Campobasso

“Il segno e il colore”, Trivisonno in mostra alla Gil

La scelta di realizzare una mostra dedicata ad Amedeo Trivisonno nasce dalla volontà di riportare all’attenzione del pubblico la figura e le opere di un artista noto e amato dai suoi corregionali, a vent’anni circa dall’ultima mostra a lui dedicata a Campobasso

Oggi alle 18.30 presso gli spazi espositivi del palazzo Gil in via Gorizia sarà aperta al pubblico la mostra dell’artista molisano Amedeo Trivisonno.

Nel 1998, a soli due anni dalla morte del Maestro, fu allestita nelle sale del Convitto Mario Pagano una mostra monografica dedicata ad Amedeo Trivisonno durante la quale si sottopose all’attenzione dell’opinione pubblica la necessità e importanza dell’acquisto della collezione da parte di un ente pubblico locale.

Nel 2008 la Regione Molise ha acquisito la collezione costituita da oltre 1000 opere tra disegni, cartoni e opere da cavalletto, provenienti dallo studio di Amedeo Trivisonno e di proprietà della famiglia. In seguito, la Regione ha finanziato il restauro di una parte delle opere: uno sforzo economico che dimostra la forte volontà dell’ente regionale di evitare la dispersione di un patrimonio che rappresenta una parte fondamentale della storia dell’arte regionale e nazionale.

La scelta di realizzare una mostra dedicata ad Amedeo Trivisonno nasce dalla volontà di riportare all’attenzione del pubblico la figura e le opere di un artista noto e amato dai suoi corregionali, a vent’anni circa dall’ultima mostra a lui dedicata a Campobasso.

Attraverso l’esposizione dei bellissimi disegni appartenenti alla collezione regionale, si intende ricostruire il suo fare arte attraverso il linguaggio formale, la tecnica e la materia.

La mostra “Il Segno e il Colore. Amedeo Trivisonno” punta l’attenzione su quello che è considerato il tratto caratteristico del percorso artistico dell’artista molisano: l’essere un freschista di mestiere, attivo per diverse committenze, quasi tutte ecclesiastiche, pienamente consapevole del suo operare controcorrente in un secolo che ha visto i grandi artisti smontare e sradicare il linguaggio tecnico e formale tradizionale alla ricerca di nuove frontiere dell’espressione dell’arte. Lui invece parte dalla forma e dalla tecnica dell’arte classica per ricoprire le pareti e i soffitti delle chiese di grandi figure e storie tratte dalle Sacre Scritture e dalle Vite dei Santi.

La tecnica dell’affresco è una delle più antiche tecniche artistiche adoperate dall’uomo per raccontare storie e decorare pareti di ambienti laici e sacri. La preferenza di Trivisonno per questa tecnica si basa su una serie di motivazioni che derivano da scelte artistiche, formali ma anche più profondamente teologiche e sociali. L’arte dell’affresco nelle grandi chiese è l’arte popolare per eccellenza, quella alla portata di tutti sia perché realizzata in luoghi aperti al pubblico sia perché destinata a un pubblico in particolare, quello dei fedeli, ai quali Trivisonno vuole “parlare” scegliendo immagini allo stesso tempo alte e chiare, classiche e familiari.

Nel percorso espositivo sarà possibile ammirare opere relative ai cicli molisani dei quali si conservano, nel Fondo regionale, il maggior numero e varietà di elementi grafici, in modo da offrire al visitatore uno sguardo d’insieme del processo artistico, compreso la possibilità di visionare l’opera finale, contestualizzata nel contenitore per la quale era stata pensata, grazie all’utilizzo di strumentazioni e prodotti multimediali.

I visitatori saranno accompagnati, grazie all’utilizzo di pannelli didattici e didascalie di approfondimento, nel percorso espositivo che vedrà alternarsi grandi cartoni disegnati con sanguigna e carboncino, a bozzetti colorati con acquerelli e tempere.

I cartoni e i bozzetti, per un totale di oltre 100 opere, saranno esposti nelle due sale principali del percorso, con un allestimento che, attraverso un uso attento di materiali e colori degli elementi di contorno, permetterà di metterne in evidenza i dati più interessanti quali la qualità della tecnica(linee, tratteggi) e l’importanza della funzione (puntinatura, rapporto con opera finale).

In particolare, saranno esposti per la prima volta al pubblico i cartoni realizzati e utilizzati dall’artista per grandi opere presenti nelle chiese di Baranello, Castelpetroso, Oratino, SanGiovanni in Galdo, Sepino, Venafro e Campobasso.

I contenuti della mostra saranno ampliati e moltiplicati attraverso l’inserimento di strumenti multimediali (touchscreen) che permetteranno di entrare virtualmente nelle chiese, avvicinarsi alle opere di solito esposte in luoghi lontani, scoprirne le fasi di lavorazione, approfondirne i temi raccontati.

La mostra è una produzione della Fondazione Molise Cultura.

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