L'occhio dell'esoterismo

Amuleti, riti e incantesimi: Trivento, un paese all’ombra dell’occulto e del raggiro

Il caso di Trivento all’attenzione della Procura. Truffatori incalliti hanno rifilato amuleti e talismani, convincendo decine di persone a praticare funzioni esoteriche per scacciare il malocchio, sanare le malattie o ristabilire rapporti d’amore alla deriva. Dodicimila euro per un matrimonio in crisi, cinquecento euro per un talismano che aveva la garanzia di guarire dalla malattia. Storie assurde che alimentano il giro di affari di almeno tre ‘ciarlatani’ di Campobasso sui quali sono concentrati i riflettori degli inquirenti

Un fenomeno così vasto da finire per essere descritto in un fascicolo destinato alla Procura di Campobasso, sperando che laddove in terra non basti il Cielo o la ragione, ci pensi l’autorità giudiziaria a punire innanzitutto i ciarlatani e ad alimentare il senno di chi è ostaggio di credenze popolari e malsane.

Tutto nasce a Trivento ma gli agenti di polizia che hanno raccolto denunce e segnalazioni sono certi che il fenomeno è assai più esteso.  Perché purtroppo in questa terra a metà tra evoluzione culturale e  arretratezza c’è chi crede ancora ai talismani;  perché proliferano i soggetti che presentandosi come “intermediari del mondo sconosciuto” approfittano dell’ingenuità popolare dietro la promessa di togliere fatture e  malocchi; infine perché l’omertà governa e domina queste situazioni eclatanti portate a conoscenza prima della polizia e ora anche della magistratura.

Caldo pomeriggio d’agosto, Trivento è ancor semivuota. Le avvolgibili abbassate per evitare che i raggi entrino a piombo nelle case consentono di spalancare le finestre dalle quali si ascolta passeggiando il telegiornale in onda su qualche tv, la lite tra la mamma e un figlio adolescente che vuole uscire col motorino, il rumore dei piatti appena sparecchiati.

Attorno alle 18.30 il paese inizia a riempirsi. Il bar è il primo punto di riferimento ma azzardare la domanda “conoscete la maga Anna” significa trovarsi dinanzi a risposte vaghe o a un secco “no”. L’impressione è che in molti sappiano ma che in altrettanti di questa faccenda non hanno alcuna voglia di parlare.

Eppure qui a Trivento una signora ha confessato (ed è agli atti) che la maga di Campobasso ala quale si era rivolta tramite un’amica era stata per lungo tempo il suo riferimento quando il marito oggi defunto era malato e ogni volta che aveva un problema. Le ha dato soldi e beni materiali in cambio di taniche d’acqua spacciata per “acqua di Lourdes”, scatole di “swisse” (banale multi-vitaminico passato per chissà cosa) con su scritto “2 la sera” (come fosse la prescrizione di un luminare della medicina), ancora un involucro che conteneva materiale non bene identificato che la vittima ha inserito nel cuscino affinché la “maga” mantenesse “un contatto spirituale con la casa da proteggere”.

Il viaggio tra rituali propiziatori, divinazioni, incantesimi e inquietanti liturgie per togliere il malocchio o la fattura continua.

In molte case di Trivento non è raro trovare corni, persino scopette con l’immagine della Madonna (travalicando nella blasfemia) , ferri di cavallo e molto altro rigorosamente “aggiustati” – come raccontano – dalla maga in questione. Il ché significa: “sottoposti a riti magici”.

Nel lungo racconto di cui tutti sanno e nessuno però vuole parlare c’è la storia di un giovane i cui genitori preoccupati per il carattere ribelle e indisciplinato avevano chiesto aiuto alla “maga Anna” la quale in cambio di un amuleto “purificatore” si era fatta consegnare oggetti in oro che erano appartenuti al giovane. Inutile dire che il ragazzo – crescendo – ha brillantemente superato uno dei tanti momenti ‘bui’ che appartengono alla vita di chiunque senza alcun rito né talismano .

Durante la nostra passeggiata rassegnata all’omertà e al silenzio c’è però chi rispetto all’impertinenza delle nostre domande,  bisbiglia di “cose che accadono da sempre” e di aver persino visto nel cimitero comunale alcune donne “vicine alla maga” mentre entravano in una cappella dove sarebbero riposte le ossa dei defunti.

C’è anche la disavventura di una coppia di sposi preoccupata dalle liti familiari che alla “strega” ha chiesto la lettura delle carte sul futuro della loro unione. Per fortuna che in questo caso il senno si è fatto spazio nella testa del futuro marito e alla richiesta di oro in cambio della ‘magia’ ha da solo ripristinato “l’ordine in famiglia”.

Una madre angosciata per le sorti della vita coniugale di suo figlio invece, pur di proteggerla “dal male”, ha pagato 12mila euro  – in questo caso ad un mago che offre i suoi raggiri nel cuore del centro storico di Campobasso – per ottenere un barattolino di omogeneizzati riempito di polvere nera, un sacchetto di velluto e un tovagliolo arrotolato. Un rito costato (12mila euro) la vendita una casetta in campagna.

Cinquecento euro invece ha fatturato il sortilegio di un’altra maga –  che a Campobasso opererebbe in via XXIV Maggio – e che sempre a Trivento aveva garantito ad un marito addolorato la guarigione di sua moglie.

Un lungo elenco di storie. Con nomi, cognomi e riferimenti precisi. Alcuni hanno scelto di denunciare il raggiro, altri invece hanno preferito negare o semplicemente non denunciare.

L’aspetto più drammatico è che nella spirale di questi accadimenti, non mancano persone deboli, facilmente suggestionabili e influenzabili. Fragilità che alimentano un giro d’affari spropositato.

Il pericolo per le persone che vengono raggirate solitamente è di natura prettamente economica, ma i risvolti psicologici non sono da meno quando oltre al danno si scopre anche di essere stati beffati delle proprie debolezze. In tanti hanno denunciato, molti altri si spera lo facciano, per ‘punire’ con la legge (senza talismani né riti satanici né soldi) chi si è preso gioco delle loro debolezze.

C.Enne