Originario di larino

Tragedia in Sudafrica, emigrato molisano ucciso da una banda di rapinatori nella sua tenuta

Il 69enne Raffaele Mastrogiuseppe è stato assassinato a colpi di pistola durante una rapina. Arrestati due dei presunti responsabili

L’imprenditore molisano Raffaele Mastrogiuseppe è stato ucciso da un commando armato nelle prime ore di mercoledì scorso 5 ottobre a Houtpoort, periferia della città sudafricana di Heidelberg, nella provincia del Gauteng. Il 69enne emigrato larinese era residente nella Nazione Arcobaleno dal 1969 e aveva vari possedimenti terrieri. Si trovava da solo in una delle farm, le fattorie di famiglia più simili alle grandi tenute terriere australiane e americane che a quelle nostrane, quando è stato sorpreso da una banda criminale, a quanto pare di cinque persone, che non hanno esitato a sparargli.

Per lui chiaramente non c’è stato nulla da fare. La famiglia che aveva tirato su con anni di sacrifici lontano dalla propria patria ha appreso dalla polizia di quanto avvenuto. I familiari infatti non si trovavano a Houtpoort ma in altre zone del Sudafrica. La stessa polizia che è riuscita ad acciuffare due dei malviventi. Uno è stato catturato addirittura sulla scena del delitto, mentre un altro dopo un breve inseguimento. Recuperate anche alcune armi che si ipotizza siano state utilizzate nell’assalto.

“Secondo le fonti della polizia locale, un commando di cinque uomini armati, ha fatto irruzione di notte nella sua proprietà. Dalla ricostruzione fatta sembra che l’uomo, intento a preparare un thè, si sia accorto dell’imminente pericolo. A quel punto i malviventi hanno esploso i primi colpi, ferendolo. L’uomo, a quel punto, ha tentato di raggiungere il piano superiore della sua abitazione, ma è stato raggiunto sulle scale e finito. Il gruppo di criminali ha fatto razzia di tutto ma, in un maldestro tentativo di fuga, due di loro sono stati arrestati, uno all’interno della tenuta e un altro in una zona poco lontano” è quanto riferito da fonti vicine alla famiglia Mastrogiuseppe.

L’assassinio del 69enne molisano si inserisce in un clima di forte tensione sociale che gli emigranti europei di ultima generazione vivono tutti i giorni in Sudafrica. “Questo omicidio si aggiunge a una lunga lista di persone assassinate nelle stesse circostanze in un Paese ormai fuori controllo dal punto di vista della violenza. Sono soprattutto i contadini e i proprietari terrieri, che vivono isolati, ad essere colpiti” continua la nota voluta dai familiari.

Un omicidio che segue purtroppo una scia di sangue di molisani che vivevano per motivi di lavoro o per scelta di vita all’estero. È ancora fresco il ricordo del medico Rita Fossaceca, assassinata sempre nel corso di una rapina in Kenya nel novembre 2015. Più recenti gli omicidi in cui hanno trovato la morte alcuni molisani in Venezuela, altro paese allo sbando dal punto di vista economico e sociale. Tre le vittime in pochi mesi: Damiano e Gabriel Antonio Petruccelli a dicembre 2017, Elio Simonelli ad agosto 2018. A Ferragosto scorso il 33enne di origini molisane Fabio Melanitto, anch’egli venezuelano, è stato ucciso in Messico.

Ma se le vicende venezuelane sono all’ordine del giorno della cronaca internazionale, si parla molto meno del Sudafrica, nazione considerata in via di sviluppo ma con enormi contraddizioni sociali. “Le stesse autorità locali – sottolinea la famiglia della vittima- tendono a non far emergere i dati reali del fenomeno per evitare il diffondersi della paura e soprattutto il crollo degli investimenti stranieri. Non è un caso che di questo terribile fatto di sangue le autorità italiane e l’Ambasciata italiana in Sudafrica non erano state messe al corrente. Purtroppo, il grande impegno e la spinta di Nelson Mandela per la pacificazione del Paese dopo la fine dell’Apartheid si sono esaurite. Di fatto lo stesso governo del nuovo Presidente sudafricano Ramaphosa ha accolto la proposta di modifica della Costituzione, che necessiterà dei due terzi del Parlamento, per avviare l’esproprio forzato delle terre dei boeri e di tutti i bianchi”.

A rimetterci chiaramente sono anche gli emigranti del secondo Novecento e fra loro non mancano gli italiani. “La situazione è tanto grave da aver spinto anche il ministro australiano, Peter Dutton, a ipotizzare un corridoio umanitario affinché coloro che si sentono in pericolo possano trovare asilo nel suo Paese. È necessario che la comunità internazionale attivi tutte le misure possibili per scongiurare una vera e propria escalation del fenomeno” riferisce la famiglia del 69enne ucciso due giorni fa.

Non ci sarà alcun feretro di rientro in Italia, visto che il corpo dell’uomo verrà cremato in Sudafrica. “Per rispettare le volontà di Raffaele Mastrogiuseppe – concludono i familiari -, le sue ceneri saranno restituite ai famigliari nel suo paese d’origine, Larino”.

(foto da citizen.co.za)

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