Intrecci e conflitti

Micone nomina Talucci al Corecom e il fratello gli “assume” la moglie. Caos nomine, tra conflitti e incompatibilità

Il Corecom, sigla ai più ignota, è il Comitato regionale per le Comunicazioni. Un organismo previsto dalla legge Maccanico che ha istituto l’Agcom, l’Autorità di garanzia per le comunicazioni. I Corecom hanno funzioni di garanzia e controllo sul sistema delle comunicazioni in ambito regionale e sono organi indipendenti di garanzia e consulenza per le giunte e i consigli regionali.

Qualche esempio di cosa facciano: vigilano sull’esercizio dell’attività radiotelevisiva locale, mediante il monitoraggio delle trasmissioni dell’emittenza locale; gestiscono un Registro degli operatori di comunicazione; definiscono le controversie tra operatori del settore e utenti.

Se è vero che la comunicazione è un bene primario perché attua il meccanismo di trasmissione di una informazione, e l’informazione a sua volta è un diritto costituzionalmente sancito, è vero di conseguenza che per poter esercitare un controllo sulla informazione e ricoprire il ruolo di sua garante occorra, oltre a un curriculum immacolato da questo punto di vista, una conoscenza chiara della materia e delle sue regole. Ecco perché i Corecom , che possono avere da 3 a 5 membri nelle regioni italiane, in base alla popolazione rappresentata, hanno al loro interno almeno un giornalista. Il giornalista conosce la materia, è competente, sa individuare, per esempio, una ipotetica violazione della comunicazione in periodo elettorale, ha padronanza delle norme a tutela dei lettori e dei telespettatori in maniera particolareggiata.

Non che quella del giornalista sia l’unica professionalità utile al Corecom, nei cui organismi infatti ci sono spesso avvocati ed esperti di diritto. Ma almeno un giornalista, su 3 o 5 membri Corecom, sarebbe doveroso, proprio a garanzia della completezza delle conoscenze del Corecom stesso e della sua imparzialità arbitrare. Succede del resto ovunque. In Puglia, Lombardia, Piemonte, Basilicata, Calabria, Trentino. Ovunque tranne che in Molise, dove non solo i tre membri del nuovo Corecom non sono stati nominati, ma dove non figura nemmeno un giornalista. Ci sono, invece, due avvocati e un consulente commercialista. Quest’ultimo si chiama Fabio Talucci, è di Petacciato, e con la politica ha a che fare da anni. E’ il nuovo presidente del Corecom, scelto direttamente dal presidente del Consiglio regionale Salvatore Micone.

Tecnicamente è il Consiglio regionale a nominare gli organismi di amministrazione e controllo, come appunto il Corecom. Ma la legge dice che se non lo fa entro un certo termine, il presidente del Consiglio può attivare i poteri sostitutivi e pensarci lui. E’ proprio il caso di Salvatore Micone, 45 anni e già un curriculum politico di tutto rispetto, una lunga “gavetta” conquistata in anni di scalata tra San Massimo, il suo Comune di residenza, la Provincia di Campobasso e la Regione Molise.

Lui spiega, in una lunga nota a giustificazione della scelta caduta sull’amico Fabio Talucci, che “le Procedure di nomina hanno previsto un confronto con le forze politiche presenti in Consiglio, sia di maggioranza sia di minoranza, in un clima di concordia e di reciproco rispetto nella condivisione unanime, dei vari Gruppi consiliari, di dare ad ogni organismo rappresentanti idonei e capaci”. E dice ancora, con grande sicumera, “di non aver sbagliato in nessun passaggio. Sono stati analizzati i curricula pervenuti e valutate, a mio giudizio, le professionalità giuste per svolgere il ruolo”.

Fabio Talucci è stato assessore all’Urbanistica del Comune di Petacciato dal 2007 al 2012, quindi assessore alla Viabilità e vicepresidente della Provincia di Campobasso dal 2011 al 2016. Non è iscritto all’ordine dei Commercialisti, ma è consulente nello studio di Petacciato che condivideva con il fratello Fulvio, il quale ha un incarico dirigenziale nella Team System, società di software gestionali con una filiale a Campobaso.

Cosa c’entra Team System? Niente, tranne che per un punto di contatto con il presidente del Consiglio Salvatore Micone. Ovvero: la moglie. Cristina Giagnacovo risulta infatti beneficiaria di uno stage formativo retribuito (con soldi che gestisce la Regione Molise per la formazione) proprio nella azienda dove uno dei manager è il fratello del presidente Corecom, nominato due mesi dopo l’inizio dello stage (che terminerà a gennaio e che è finalizzato all’assunzione, quindi a un lavoro a tempo indeterminato) da Salvatore Micone.

