Norme e appalti

Infrastrutture, la ‘giungla’ delle norme. Di Pardo a La7: “Semplificare il codice degli appalti”

Appalti, opere pubbliche e norme. Tante, troppe. Leggi che si sovrappongono e creano confusione. Una burocrazia spesso troppo lenta e farraginosa. Se gran parte delle infrastrutture italiane versa in uno stato comatoso, non è solo per la mancanza di finanziamenti. Ma anche perchè per progettarne l’ammodernamento o costruirne una nuova ci vuole tempo pure dal punto di vista delle procedure: esistono troppi cavilli e complicazioni già in fase progettuale.

Il disastro di Genova infatti ha riacceso i riflettori sullo stato di ponti, viadotti, gallerie, strade, autostrade e dighe. Secondo l’Unione delle Province, ci vorrebbero circa 3 miliardi per in sicurezza le principali infrastrutture italiane.

Questi i temi affrontati nella puntata di oggi – 9 ottobre – a Coffee break, nota trasmissione de La 7 condotta da Andrea Pancani. In studio il vice ministro  del Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture, Edoardo Rixi (Lega), il parlamentare del Partito democratico Stefano Sposito, l’onorevole Paolo Trancassini di Fratelli d’Italia (che è pure sindaco di Leonessa, paese in provincia di Rieti) e anche un volto noto della nostra regione, l’avvocato Salvatore Di Pardo, noto amministrativista ed esperto di contenziosi in materia. 

Focus sul Codice degli appalti e in generale sul quadro normativo. “Il problema è di regole  – ha messo subito in chiaro Di Pardo – perchè se viene approvato un codice degli appalti e nel giro di un anno ne modifichiamo il 50%, in pratica modifichiamo completamente l’assetto delle regole e rendiamo tutto difficile perché bisogna interpretarle e applicarle. Dunque, fare qualsiasi cosa è difficile sia per il funzionario sia per le imprese, ma anche per il giudice“.

Quindi, per l’avvocato il governo Lega-M5S ha “una grande occasione: sarà ridefinire le regole, semplificare. Quello che già c’è nel codice degli appalti va reso efficiente. Perchè – ha aggiunto dopo un piccolo battibecco con Sposito (che ha difeso il codice degli appalti approvato dall’ex governo Pd) – il codice degli appalti è sicuramente un innovazione rispetto al passato, ma i contenziosi non sono diminuiti. Il problema principale è che questo codice è in parte inattuato e dunque non funziona“.

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