Il processo a campobasso

Disastro di Campochiaro, “sistema di controllo funzionava”: dipendente di Ferrovie ascoltato in Tribunale

Ci sono state anomalie nell'impianto di controllo del passaggio al livello o era tutto in regola? E' sulla funzionalità del sistema e della segnaletica che si è concentrata l'udienza di ieri sull'incidente ferroviario di Campochiaro. Il camionista del mezzo pesante contro cui ha impattato il regionale la sera del 14 gennaio 2016 è accusato di disastro colposo.

“L’impianto funzionava, non abbiamo riscontrato anomalie sul sistema di chiusura e apertura delle sbarre e sui segnali. L’impatto con il treno c’è stato perchè il camion era rimasto chiuso in mezzo alle sbarre del passaggio al livello”.

Ecco cos’è successo la sera del 14 gennaio 2016 a Campochiaro secondo la testimonianza fornita in Tribunale da Bernardino Santucci, il manutentore di Ferrovie dello Stato arrivato pochi minuti dopo sul luogo del disastro ferroviario. E’ stato ascoltato ieri, 7 novembre, come ultime teste della Procura e assieme ad altri consulenti di parte che hanno illustrato i dettagli tecnici di funzionamento del passaggio al livello.

Secondo la pubblica accusa ci sono responsabilità ben precise da parte dell’autotrasportatore 35enne che guidava il mezzo pesante che si è scontrato contro il regionale: deve rispondere di disastro colposo. Il grave incidente causò il ferimento di sette persone che viaggiavano in quel momento sul Napoli-Campobasso.

Il manutentore delle Ferrovie potrebbe essere considerato un testimone chiave dalla pubblica accusa. “Non abbiamo riscontrato anomalie nè nella parte meccanica nè nella parte manuale di funzionamento dell’impianto, il sistema di controllo funzionava regolarmente”, le parole riferite in Aula. In base alla sua versione dei fatti, “in quel momento il macchinista era in grado di percepire il segnale di via libera, il semaforo verde e le sbarre chiuse“. Dichiarazioni che confermano quelle rese in Tribunale nell’udienza dello scorso 24 maggio dal macchinista del treno.

Anche perchè, in caso di emergenza e quando si attraversa il passaggio al livello con le sbarre regolarmente aperte, “c’è un numero di telefono che si può contattare e fa partire l’avviso di allerta al personale di macchina nel caso in cui un’auto o un altro mezzo restano bloccati sui binari”, ha detto rispondendo alle domande dell’avvocato Enrico Baffi che sta curando gli interessi di Ferrovie dello Stato. Il colosso ferroviario italiano ha chiesto un risarcimento di 200mila euro per i danni riportati dal treno.

Nonostante ciò, restano i dubbi della difesa. Dubbi legati agli orari del sistema di controllo: a loro dire, probabilmente il sistema non era stato aggiornato con l’ora legale. Così come non è da trascurare, dal loro punto di vista, che non ci sia alcun sistema che segnale al macchina di un treno in arrivo che ci sia un ingombro sui binari.

“Se secondo i rilievi effettuati dal manutentore era tutto in ordine, come era possibile che un mezzo di 7 metri si trovava nelle sbarre non poteva uscirne? Non c’era nemmeno un dispositivo che ne accertasse la presenza“, la tesi dell’avvocato Giuseppe Fazio che difende l’autotrasportatore. “Quindi è tutto da verificare”.

La ‘battaglia’ giudiziaria continuerà il prossimo 6 febbraio, quando la difesa chiamerà il consulente tecnico di parte che nella sua relazione ha messo in luce le anomalie del sistema di funzionamento del passaggio al livello. Inoltre, saranno ascoltati i testimoni della difesa.

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