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Scuola, Flc Cgil contro il dimensionamento scolastico: “Tema che merita l’attenzione della politica”

Con la proposta del piano di dimensionamento scolastico illustrato nell’incontro del 19 ottobre scorso, la Flc Cgil Molise ha rilevato una serie di criticità di metodo e di merito nel documento.

“La presenza di aree interne, di scuole site in territori montani e difficilmente raggiungibili – spiegano – renderebbe necessaria un’attenzione specifica al territorio da parte dei nostri rappresentanti politici nazionali e regionali, senza limitarsi a fare mere operazioni ragionieristiche, che comportano la semplice applicazione di direttive ministeriali. Ciò avrebbe dovuto significare, per chi ci amministra, battersi per ottenere, nelle sedi competenti, un riconoscimento delle nostre specificità territoriali. Contestualmente al piano di dimensionamento avrebbe dovuto aprirsi una discussione regionale sul piano dei trasporti, sull’edilizia scolastica, sull’offerta formativa territoriale, sul riordino della formazione professionale.

Nel merito – aggiungono – ribadiamo la contrarietà ad affrontare una tematica complessa, come quella del dimensionamento scolastico, senza una idea di fondo su come disegnare complessivamente il sistema scolastico e l’offerta formativa regionale.

Il documento istruttorio prevede una serie di principi tra cui la riduzione al minimo degli Omnicomprensivi, da mantenere solo “in casi eccezionali, motivati e condivisi; l’aggregazione degli Istituti secondari di secondo grado “prioritariamente tra istituti della medesima tipologia, orientandosi alla costruzione di poli formativi omogenei”; la riduzione e, possibilmente l’“eliminazione della permanenza di pluriclassi nelle scuole primarie e secondarie di primo grado”; una aggregazione delle Istituzioni scolastiche composte in più comuni che “tenesse conto dei servizi comuni che le amministrazioni stiano eventualmente erogando in forma consorziata; laverifica delle condizioni per realizzare la verticalizzazione delle scuole del primo ciclo in Istituti Comprensivi.

La proposta di piano di dimensionamento provinciale, invece per quanto più volte li richiami nelle premesse, non sembra rispettare tali principi generali. Infatti si prevede il mantenimento degli attuali Istituti Omnicomprensivi (Trivento, Riccia, Guglionesi, Santa Croce di Magliano, Casacalenda, Montenero di Bisaccia), con l’ulteriore creazione di altri due Istituti di questo tipo, a Larino e Campomarino.

Non sono previste aggregazioni di Istituti di Istruzione Secondaria di Secondo Grado in “poli formativi omogenei”, con il risultato di mantenere ancora, ad esempio, un I.I.S. che tiene insieme, inspiegabilmente e senza alcuna motivazione organizzativa, didattica o pedagogica, un Liceo Artistico con un Istituto Tecnico settore Tecnologico (è il caso dell’Iis “Majorana” di Termoli). La creazione di poli scolastici (Tecnico, Professionale, Liceale), invece, consentirebbe di migliorare l’offerta didattica formativa, consentendo la condivisione di laboratori, strutture e spazi, la possibilità di effettuare passarelle da un percorso all’altro e l’eliminazione degli istituti omnicomprensivi, sempre per le scuole superiori, si rinvia agli anni successivi il riordino degli indirizzi, ad eccezione della proposta dell’istituzione di un Liceo Sportivo a Campobasso (senza l’indicazione della sede) e della trasformazione dell’Ipa di Campobasso in Istituto Tecnico. Il risultato, pertanto, sarà il permanere della duplicazioni di indirizzi (ad esempio, due Licei linguistici e due Licei Scientifici a Campobasso, due Licei delle Scienze Applicate a Termoli); la verticalizzazione prevista per gli istituti comprensivi di Termoli, inoltre, pur rispondendo ad un principio in astratto condivisibile, viene attuata in concreto senza tener conto della dislocazione territoriale dei plessi e della distribuzione della popolazione scolastica sul territorio.

Tutta l’operazione, in definitiva, dà l’impressione di essere stata vissuta come una mera riorganizzazione numerica, che si riduce ad un atto amministrativo fatto senza una visione d’insieme.
Non è possibile procedere in questo modo: quella del dimensionamento scolastico è una problematica complessa, che deve essere affrontata in un’ottica ampia, con il coinvolgimento delle organizzazioni sindacali del personale della scuola e con attenzione alla rete dei trasporti e all’edilizia scolastica. I principi generali, inoltre, una volta individuati, vanno attuati sempre ed in ogni caso, per perseguire scelte che devono mettere al centro il territorio e l’utenza, non un semplice numero da raggiungere. Discutere di dimensionamento scolastico con queste premesse e in queste condizioni, ci sembra un pessimo modo per affrontare questioni che, invece, andrebbero poste al centro del dibattito politico regionale”, concludono.

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