Allarme sanità

Oculistica, reparto a regime ridotto: “I privati guadagnano ma il pubblico perde soldi e servizi”

Giancarlo Totaro, medico e presidente della Fimmg, denuncia la situazione paradossale che si è creata dopo il trasferimento al San Timoteo di Termoli del reparto di oculistica e della chirurgia oculistica

Il reparto di oculistica, trasferito da Larino a Termoli, sta viaggiando a regime ridotto. Malgrado i medici e il personale arrivato dal Vietri dopo la pausa estiva durante la quale l’ambulatorio è rimasto nella cittadina frentana, gli interventi chirurgici sono ancora troppo pochi, complice la carenza di anestesisti e in parte anche una organizzazione che non ha ancora trovato pieno assestamento.

Secondo il presidente regionale del sindacato medico FIMMG Giancarlo Totaro, infatti, “l’ottimo reparto di oculistica di Termoli non sta lavorando nel pieno delle proprie possibilità” e non sarebbe stato messo nelle condizioni di operare a pieno regime per carenze di sale operatorie e assegnazione degli anestesisti.

Le sedute settimanali di chirurgia oculistica, da sempre fiore all’occhiello della sanità bassomolisana e in modo particolare di Larino, si limitano a una, due massimo a settimana. Sicuramente, spiega il medico, “largamente insufficienti a soddisfare la enorme mole di richiesta dei cittadini, anche da fuori regione”.

Da qui l’appello a mettere il reparto di oculistica di Termoli in condizione di esprimere tutte le proprie potenzialità “perché si rischia – aggiunge Totaro – che un’altra eccellenza del Basso Molise venga messa in discussione per motivi estranei alla qualità del reparto”.

La stessa cosa d’altronde sta già avvenendo per Ostetricia e Ginecologia, reparto sempre sotto la spada di Damocle di una chiusura imminente motivata dal fatto che durante l’anno non vengono garantiti i 500 parti minimi previsti dal decreto Lorenzin.

E a catena la stessa cosa potrebbe accadere al reparto di pediatria e neonatologia, come anche a Otorino, che ha già subito un accorpamento. Un devastante effetto domino che ha già colpito l’ospedale di Larino determinandone la chiusura e che sta contribuendo a scardinare la sanità pubblica in basso Molise che invece va difesa “perché i venti nazionali delle centralizzazioni a tutti i costi non guardano certo sacche di popolazioni limitate e di scarso interesse elettorale come appunto il Molise, che potrebbe subire una ulteriore penalizzazione”.

A tutto questo si aggiunge l’aggravante che a fronte di un servizio pubblico sempre più ridotto c’è un privato con guadagni legittimi, certamente, ma a scapito di spese enormi per il servizio sanitario regionale. Giancarlo Totaro fa un esempio. “Il paziente X,  92 anni , residente in basso Molis , ha bisogno di una operazione alla cataratta ma i tempi di attesa sono troppo lunghi per la sua età e decide di rivolgersi a una clinica privata di Campobasso che effettua lo stesso tipo di intervento, ma al costo di circa 1300 euro oltre a quello delle visite ambulatoriali. In questo caso però i tempi sono idonei: l’intervento è garantito alla metà di settembre”.

Ma Totaro sottolinea l’antieconomicità sia per il paziente, costretto a sborsare una somma superiore a 1000 euro per sottoporsi a un intervento in una clinica privata, “sia soprattutto per le casse del sistema sanitario regionale, che dovrà comunque farsi carico prima del ricovero e poi di tutti gli esami di laboratorio, visite cardiologica , elettrocardiogramma , visite specialistiche eccetera”.

Insomma , una situazione che penalizza doppiamente il servizio sanitario regionale e contro la quale si chiede adesso, con urgenza  e alla vigilia di un autunno che si annuncia ancora più caldo del solito sul fronte della sanità , una soluzione o almeno un argine parziale a quella che sembra una piena deriva.

 

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