Portocannone

Consiglio comunale, approvata la nuova ipotesi di bilancio da presentare al ministero

È stata una seduta di Consiglio comunale breve ma molto intesa quella svoltasi a Portocannone ieri sera, giovedì 27 settembre. L’assise civica è ruotata intorno al debito comunale, oltre 5 milioni di euro, al dissesto finanziario e al nuovo schema di ipotesi di bilancio stabilmente riequilibrato da presentarsi in seguito alla non approvazione di precedente ipotesi sottoposta dall’Ente al Ministero dell’Interno.
Ad anticipare il punto centrale del dibattito consiliare, però, l’approvazione del verbale della seduta precedente e la presa d’atto da parte del Consiglio della delibera di Giunta sull’”individuazione dei beni indispensabili suscettibili di alienazione”.

Con l’assenza di tutto il gruppo di minoranza, non è la prima volta quando all’ordine del giorno ci sono punti che riguardano il bilancio, l’aula è stata privata del giusto e sano contradittorio che è sale della democrazia e della rappresentanza istituzionale. “Spiace dover constatare l’ennesima assenza in Consiglio del Consigliere Mascio che ha governato per dieci anni la nostra Comunità operando scelte le cui conseguenze sono oggi sotto gli occhi di tutti – esordisce il sindaco Giuseppe Caporicci – sarebbe stato importante sapere quali sarebbero state le sue proposte in merito all’ipotesi di bilancio, le sue possibili soluzioni”. Importante perché: “è qui, in questa aula che si prendono decisioni fondamentali per il futuro di Portocannone e non sui social”, riferendosi ad un post apparso sulla pagina social dell’ex Sindaco che criticava la non approvazione della precedente ipotesi di bilancio formulata dall’Amministrazione Caporicci, giungendo a mettere addirittura in discussione la dichiarazione di dissesto del mese di marzo dello scorso anno.

Dopo questa premessa Caporicci entra nel merito della problematica comunicando al Consiglio, e ai presenti in sala, che la prima ipotesi di bilancio stabilmente riequilibrato è stato bocciato dal Ministero dell’Interno perché: “in quello schema avevamo mantenuto un profilo meno rigido ossia avevamo tentato di mantenere in vita i nostri servizi fondamentali oltre che di salvaguardare i posti di lavoro nei servizi che ruotano attorno al Comune”. Con la bocciatura, avvenuta nello scorso mese di luglio, il Sindaco, la Giunta e l’intera Maggioranza hanno dovuto rivedere la loro posizione trovandosi costretti ad operare “una pesante, quanto dolorosa, ulteriore sforbiciata alle uscite”. 

In questo nuovo schema di ipotesi di bilancio stabilmente riequilibrato non saranno aumentate le tasse comunali, “le aliquote erano già al massimo prima del nostro insediamento”, ma saranno tagliati e ridotti i servizi comunali e “i costi sul personale”. Verrà ridotto l’orario della biblioteca, ridotta in misura significativa anche la presenza settimanale del segretario comunale, circostanza che “andrà a incidere in maniera fortemente negativa sull’efficienza organizzativa della struttura comunale”, saranno inoltre aumentati “nei limiti della ragionevolezza” il costo di compartecipazione dello scuolabus e della mensa scolastica.

Scelte “non politiche – precisa Caporicci – ma imposte dalla non corretta gestione finanziaria dell’ente della passata Amministrazione comunale che porta sulla propria coscienza l’accensione di tre operazioni di anticipazione di liquidità (anni 2013,2014 e 2015), sotto la forma del mutuo trentennale, per un totale di oltre tre milioni di euro “.

Questo tipo di operazione, aggiunge Caporicci citando la banca dati pubblica BDAP ed invitando i presenti a consultarla, è stata utilizzata da diversi Comuni per fare “pulizia” nei propri bilanci, ma per Portocannone si è trattato di una scelta assolutamente scriteriata. “Basti pensare che se Termoli con 33.500 abitanti ha attivato anticipazioni di liquidità per 2,1 milioni (debito pro capite trentennale circa 64 euro) e Campobasso con 49.100 abitanti per 2,9 milioni (debito pro capite trentennale 58 euro), Portocannone con i suoi 2500 abitanti lo ha fatto per 3,1 milioni di euro (debito pro capite trentennale di 1.800 euro) risultando il terzo paese del Molise per debito pro capite per questa tipologia di operazione e probabilmente il primo in assoluto se si considerano anche le rate dei mutui ordinari”.

“Inoltre – sottolinea il primo cittadino – se queste operazioni fossero state correttamente contabilizzate, il dissesto, già in formazione sin dal 2013, si sarebbe potuto evitare in passato quando invece si è continuato a presentare avanzi di amministrazione assolutamente non esistenti (circostanza questa già certificata da una pronuncia della Corte dei Conti)”. Bisogna evidenziare che qualora anche questa ipotesi di bilancio fosse bocciata il Consiglio comunale verrebbe sciolto e il Comune commissariato. A tal proposito, però, Caporicci ha mostrato un cauto ottimismo affermando che: “abbiamo avuto già un incontro con la Direzione della commissione finanza locale del ministero in cui abbiamo avuto un riscontro positivo del nostro operare”. Anche se: “anche se, non nascondiamoci la verità, la situazione dei conti dell’Ente continua a rimanere critica” conclude il sindaco.

Ritorna sul debito dell’ente il Presidente del Consiglio comunale Francesco Gallo. L’esponente di maggioranza riporta i dati di una delibera del luglio scorso del Commissario liquidatore, la dottoressa Patrizia Perrino, nella quale si evince che oltre “ai tre milioni di euro prelevato dall’ex maggioranza dalla cassa depositi e prestiti, e non messi a bilancio, nello stesso periodo il Commissario ha riscontrato un buco di altri due milioni e 200mila euro”. Da questo si deduce che: “già qualche anno fa c’era un debito di 5 milioni di euro – continua Gallo – e l’ex maggioranza avrebbe dovuto comportarsi come un buon padre di famiglia: attivare tutte le soluzioni per rientrare dal debito. Ma così non è stato”.   A rafforzare questa ipotesi, Gallo legge e spiega un ulteriore passaggio della delibera di luglio: “questi tre milioni erano stati prelevati per pagare alcuni creditori – dichiara Gallo – una parte sono andati in questo senso, altri no. Una parte del denaro, invece, è rimasta nella disponibilità delle casse comunali nonostante fosse stata presa per sdebitare i creditori (ogni qual volta si chiede un prestito alla cassa depositi e prestiti bisogna evidenziare la causale per la quale lo si richiede)”. Sintomo questo di un “ente in crisi già da qualche anno fa – chiosa Gallo – non sono state prese misure correttive che avrebbero sicuramente evitato una dichiarazione di dissesto ma attraverso un piano di riequilibrio finanziario quinquennale”.