Cronache

Sinarca tra disastri annunciati e nuove opere: 2,5 mln per rifare 12 km. Dubbi sui lavori: “Non sprecare i fondi” fotogallery

A breve la consegna dell'opera, appaltata in urgenza dalla Provincia di Campobasso per 2 milioni e mezzo. Nuovo asfalto per 12 chilometri e regimentazione delle acque: l'opera dovrebbe arginare l'emergenza allagamenti che si verifica a ogni ondata di maltempo. Intanto la bretella rialzata all’altezza dell’agriturismo della Guardata mostra già un avvallamento, aprendo a dubbi sui lavori tra chi quella zona la pratica da sempre

Nulla cambia mai in Italia, dove spesso neanche le tragedie servono a rimediare alle colpe umane. Sotto il nome di emergenze e calamità finiscono anche i disastri annunciati, situazioni che si replicano ogni volta che la natura “scarica” la sua forza oppure manifesta il suo volto meno “socievole”, come peraltro avviene da sempre, amplificato da assenza di manutenzioni e cura da parte dell’uomo.

La fondovalle del Sinarca è un esempio efficace di questo concetto. Due bombe d’acqua nel giro di poco più di una settimana, lo scorso agosto, hanno messo in ginocchio strada e agricoltura. L’intera area da Montecilfone a Termoli a Guglionesi è in condizioni preoccupanti: allagamenti, campi inzuppati, agricoltura distrutta “e meno male che il grano era stato trebbiato e la maggior parte delle coltivazioni raccolte” riferiscono alcuni agricoltori che ancora una volta fanno i conti con un danno rilevante.

Ora siamo in autunno, e la pioggia – fenomeno normale del periodo – ha cominciato a far sentire il suo “peso specifico”. Un fine settimana di acqua pressoché ininterrotta è bastato a mostrare la vulnerabilità della zona. Sulla fondovalle del Sinarca il disastro è non solo annunciato, ma sistematico: almeno un paio di volte ogni anno, in coincidenza con il maltempo, il torrente esonda e la strada con provinciali di collegamento annesse si trasforma in un guado. Eppure basterebbe realizzare la manutenzione ordinaria per evitare che si sprofondi nel fango. Sono passati 15 anni dall’alluvione del 2003 e non è cambiato nulla. Il Molise in fondo, checché se ne possa dire e ridere, esiste ed è pur sempre Italia. E la regola della stalla chiusa quando i buoi sono già scappati qua vale più che altrove.

Il Molise sarà anche sfortunato ad avere sia il rischio sismico che idrogeologico, ma probabilmente la sua sfortuna maggiore consiste nell’aver avuto una classe dirigente miope e un corpo elettorale ancora meno lungimirante.

Nel solco del “meglio tardi che mai” si inserisce un intervento che a breve – si spera – dovrebbe risolvere in parte il disastro che al Sinarca si verifica ogni volta che piove a secchiate. Tre mesi fa infatti sono partiti i lavori per rifare l’asfalto e soprattutto la regimentazione delle acque in un tratto di 12 chilometri che dalla Guardata arriva alla bretella per Montecilfone.

L’opera, affidata senza progettazione alla Gregoretti di Termoli, data in subappalto alla Edil Florio, è finanziata dalla Provincia di Campobasso, competente per quel tratto – il resto dai Consorzi di Bonifica è passato al Demanio della Regione Molise – per 2 milioni e mezzo di euro. Non poco, specie di questi tempi. L’intervento ha realizzato finora un tratto di strada sopra il ponticello, sopraelevando la carreggiata per evitare il continuo allagamento. Una strada ancora da terminare, teoricamente chiusa al traffico come indica anche la segnaletica, ma che tutti i veicoli fino a pochi giorni fa percorrevano. Poi si è corso ai ripari  con uno sbarramento, perché passare senza il collaudo dell’opera è rischioso sia per chi passa che per chi sta realizzando i lavori.

Il grosso dell’intervento è la canalizzazione delle acque piovane nel sistema di raccolta del Sinarca, con la realizzazione di nuovi canali. Perché, come è ovvio che sia, se l’acqua non trova modo di scorrere dove è naturale che scorra, ecco che trova altri spazi: le strade e i campi. Tanto più che sulla fondovalle del Sinarca non ci sono nemmeno le cunette. Ma l’impressione, avallata dalle riflessioni di chi quella zona la conosce a menadito, è che ancora una volta i lavori si facciano con grande superficialità.

Questa foto, scattata qualche giorno fa, fa capire meglio il dubbio, più che legittimo. E’ la nuova strada vicino l’agriturismo: la linea trasversale che appare asciutta mostra un avvallamento che non dovrebbe esserci. Si vede un piccolo scalino che evoca fin d’ora, quando la strada non è ancora stata aperta, cedimenti futuri.

La speranza comune è che la criticità possa essere risolta, anche se resta il problema sul tratto che passa sotto il vecchio metanodotto, dove il 16 agosto scorso l’acqua raggiungeva i 60 centimetri di altezza e i campi circostanti erano letteralmente sommersi. Decenni di mancata manutenzione si trasformano in nodi indistricabili che arrivano al pettine. La soluzione di una idrovora vicino alla foce, che era stata ipotizzata come più risolutiva, in aggiunta a una manutenzione drastica, per il momento non ha né un progetto né una copertura economica.

Si sta invece allargando notevolmente la carreggiata al quadrivio tra Guglionesi, Termoli, Montecilfone e Montenero/Petacciato.

Dal lato che va verso Montecilfone, uno dei più massacrati dall’assenza di manutenzione, la parte a destra stata realizzata con materiale poco stabile, brecciolina che potrebbe infossarsi presto, rinnovando l’emergenza dei cedimenti. manca, per dirla chiarendo il concetto tecnico, l’ossatura sotto l’asfalto, che alla lunga – ma non necessariamente – potrebbe rivelarsi una fregatura, specialmente considerando il fatto che i soldi per interventi simili, di questi tempi, sono rarissimi e che quelli a disposizione non possono essere minimamente sprecati.

 

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