La riflessione

7 concerti in meno di un mese ma il pubblico latita: se Termoli snobba la musica dal vivo

Da Roy Paci ai Morcheeba, passando per Nek-Renga-Pezzali e i Negrita: proposte diverse ma risposta del pubblico carente

Domenica 5 agosto, ore 23,30 circa, Roy Paci saluta e ringrazia il pubblico termolese per l’accoglienza ricevuta e abbandona il palco. Il piazzale del porto si inizia a svuotare, gli stand gastronomici poco alla volta chiudono, gli uomini dell’organizzazione si accingono a smontare definitivamente il palco. Quel piazzale del porto in meno di un mese è stato teatro di ben 7 concerti. Alle 4 serate organizzate in occasione del festival “Degusticous” si sono aggiunte quelle della festività patronale. 7 concerti in meno di un mese. Quasi un record per Termoli. Ora che tutto sta tornando alla normalità è tempo di bilanci. Come sono andate queste serate?

Dal punto vista strettamente numerico forse era lecito attendersi un risultato diverso. Le affluenze di pubblico sono state discrete ma ben diverse dalle aspettative della vigilia. Del “Degusticous “ si è parlato tanto. Un festival nuovo per la cittadina adriatica: doveva essere la celebrazione e valorizzazione di un prodotto meno conosciuto dalle masse come il cous cous con annesse serate musicali. Il tutto con l’accompagnamento di uno sponsor come RDS che avrebbe dovuto regalare una visibilità nazionale a Termoli. E così è stato anche se al termine del festival non sono mancate le critiche, molte giustificate, altre feroci e gratuite.

E’ bastato leggere i commenti dei cittadini sui tradizionali canali multimediali per rendersi conto che il festival ha ottenuto più critiche che elogi. Scarsa pubblicità, costo dei biglietti troppo alto, chiusura del porto dannosa per la cittadina ma non solo. A molti non è andato giù il fatto che venisse celebrato un alimento non appartenente alla tradizione della cucina termolese mettendo in ombra le specialità locali.

Il risultato è stato poco edificante per gli organizzatori: l’affluenza è stata più bassa del previsto e le critiche agguerrite. Prima di analizzare il risultato finale è opportuno precisare che nessuno è obbligato ad assistere ad un concerto che non sia di proprio gradimento solo perché si tiene nel proprio paese. Ma il fatto che in 4 serate il numero di spettatori sia stato più basso del previsto lascia degli strascichi.

Colpa degli organizzatori o della popolazione? Il festival è stato aperto dai Morcheeba e, per sopperire alla scarsità di tagliandi venduti, a poche ore dall’inizio dello show gli organizzatori hanno dimezzato il costo del titolo di ingresso. Ciononostante secondo gli addetti alla sicurezza il numero di spettatori non ha superato le 500 unità. Le serate successive sono andate leggermente meglio. Il rapper idolo degli adolescenti Carl Brave ha riempito il piazzale mentre il trio Nek/Renga/Pezzali ha registrato un’affluenza enorme, quasi 4000 spettatori. Nella serata finale i Negrita si sono esibiti di fronte a un pubblico minore rispetto alle loro aspettative e la band stessa, con la schiettezza che l’ha sempre contraddistinta, non ha potuto fare a meno di notarlo.

La festività patronale non è andata meglio. Pur essendo serate ad ingresso libero l’affluenza è stata molto scarsa rispetto alle previsioni. Tralasciando la prima serata in cui non si sono esibite band di rilievo nazionale, tanto dagli “Après la classe” quanto da Roy Paci ci sia attendeva un piazzale gremito specialmente per la serata conclusiva. Roy Paci gode di una celebrità nota a tutti e riempie ogni spazio in cui si esibisce. Intorno alle 22, circa mezz’ora prima dell’inizio dello show, non si registrava ancora nessuno spettatore sotto il palco. Poco distante dal luogo del concerto un nutrito gruppo di persone affollava gli stand gastronomici. La situazione non è cambiata molto appena il cantautore siciliano ha dato inizio al proprio show: poche centinaia di persone si sono avvicinate al palco mentre il maggior numero dei presenti è rimasto dov’era, seduto sulle panchine a consumare la propria cena.

Volendo stilare un quadro generale delle serate musicali che l’estate termolese ha offerto ai propri cittadini e ai turisti accorsi nella cittadina adriatica il bilancio complessivo non è roseo come ci si attendeva. Ci si domanda quali possano essere le cause di questo scarso coinvolgimento. Possibile che in 7 serate non si sia riusciti ad accontentare un cospicuo numero di persone? Gli appassionati di musica e gli amanti della cittadina sono perplessi. Forse a Termoli si sta vivendo un momento di stallo; le generazioni adolescenziali, quasi del tutto assenti ad eccezione della notte del concerto di Carl Brave, hanno preferito altre forme di divertimento.

Ognuno rimane libero di scegliere come gestire il proprio tempo, ma quanto può essere utile alla crescita culturale e artistica di Termoli la solita sterile critica postata sui canali social secondo la quale a Termoli non si organizza mai nulla? Se Termoli verrà additato come un “paese per vecchi” le colpe saranno da imputare anche a chi ha volutamente disertato ogni serata in cui si è tentato di aggregare il maggior numero di persone possibili attraverso il mezzo che più di ogni altro riesce in questo compito: la musica dal vivo…

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