Regione

Commissario sanità, nel decreto fiscale torna l’incompatibilità. Toma: “Norma contro me e il Molise. Salvini dica da che parte sta”

Il presidente della Regione riferisce di aver visto la bozza di un imminente decreto fiscale che sancisce nuovamente l'incompatibilità tra la carica di commissario con quella di governatore per il Molise e la Calabria. "E' un accanimento contro di me e i molisani". Poi se la prende con il leader della Lega: "Ci governo insieme in Molise e Salvini permette questa ingiustizia".

C’è un decreto fiscale – o meglio, una bozza di decreto – che sta circolando negli ambienti politici e ripropone l’incompatibilità tra la carica di governatore con quella di commissario ad acta per la sanità. Il presidente della giunta regionale Donato Toma ha visto il titolo dell’articolo ‘incriminato’ che riguarda il Molise e la Calabria. E tanto è bastato per fargli perdere la sua proverbiale diplomazia. In una nota insolitamente accalorata Toma attacca Lega e M5S parlando apertamente di “norma contro Molise”.

Secondo il governatore, infatti, il governo giallo-verde “ci riprova a penalizzare il Molise accanendosi contro il molisani”.

La prima volta è successo col cosiddetto decreto Genova in cui l’incompatibilità – fortemente voluta dalla ministra pentastellata Giulia Grillo (Salute) – era stata inserita in un articolo che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha stralciato. Questo, però, non ha intaccato di un centimetro la volontà politica dei 5 Stelle che al commissario-presidente di Regione, preferirebbero un tecnico sganciato dalle dinamiche politiche e con un curriculum specifico sulla delicata materia.

“Nessun eccesso di cautela tanto sappiamo che in un modo o nell’altro cercheranno di riproporre questa incompatibilità per non farmi fare il commissario nonostante abbia studiato e conosco nel dettaglio tutte le problematiche sanitarie del territorio”.

Toma, insomma, legittimato dal voto popolare, vorrebbe assumersi la responsabilità delle relative soluzioni “ma l’Esecutivo predispone norme contra personam per bloccarmi. Come dice un vecchio adagio, errare è umano, ma perseverare…”.

 

Togliere la sanità dalle mani della politica è un argomento che tiene banco da settimane in Molise. Dalle ultime elezioni regionali, cinque mesi fa, non c’è commissario, molti atti sono bloccati e la riorganizzazione è ferma. E’ chiaro che una soluzione va ricercata e presto. E se da un lato c’è chi vede di buon occhio questa volontà del governo di separare chi governa da chi proverà a rimettere i conti in ordine, dall’altro c’è chi teme per l’arrivo di un ‘ragioniere’ armato di forbici e pronto a tagliare servizi essenziali.

A favore della nomina di Toma si sono schierati i consiglieri regionali della sua maggioranza. Anche la Conferenza delle Regioni – era agosto – ha espresso un parere positivo per questa nomina sebbene la loro opinione non sia vincolante ai fini della decisione che dovrà passare per il Consiglio dei ministri. Ma di tutto questo non se ne sta tenendo conto. Soprattutto se quell’articolo del decreto fiscale che ha intravisto Toma dovesse diventare realtà.

 

Ma la nota inviata dal governatore va letta anche in chiave politica. C’è un passaggio in cui Toma lancia un appello a Salvini a non piegarsi alla volontà dei 5 Stelle. Le parole usate non sono proprio queste anche se il messaggio è chiaro. “Non posso credere che il vicepremier Salvini, il sottosegretario Giorgetti e la delegazione al Governo della Lega – i cui esponenti sono parte integrante della mia maggioranza e rappresentati finanche nella mia Giunta regionale – possano permettere di perpetrare una tale ingiustizia, non tanto contro il presidente della Regione, ma contro i molisani”.

Se – come sembra – l’appello al leader della Lega, che in Molise governa con Forza Italia e il centrodestra, dovesse cadere nel vuoto, Toma avrà quello che lui stesso definisce “un credito verso la Lega”.

E questo, in una chiave elettorale di alleanza dei moderati (FI-Lega), potrebbe disegnare uno scenario molto più incerto. Come incerto e dalle conseguenze impreviste potrebbe essere il quadro a livello regionale. Anche se oggi il presidente esclude che il disinteresse di Salvini con la ‘questione molisana’ si tradurrà automaticamente in un rimpasto di giunta. “Non metto in crisi una maggioranza o la mia giunta per questo, ma la tutela al diritto alla salute è sacra e andremo avanti per la nostra strada contro ogni scelta che possa penalizzare i nostri concittadini”.

Intanto dal Movimento 5 Stelle del Molise è arrivato il commento: “Nell’attesa che venga ripristinata la norma sull’incompatibilità per i presidenti di Regione di essere nominati commissari ad acta in ambito sanitario, ricordiamo un paio di aspetti al governatore Donato Toma. Il primo: visto che ripete come un mantra l’importanza dell’appoggio alla sua nomina a Commissario da parte della Conferenza delle Regioni, gli ricordiamo che nel luglio del 2014 è stata sancita l’intesa in Conferenza Stato-Regioni riguardo il Patto della Salute che all’articolo 12 indica la ‘revisione della disciplina relativa al regime di compatibilità e al ruolo dei Commissari ad acta, prevedendo l’incompatibilità con l’affidamento di incarichi istituzionali’.
Quindi, a quanto pare, (e veniamo al secondo aspetto) sia il MoVimento 5 Stelle sia la Conferenza delle Regioni sia il Ministro della Salute, Giulia Grillo, sono per l’incompatibilità tra i ruoli di Commissario e Governatore.  Il presidente continua a personalizzare una battaglia che personale non può essere. Lo sfacelo creato in sanità dalla politica, prima con il centrodestra e poi con il centrosinistra, ci impone un cambio di strategia e questa strategia non prevede che l’attuale Governatore sia Commissario alla Sanità”.
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