Campobasso e scuole sicure

Asili della città a rischio: “Criticità in via De Gasperi e via Jezza”. Fuga pure dal nido da demolire

Il gruppo di lavoro guidato dal professore Carlo Callari ha consegnato pure gli studi sulle scuole dell'infanzia del Cep e di via Jezza. Entrambi hanno bisogno di interventi per la messa in sicurezza. Intanto tanti genitori hanno deciso di ritirare i propri figli dall'unico asilo nido pubblico: "Non abbiamo garanzie sulla sicurezza".

Ci sono almeno tre asili della città che necessitano di interventi di messa in sicurezza: non solo il nido di via Verga, ma anche le scuole dell’infanzia di via De Gasperi e di via Jezza. Gli studi di vulnerabilità effettuati dagli esperti dell’Università del Molise hanno rilevato criticità nei tre edifici. Il che già si sa nel caso dell’asilo ‘Bianconiglio’ di Vazzieri, con i genitori che a giugno hanno espresso le loro preoccupazioni in una conferenza stampa e poco dopo Corpus domini, in un incontro con il sindaco Antonio Battista, hanno chiesto un certificato che potesse attestare nero su bianco la sicurezza dal punto di vista sismico dell’edificio di via Verga. Un documento che ad oggi non è stato mai consegnato loro.

Campobasso asilo di via Verga

Per questo molti genitori, sfiduciati e preoccupati per le condizioni strutturali dell’asilo, hanno preso una decisione drastica: “Abbiamo ritirato i nostri figli dall’asilo nido Bianconiglio, non abbiamo garanzie sulla sicurezza”, hanno dichiarato a Primonumero. E se non ci saranno altre iscrizioni (annunciate dai manifesti affissi a Campobasso, ndr) si rischiano di non avere il numero minimo di bambini e di non riuscire dunque a formare le classi nell’unico asilo pubblico della città per i bambini che hanno meno di tre anni.

Non c’è da stare sereni nemmeno al Cep e in via Jezza. La scuola dell’infanzia di via De Gasperi, passata al setaccio dagli studi del gruppo di lavoro guidato dal professore Carlo Callari, “presenta diverse criticità”, si legge nelle relazioni conclusive della indagine di vulnerabilità inviata a palazzo San Giorgio.

Tecnicamente l’edificio presenta “un collegamento carente tra i paramenti murari” (che sono due parti delle murature portanti), pareti e i cosiddetti ‘maschi murari’ troppo sottili. Cosa vuol dire? “L’eccessiva snellezza delle pareti portanti ne aumenta la deformabilità e la vulnerabilità per effetto di azioni sismiche, soprattutto quando queste azioni sono ortogonali al piano delle murature”, scrivono i tecnici nella loro indagine.

Un altro problema dell’asilo di via De Gasperi sono le coperture, troppo pesanti. C’è “un’elevata concentrazione di massa sismica in testa alle murature”, esplicitano i tecnici. Insomma, l’edificio progettato nel 1964 dal noto architetto Enrico Mandolesi, il progettista del quartiere Cep e del mercato coperto, va migliorato sismicamente ma non abbattuto proprio per il suo valore architettonico.

“Visto il valore architettonico e storico dell’edificio (dimostrato anche dall’attenzione dedicatagli dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo) e la sua coerenza con il contesto urbanistico in cui è inserito – scrivono i professori dell’Ateneo molisano – si raccomanda la programmazione di significativi interventi strutturali sull’edificio che non ne alterino la concezione architettonica originaria”.

Campobasso asilo scuola via Jezza

Ma nella lista degli asili a rischio c’è pure quello di via Jezza. Strana la storia di questa scuola: lo scorso 16 luglio l’amministrazione Battista aveva approvato una delibera per abbattere l’istituto e costruirne uno nuovo grazie ai finanziamenti ministeriali senza però conoscere l’esito delle indagini dell’Università del Molise. I finanziamenti non sono stati riconosciuti, mentre le indagini sono state consegnate un mese e mezzo dopo.

Oggi – 30 agosto – i documenti sono arrivati infatti a palazzo San Giorgio. E come da copione le bocche sono rigorosamente cucite sul responso dei tecnici. “E’ una scuola che presenta delle criticità”: sono le uniche informazioni riferite dall’Ateneo. I lavori per la costruzione dell’edificio sono iniziati nel 1979. Due anni più tardi – ossia dopo il terremoto dell’Irpinia – la città di Campobasso che da quel terribile sisma è stata danneggiata è stata inserita tra le zone sismiche d’Italia. Nonostante ciò, quando i lavori sono ripresi, “l’asilo è stato completato ignorando le leggi sismiche”, come trapela dall’Università, e dunque “non si è tenuto conto dell’azione sismica“.

Forse un ‘verdetto’ simile potrebbe essere espresso dall’Unimol pure sull’asilo di via Tiberio, costruito tra il 1980 e il 1981: le indagini sulla vulnerabilità saranno consegnate presto e non è escluso che pure in tal caso saranno rilevate le criticità dell’edificio.

Infine, con la consegna del verdetto sulla ‘Francesco d’Ovidio’ e sulla primaria di via Gramsci il quadro delle scuole di Campobasso al centro delle indagini di vulnerabilità sarà completo.

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