Termoli

La città piange Michelangelo Mansolino. Il ‘vigile buono’ ha donato gli organi

Se n'è andato all'improvviso lasciando un vuoto incolmabile nel cuore di tutti coloro che hanno avuto la fortuna di incontrarlo. Sempre sorridente, la sua arma prediletta era la gentilezza. Grandissima commozione nei colleghi che lo ammiravano e rispettavano.

Si è spento all’età di 67 anni Michelangelo Mansolino, ex vigile urbano da qualche anno in pensione. Se n’è andato in silenzio,  giovedì 20 settembre, lasciando un vuoto incredibile nella vita di chi ne apprezzava le qualità caratteriali.

La morte cerebrale è avvenuta giovedì mattina presto nell’ospedale di Pozzilli, dove Michelangelo era ricoverato in seguito ad un malore improvviso. I medici erano in  attesa di espiantare gli organi visto che Michelangelo era un donatore. Una procedura che ha richiesto tempo per diventare effettiva, motivo per il quale il decesso è stato dichiarato solo qualche ora più tardi.

Buono, fino alla fine. Tanto da voler donare i suoi organi al fine di salvare altre vite umane, le stesse che ha sempre difeso con precisione e senza risparmiarsi mai. Una scelta condivisa anche dalla sua famiglia, la parte più importante della sua vita.

Ha prestato un servizio impeccabile, sempre disponibile e pronto ad agire, all’interno del comando della Polizia Locale di Termoli. Per più di quarant’anni lo abbiamo visto pattugliare attentamente le strade termolesi, senza mai risparmiarsi.

Aveva sempre il sorriso ed una parola gentile”, commenta chi lo ha conosciuto ed apprezzato. In molti lo ricordano come il “vigile simpatico”. Ed era proprio così: sotto i baffi ormai bianchi e grigi e gli occhi buoni incorniciati in un viso con la pelle spesso abbronzata, era sempre pronto un sorriso in grado di donare serenità in chi lo riceveva. Mai una parola cattiva è uscita dalla sua bocca. All’arrabbiatura preferiva di gran lunga una risata.

Dopo una vita in divisa aveva finalmente raggiunto il traguardo della pensione. I suoi rapporti con gli ormai ex colleghi non si sono mai raffreddati, tutt’altro: “Spesso lo incontravamo durante le sue passeggiate – ricordano i colleghi – Era sempre gentile ed affettuoso”.

Un gigante ‘buono’: così lo vedevo io quando, da piccolissima, muovevo i primi passi nella caserma dei Vigili Urbani dove mio padre e Michelangelo erano colleghi. Ricordo che, nei primi anni di vita e mentre faticavo ad alzarmi in piedi cercando di non cadere sul sedere, Michelangelo mi correva incontro e mi tendeva la sua grande mano per aiutarmi. Giocava con me, mi faceva il solletico ed io ridevo spensierata. Il tutto sotto lo sguardo divertito di mamma e papà.

Un atteggiamento che non è mai cambiato, malgrado con gli anni crescessi in fretta e per lui fosse decisamente difficile prendermi in braccio. Ogni volta che lo incontravo in giro per Termoli, l’ultima proprio due giorni fa, mi guardava, allargava la bocca in un sorriso caloroso e mi salutava con un “Ciao Valentina, come stai? Come vanno le cose? Hai trovato lavoro? Sei felice?”. Domande a cui raramente si cerca una vera risposta, ma lui restava lì ad ascoltarmi. Io lo assillavo parlando degli studi, del mestiere di giornalista e lui imperterrito ascoltava e mi dava consigli preziosi dettati dalle sue esperienze di vita.

La sua è stata una vita ricca di amore e gioie, seppur costellata delle normali difficoltà che ci accompagnano quotidianamente. Si è spento a 67 anni, a pochi giorni dal suo compleanno – il 26 settembre – tra l’affetto dei familiari. Ci mancherai Michelangelo.

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