Cronache

Vincenzo Cuoco nella lettera al Manzoni, l’inedito scritto ritrovato a Brera

Era il 1° novembre del 1869 e in una lettera inviata ad Alessandro Manzoni, Pasquale Albino – a cui poi sarà intitolata la Biblioteca di Campobasso – scrive all’autore milanese e racconta dei colloqui del Manzoni con Vincenzo Cuoco, l’autore di Civitacampomarano. Ecco il testo dell’epistola, la “Lettera inedita” ritrovata nella sala manzoniana della Biblioteca di Brera dal preside Antonio Mucciaccio. Un inedito che consegniamo ai lettori.

 

     Lettera  di  Pasquale  Albino  ad  Alessandro  Manzoni   

Campobasso, 1 novembre 1869

                                                 

                          Illustre e venerando Signore,

avendo inviato al chiarissimo Nicolò Tommaseo i volumi I° e III° delle “Biografie e ritratti degli uomini illustri della provincia di Molise” da me pubblicati nel 1864 e nel 1867, il medesimo con sua lettera del 26 ottobre p.p. nel dichiararmi il ricevimento di detti volumi, tra altre cose mi narra i riferitigli colloqui che Ella, essendo giovane, ebbe con Vincenzo Cuoco di Civitacampomarano, ripetendomi le parole di quel napolitano che a Lei consigliava guardarsi dalle argomentazioni del Cuoco, le quali  (Le si diceva) tirano un filo, e poi un altro filo lontano, e poi un altro, e l’uomo si trova preso senza che se ne avvegga.

 Questa ricordanza, che il Tommaseo si è compiaciuto notarmi, della di Lei amicizia col Cuoco, mi ha inspirato il proponimento di inviare anche a Lei i detti volumi, e spero che anche Ella vorrà degnarsi di riceverli con la sua consueta benignità ed indulgenza.

 Io per verità avevo pensato altra volta di farle tale offerta, ma poscia me ne astenni, non sapendo come poterla presentare opportunamente, e senza pericolo di sembrare presuntuoso.

 Ora invece, dopo le parole scrittemi dal Tommaseo, mi è parso di poterle inviare il mio libro, non solo come un attestato della mia ammirazione verso il Nestore dei letterati italiani, ma anche come mezzo che forse potrà in qualche momento ridestare in Lei qualche grata memoria della sua giovinezza.

E con sentimenti di sincera venerazione La prego di volermi considerare come suo devotissimo ammiratore.

                                                          Pasquale Albino

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