Aziende fallite

Zuccherificio, ex operai attaccano la Regione: “Solo annunci, nessun atto concreto”

Scontro tra gli ex operai dello Zuccherificio e Luigi Mazzuto, Assessore regionale al lavoro. L'accusa è quella di aver fatto solo annunci in merito al loro reinserimento lavorativo. "La Regione ha un dovere morale e materiale nei nostri confronti"

È scontro totale tra i lavoratori dell’ex Zuccherificio del Molise e l’Assessore regionale al lavoro Luigi Mazzuto. Pomo della discordia il bando regionale per i lavori di pubblica utilità regionale che prevede l’assunzione da parte dei comuni, o di aziende partecipate dalla regione, di 269 unità lavorative su tutto il territorio regionale. “Non sono queste le risposte che ci aiuteranno a trovare un nuovo lavoro e a tronare nel circuito produttivo. – attaccano gli ex dipendenti dello stabilimento saccarifero – Dalla Regione abbiamo sentito solo proclami ma non ne abbiamo visto realizzato neanche uno”.

zuccherificio

Il livello di tensione tra gli ex dipendenti dello Zuccherificio del Molise e Luigi Mazzuto, Assessore regionale al lavoro, è alle stelle. Ieri, martedì 25 settembre, il Comitato dei lavoratori è riuscito a bloccare i lavori del Consiglio regionale accusando l’Assessore della Lega e il governatore Toma di fare “solo annunci e niente fatti”. In ballo c’è il ricollocamento lavorativo di 69 persone delle quali circa la metà, da mercoledì 4 luglio, non usufruisce di nessun ammortizzatore sociale. Situazione che si riproporrà nel gennaio del 2019 per l’altra metà. La suddivisione fu fatta nel gennaio del 2017 e prendeva come riferimento l’età anagrafica: gli under 50 avevano diritto a 18 messi di mobilità, gli over 50 a 24 mesi.

Con la delibera di Giunta numero 369, la regione, nel luglio scorso,  nel luglio scorso, ha pubblicato un bando da 1 milione 750 mila euro, che dà la possibilità a chi ha perso un’occupazione di svolgere lavori di pubblica utilità per conto dei Comuni.  Lavori di sei mesi, prorogabili di altri sei, per un compenso mensile di 600 euro circa. Il bando prevede che entro il 13 ottobre i Comuni presentino progetti destinati a valorizzazione di patrimonio ambientale, patrimonio pubblico e beni culturali, allestimento e custodia di mostre, riordino di archivi e recupero di lavori arretrati di tipo tecnico o amministrativo, attività ausiliarie di tipo sociale. Tutti i Comuni possono presentare proposte e progetti ma con delle differenze in merito al personale da assumere. I Comuni sotto ai 5 mila abitanti possono presentare progetti per assumere fino a 15 persone, i Comuni tra i 5 e 30 mila abitanti possono assumere fino a 50 persone, quelli sopra ai 30 mila abitanti fino a 70.

Un provvedimento che fu annunciato e spiegato da Mazzuto nella riunione avuta con il Comitato degli ex lavoratori venerdì 7 settembre. Sollecitato dalle ex maestranze al fine di condividere possibili percorsi di rilancio produttivo della filiera saccarifera, oltre alla richiesta di individuare percorsi di sostegno al reddito a favore dei lavoratori espulsi dal processo produttivo, l’Assessore garantì il pieno impegno del Presidente Donato Toma e della Giunta Regionale a ricercare “ogni utile interlocuzione con il Governo per individuare percorsi normativi utili a garantire un reddito dignitoso ai lavoratori”. Individuando come prima soluzione l’adesione dei lavoratori stessi “al bando di lavori di pubblica utilità, recentemente approvato dalla Giunta Regionale e rivolto alle amministrazioni pubbliche del territorio regionale”.

Una soluzione che, però, non piace ai diretti interessati. “Riguardo il bando sui lavori di pubblica utilità, noi Comitato ex lavoratori Zuccherificio, ribadiamo che pur presentando la nostra candidatura, anche a più Comuni, non avremo la possibilità di accedere a quel posto di lavoro, seppur a tempo determinato, quindi non risolutivo per la nostra condizione di esodati, perché già i parametri di suddetto bando, ci escludono”.

Secondo i calcoli fatti dagli ex dipendenti sarebbero “269 le persone in tutto il territorio regionale, a poter essere assunti nei Comuni o partecipate regionali”. Numero che “verrà ampiamente superato dalle candidature, quindi non per il fattore reddituale, saremo sicuramente esclusi”.

Criticità che alimentano la rabbia di chi è rimasto fuori dal ciclo produttivo. “Non è questa la via per aiutarci si deve trovare un’altra strategia, un’altra strada”. Ricordano che: “noi eravamo dipendenti regionali al 100%, e ci battiamo per una nostra ricollocazione: il governo regionale, non ha solo un dovere morale nei nostri confronti, ma uno materiale”.  Perché? “Sono loro la causa della fine di quell’azienda con investimenti sbagliati e senza nessuna lungimiranza di marketing industriale”.

 

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