rischiamo un altro caso Desireè” fotogallery

I cittadini di via Genova preoccupati: "In quel rudere abbandonato, se non si interviene, si rischia un giorno o l’altro un altro caso Desireè”. La questura ha eseguito una verifica sul posto e invitato il Comune di Campobasso a procedere con la demolizione della struttura che si trova a pochi passi dalla sede della Regione. All'interno giacigli sudici, bottiglie per fumare cocaina e resti di chi fa uso di eroina

Siamo abituati a vedere certe immagini in tv, girate in città e metropoli distanti da noi per dimensioni, territorio e popolazione. Le avevamo relegate (anche con un egoistico sospiro di sollievo) a realtà di morti e drogati che ci illudevamo non si insidiasse mai in un territorio (apparentemente) dormiente e assonnato come quello molisano. Ancor più campobassano. Invece no. Proprio a Campobasso, in pieno centro urbano, nella strada in cui si trova il cuore delle istituzioni politiche sono i cittadini stessi a segnalare che lì, in un rudere abbandonato, se non si interviene, si rischia un giorno o l’altro un altro caso “Desireè”.

Via Manzo, ramificazione di via Genova. A cento metri o poco più da Palazzo Vitale, c’è quella che molti anni fa doveva essere una segheria.

Un immobile abbandonato da anni e ormai in disuso ma con muri e tetto che – seppure pericolanti – hanno ancora la capacità di nascondere da occhi indiscreti. E tanto basta a chi fa uso di crack o eroina.

Droghe specifiche che in questi pochi metri quadrati di edificio hanno lasciato tracce inequivocabili: quantità industriali di carta stagnola, cannucce e bottiglie di plastica bucate. Già, bucate, perché è così che si fuma il crack.

E le foto ne sono la testimonianza. Come è testimonianza che una segnalazione di preoccupazione deve esserci già stata in passato: ridotto in frantumi, infatti, c’è infatti un nastro bianco e rosso che una volta doveva delimitare l’area.

Una protezione spezzata da chi continua a varcare tutte i giorni e tutte le notti quel portone in legno.  Dove oltre non c’è soltanto immondizia di ogni genere ma anche un giaciglio di fortuna: una specie di rete matrimoniale con sopra un cartone per materasso e coperte arrangiate.

La ruota di un trattore è stata trasformata in tavolino, poi mensole improvvisate con legno tarlato per appoggiare accendini, cannucce semiusate e bottiglie di plastica.

Un angolo di città che a denti stretti i più giovani che abitano in zona definiscono “l’house crack”.

“Qui vengono a drogarsi, è storia vecchia non c’è nulla di nuovo”, confessa infatti un giovanotto poco più che adolescente mentre continua il suo passo veloce diretto verso il centro.

L’ha definita la casa del crack e la mente al suono di quelle parole va a Roma. Zona San Lorenzo, il capannone dove è stata trovata morta Desireè.

Sedici anni, tossicodipendente, probabilmente stuprata e lasciata morire nella “stanza del crack”.

E’ per questo che la polizia di Campobasso non più di due settimane fa, qui in via Manzo, ha fatto una verifica.

Gli agenti, sollecitati dai cittadini, hanno verbalizzato la pericolosità di questo posto, la possibilità che qui, dove palesemente si consuma droga e si bivacca possa accadere qualcosa di irreparabile e quindi la successiva segnalazione al Comune affinché proceda all’abbattimento della struttura.

Nella segnalazione della questura, atti e fotografie del luogo dell’orrore fatte dalla Scientifica durante il sopralluogo.

Immagini – come queste a corredo – che mostrano uno stabile abbandonato a due passi dal centro e alle spalle di via Quircio: muri scrostati, giacigli sudici.

Chissà se chi passa di qui è consapevole del posto dove è finito. Se riesce a distinguere mentre le droghe invadono corpo e cervello la vecchia segheria con le tracce ancora evidenti di quelle che una volta era una bottega o quelle bottiglie di plastica che sbucano ovunque. Chissà se gli sguardi persi hanno voglia di travalicare quella porta pericolante mentre aspettano il buio per smaltire lo stordimento. È questo il non-luogo di Campobasso.

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