Impatto ambientale

Dopo il metanodotto, un elettrodotto da 400 piloni alti più di 60 metri. Che passeranno anche vicino ai tratturi

Tre regioni coinvolte, 11 i Comuni interessati dal raddoppio della rete elettrica nazionale di Terna in Molise. Agricoltori preoccupati per gli espropri dei terreni e ambientalisti sul piede di guerra - ma non in Molise, dove l'opera è ancora una illustre sconosciuta - per la vicinanza delle torri elettriche a siti di interesse, calanchi e perfino tratturi. Terna Group intanto prova a rassicurare: "Opera necessaria, ma l'iter non è concluso"

È una di quelle opere mastodontiche, considerate di interesse strategico e come tali autorizzate direttamente dal Ministero, con buona pace degli enti intermedi. In qualche caso però, come quello del Molise, con il parere positivo delle Regioni. L’elettrodotto Gissi – Foggia – Larino è alle ultime battute dell’iter autorizzativo, dopodiché dovrebbero cominciare i lavori. Tanto che Coldiretti Molise già ha informato i suoi soci, i cui terreni sono interessati dal passaggio dei tralicci, che l’associazione li assisterà gratuitamente soprattutto per le diverse criticità emerse durante gli incontri che si sono svolti A Larino, Guglionesi e Montenero di Bisaccia.

 

Sono tre dei Comuni interessati dal passaggio dell’elettrodotto di Terna, la rete nazionale dell’elettricità, che prevede la realizzazione di ben 400 piloni alti 60 metri e oltre. Tre le regioni interessate dall’opera, perché oltre al Molise ci sono la Puglia e l’Abruzzo. I Comuni molisani sono Rotello, Larino, Montorio nei Frentani, Mafalda, Portocannone, Ururi, San Martino in Pensilis, Guglionesi, Tavenna, Ururi e Montenero di Bisaccia.

Gli altri Gissi, Fresagrandinara, San Severo, Lentella, Lucera, Serracapriola, Foggia, Torremaggiore, San Buono e Furci. Sarà un elettrodotto aereo a 380 kilowatt in doppia terna, da Gissi a Larino, con tanto di opere connesse. Un’opera a forte impatto ambientale per quanto riguarda soprattutto la vicinanza e le cosiddette interconnessioni con zone di interesse paesaggistico.

 

Se il tracciato originario prevedeva il passaggio di alcuni tralicci proprio nelle aree più delicate sotto il profilo ambientale, il nuovo percorso in parte le bypassa, ma ugualmente sconfina in luoghi di interesse storico, sui quali peraltro c’è il parere positivo della Soprintendenza ai Beni paesaggistici. Come per esempio le zone molto vicine ai tratturi, gli antichi percorsi della transumanza, oppure aree limitrofe ai calanchi – quei pochi sopravvissuti alla cementificazione che ancora si trovano in Molise.

L’elettrodotto aereo è stato oggetto di una sorta di negoziazione con la Regione Molise nel tentativo – si legge nella valutazione di impatto ambientale – di preservare il più possibile le caratteristiche dell’entroterra costiera riconosciuto come ambito di grande interesse, e caratterizzato da siti di interesse comunitario soprattutto nei pressi del Torrente Cigno, del fiume Biferno e della diga.

In Molise se ne sa comunque davvero poco, come i soci di Coldiretti hanno anche denunciato nel corso di alcuni incontri, sostenendo di essere completamente all’oscuro circa la realizzazione dell’opera che è stata autorizzata fin dal 2012 e che oggi – spiega Terna – “non ha ancora un iter autorizzativo concluso, in modo particolare per quanto riguarda la valutazione di impatto ambientale da parte del Ministero dell’ambiente”.

 

Il gruppo offre la propria disponibilità al dialogo e al confronto con i soggetti coinvolti, ma nel frattempo si mettono in evidenza da parte dei comitati ambientalisti operativi soprattutto in Abruzzo una serie di criticità. Perché i tralicci passeranno vicino alle case e daranno problemi al paesaggio. E oltre a questo, ha già avuto modo di spiegare Augusto De Santis che è impegnato anche nella battaglia contro il metanodotto Larino-Chieti, ci sono una serie di delibere poco chiare e integrazioni alle integrazioni progettuali che non chiariscono i dubbi circa il progetto.

“Un elettrodotto composto da centinaia di sostegni alti fra i 50 e i 76 metri che modificheranno radicalmente il paesaggio, occupando vaste aree che saranno espropriate e assoggettate a servitù di passaggio”. L’opera infatti è considerata di importanza strategica e di conseguenza non è conseguenziale alla volontà espressa dai territori. 

Secondo il gruppo Terna, proprietario in Italia della rete di trasmissione nazionale di energia elettrica con oltre 63500 chilometri di linee in alta tensione, i benefici dell’opera sono la riduzione delle perdite di energia per trasportare l’elettricità sulla rete e lo sfruttamento più efficiente del sistema elettrico, nonché una maggiore capacità produttiva a copertura del fabbisogno energetico. Sempre secondo Terna Group è proprio il Meridione a mettere in evidenza un rischio maggiore da questo punto di vista. E  dunque, si legge nelle relazioni, al fine di superare vincoli e limitazioni del genere “occorre il raddoppio e il potenziamento della dorsale medio adriatica, con la realizzazione di un elettrodotto in doppia terna tra le stazioni di Foggia, in Puglia, e quella di Villanova, in Abruzzom passando per Larino”, dove è prevista la stazione intermedia.

Vero è che i lavori non sono ancora iniziati, ma il percorso autorizzativo è praticamente arrivato alla fine: manca solo l’ultima valutazione del ministero all’Ambiente. Il progetto è stato depositato nel 2012 ma in Molise sono pochissimi a saperlo, sebbene le Amministrazioni dei Comuni coinvolti non possono certamente essere all’oscuro e anzi, secondo i beninformati, avrebbero già trattato per gli indennizzi economici a compensazione, senza però informare i proprietari terrieri e tantomeno i cittadini.

Intanto la Coldiretti è uscita allo scoperto garantendo assistenza gratuita ai suoi soci i cui terreni sono interessati obbligatoriamente dal passaggio dell’elettrodotto, assicurando un “intervento per il giusto ristoro economico a fronte del danno che deriverà dal passaggio dei tralicci sui terreni, finalizzato anche a possibili soluzioni di modifica del tracciato delle linee elettriche”.

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