Un intreccio che apre all’ipotesi conflitto? Il presidente dell’Associazione Nazionale Stampa Molise Giuseppe Di Pietro è nuovamente intervenuto sulla vicenda Corecom ponendo una serie di interrogativi e chiedendo a Micone, in nome del sindacato dei giornalisti fortemente penalizzato da un metodo che ricalca le vecchie logiche dei contentini agli amici degli amici, di “rendere noti, senza per questo ledere la privacy, i documenti presentati dai candidati”.

 

In base a quale curriculum e a quali qualifiche e punti di forza è stato scelto proprio Fabio Talucci, fratello di uno dei direttori della Team System che ha preso la moglie di Micone per un tirocinio formativo pagato dalla stessa Regione Molise, ente in cui Micone riveste il ruolo di presidente del Consiglio? “Micone comunichi all’opinione pubblica lo stato degli eventuali rapporti, personali e familiari, avuti o in essere con i nominati, ovvero se vi sono stati o meno percorsi professionali comuni, contatti e di che tipo relativi a incarichi ricoperti e quant’altro. E’ questo un modo per rassicurare sulla bontà delle scelte fatte e sui percorsi istituzionali posti in essere”.

C’è poi anche un altro dettaglio, per nulla trascurabile, che getta ombre su questa vicenda. Come dice lo stesso Salvatore Micone nella sua nota a giustificazione di una scelta che ritiene, evidentemente, lineare con la norma e i principi di trasparenza, “Il Corecom serve a risolvere delle controversie di diverso genere, dovute a incomprensione o cattiva fornitura di servizi, con i grandi gestori della telefonia e delle reti internet. Ma non solo: si è aggiunta, ancor più recentemente, la vigilanza sulla salvaguardia della tutela dei diritti dei minori nei media locali. Non ultima poi la legge regionale sull’attribuzione dei contributi all’editoria che prevede che il Comitato svolga un ruolo attivo nella verifica delle condizioni (bilancio aziendale, rispetto dei contratti lavorativi del personale impiegato negli organi di informazione, ecc.) per l’assegnazione dei benefici. Tutte attività tecnico-operative che si armonizzano con la preparazione dei tre membri designati per il possesso di competenze giuridiche, economiche e operative”.

Può darsi. Ma il legislatore che ha fissato i requisiti per la nomina dei componenti del Corecom ha inserito come principio cardine per la scelta dei componenti del Comitato anche “la loro indipendenza dal sistema degli interessi di settori delle comunicazioni”. Fabio Talucci, anni fa, ha querelato il direttore e un redattore di un giornale locale: la causa si trascina ancora in Tribunale.

Per Assostampa una configurazione chiara di incompatibilità col delicato ruolo che va a rivestire proprio a garanzia delle comunicazioni e dell’informazione.

“E’ dell’ultima ora la notizia – dichiara Giuseppe Di Pietro – che un componente nominato del Corecom abbia un contenzioso giudiziario con una testata giornalistica e questo lo pone in una situazione di ovvia incompatibilità. E’ come se un commissario avesse un contenzioso con un operatore telefonico e poi debba fare la conciliazione o l’arbitrato con un utente:  è un fattore oggettivo ostativo di incompatibilità. Il presidente Micone prenda atto di questa cosa e faccia anche questa ricognizione oltre alle cose che gli abbiamo sollecitato di fare. E prenda anche gli opportuni provvedimenti. Anche se ritengo – conclude il presidente di Assostampa – che dovrebbe essere lo stesso nominato a valutare la questione a farsi da parte”. Fabio Talucci, retribuito dalla Regione per il ruolo al vertice Corecom con 1300 euro al mese, lo farà?

Intanto Antonio Federico, parlamentare del Movimento 5 Stelle, oggi ha inviato una nota informativa all’Agcom in merito alle nomine dei nuovi componenti del Comitato Regionale per le Comunicazioni del Molise effettuate con atto monocratico del Presidente del Consiglio regionale del Molise, Salvatore Micone.

“La segnalazione servirà a chiarire se le nomine rispettano il principio per cui i componenti devono essere scelti tra persone che diano garanzia di assoluta indipendenza dal sistema politico istituzionale e dal sistema degli interessi di settore delle comunicazioni”.

Il neo presidente Corecom, fa presente l’onorevole Federico, “cioè il dottor Fabio Talucci, è stato assessore e vice Presidente della Provincia di Campobasso proprio negli anni in cui anche Salvatore Micone era assessore provinciale nella stessa giunta”.

“E’ evidente – aggiunge Federico, riservandosi di procedere ad altre iniziative – che le logiche seguite per effettuare queste nomine sono l’esatto opposto di quanto necessario per far sì che il Comitato possa lavorare al meglio sul territorio e garantire competenze specifiche, serenità di valutazioni e lontananza da logiche politiche”.