Il progetto che fa discutere

Tunnel, il centrodestra mira a revocare il finanziamento. Sbrocca: “Se sono responsabili non faranno nulla”

Tra pochi giorni scatta il silenzio assenso, ma la maggioranza Toma si dice pronta a tornare in consiglio regionale per bloccare i 5 milioni di soldi pubblici. “Non penso lo faranno, altrimenti andranno incontro a dei ricorsi” il commento del primo cittadino termolese

Cosa ha deciso la commissione consiliare convocata per stamane 18 ottobre al fine di sentire i dirigenti regionali che hanno seguito l’iter del progetto conosciuto volgarmente come tunnel di Termoli? Per ora un bel niente, come per altro molto fumosa era stata la mozione approvata dal consiglio a maggioranza qualche ora prima. “Verrà stilato un rapporto da presentare in aula” si legge in una nota del consiglio regionale che potrebbe voler bloccare il finanziamento da 5 milioni.

 

Nuova riunione domani e poi, a quanto sembra, una nuova seduta a palazzo D’Aimmo, forse proprio questo venerdì 19 ottobre. Quando, secondo quanto sostenuto da Nico Romagnuolo a TeleRegione, la maggioranza vorrebbe mettere ai voti la revoca del finanziamento pubblico da cinque milioni di euro, base sulla quale è stato messo su un progetto di finanza. Il quale, insieme con quasi 15 milioni di fondi privati, costituisce il progetto che da quattro anni viene discusso da enti e istituzioni nella conferenza di servizi il cui risultato dovrebbe essere già stabilito, cioè il via libera alla fase di cantiere. Manca l’ultimo passaggio in Regione, sebbene lo stesso ente si sia espresso favorevolmente tramite il responsabile unico, a suo tempo l’ingegner Massimo Pillarella.

 

Per questo, cosa può fare la Regione per bloccare tutto? L’unica carta pare appunto quella del finanziamento pubblico, che va ancora concesso a patto che il cantiere parta entro il 31 dicembre. Ma la Regione può e vuole davvero farlo? Stando alle dichiarazioni ascoltate in aula ieri da diversi esponenti di centrodestra, come Pallante, lo stesso Romagnuolo e la sua omonima della Lega, sì. Oppure come pensano alcuni al Comune di Termoli, è stata una semplice “lavata di faccia”, copyright Facciolla, e di concreto non avverrà niente.

 

Meno colorito il linguaggio del sindaco Angelo Sbrocca, che tuttavia propende per questa seconda ipotesi. “Ho piena fiducia nel consiglio regionale, per adesso non si è deciso nulla, anche perché non possono. Il procedimento secondo noi ha avuto l’esito che ha avuto, ha portato al provvedimento della conferenza di servizi decisoria. Per altro la Regione si è costituita in giudizio sul ricorso chiedendo il rigetto perché l’attività è legittima e lecita. Cosa dobbiamo dire ancora?”.

Ma c’è il timore che Toma e i suoi sfilino quei cinque milioni che il Comune pensava di avere nelle sue disponibilità per tunnel, multipiano, teatro e tutte le altre opere connesse? “Certo che la concessione dei fondi non è definita, ma assolutamente non c’è timore da parte nostra. Penso sia impossibile per i consiglieri, salvo assumersene la responsabilità. Non credo che la ditta starebbe a vedere, ma penso siano tutte persone responsabili”.

Sbrocca insiste: “Non sto nella loro testa, ma confido nella responsabilità dei consiglieri regionali, come finora si è avuto. Possibile che dicano una cosa per poi farne un’altra? Non so, questa è forse la politica. Un nostro ricorso? Beh, certo. Ma dubito possa accadere, sarebbe stupido se la Regione prima dice una cosa e poi fa un’altra perché cambia l’Amministrazione. La politica non può cambiare la legittimità di un atto”.

Consiglio regionale Molise

Da Termoli intanto parole di soddisfazione dall’ex sindaco Antonio Di Brino. “Soddisfatto che Toma abbia espresso una volontà politica forte, l’indirizzo è molto chiaro. C’è il dato del finanziamento, non c’è ancora il parere del comitato tecnico amministrativo regionale”. Stesso parere di Christian Zaami. “Bravi Toma e la maggioranza a fare il bene di Termoli”.

Intanto come segnalato già dai Cinque Stelle, tornare a chiedere un referendum adesso non ha molto senso. Sbrocca intanto si dimostra un buon incassatore, rispetto alle parole al vetriolo del governatore. “Condivido quello che ha detto Toma. Sul referendum però ci sono state due istanze referendarie, entrambe sono state istruite secondo regolamento. Forse Toma non conosce neanche le vicende dei quesiti referendari. Non è colpa nostra se non si è fatto il referendum. Resto stupito quando si accusa noi, mi sorge il sospetto che i comitati non lo volevano fare. Perché allora non hanno integrato i quesiti, come richiesto dalla commissione?”.

Alla domanda perché non è stato il Comune stesso a presentare la possibilità di decisione secca ai cittadini, il sindaco difende la scelta del Dibattito pubblico. “Non ha senso che siano i promotori a proporre il referendum. Noi abbiamo fatto il Dibattito pubblico e sfido chiunque in Molise o vicino al Molise a trovare un’evidenza pubblica così trasparente. Tutto ciò che riguarda il procedimento è sul sito, i consiglieri possono leggere tutti i documenti e prendere atto di quello che c’è scritto, piaccia o non piaccia”.

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