Campobasso

Trovati farmaci per l’hiv in mezzo alla strada, forse persi dai migranti del vicino Cas

Scoperta sconcertante in prossimità di uno dei centri di accoglienza di contrada Colle delle Api: sull'asfalto alcune compresse del farmaco utilizzato per la terapia della sieropositività da hiv o tenere otto controllo le malattie sessualmente trasmissibili. "Ci sono diversi migranti che fanno uso di questi medicinali", confermano da uno dei Cas.

Sembravano dei piccoli sassi colorati, mischiati al terriccio sull’asfalto. In realtà erano farmaci. Ieri mattina, 16 luglio, la sconcertante scoperta fatta da alcuni cittadini di Campobasso in contrada Colle delle Api, in prossimità di uno dei centri che ospita numerosi migranti. E’ proprio qui, nella zona industriale del capoluogo, che si concentrano le strutture di accoglienza, in questa area è più facile vedere gli stranieri ospiti in città. E quelle ‘pillole blu’ trovate per strada appartenevano a qualcuno di loro. Non parliamo di viagra, ma di compresse di Truvada, medicinale che può impedire la contrazione del virus dell’hiv e dell’eptatite e dunque evitare le malattie sessualmente trasmissibili.

farmaci hiv Campobasso

Un caso segnalato agli organismi competenti, che hanno confermato il consumo di tali farmaci tra i migranti che vengono controllati e seguiti dal reparto di Malattie infettive dell’ospedale Cardarelli.

Ci sono diversi migranti che fanno uso di questi farmaci”, conferma Salvatore dell’Oglio, il responsabile dei Cas Eden. “Per una questione di privacy non posso dire molto, ma sono sicuro che chi assume questi farmaci li avrà persi inavvertitamente. Infatti non ci ha detto nulla”.

L’hiv e le epatiti sono abbastanza frequenti tra gli stranieri che arrivano in Italia, compresi quelli ospiti a Campobasso. “Sono presenti in un piccolo campione di richiedenti asilo”, aggiunge. “Tali casi comunque vengono seguiti dal reparto di malattie infettive, i ragazzi sono in terapia, conoscono i rischi e vengono edotti su tutto. Fanno diversi colloqui con psicologi e assistenti sociali all’interno del centro periodicamente, per valutare se assumono la terapia o se non lo fanno, se hanno delle relazioni. Inoltre, se noi ci accorgiamo che uno dei ragazzi inizia a vedere un po’ più spesso un ragazzo o una ragazza, facciamo una chiacchierata con lui a scopo preventivo, per evitare problemi”. La situazione, dunque, è monitorata.

“E’ strano comunque che i farmaci fossero per strada. Ma visto che i ragazzi girano – dice ancora dell’Oglio – può capitare che portino con sé la terapia per assumerla”. Ai responsabili del centro di accoglienza dunque il compito di capire cosa sia successo, se quelle compresse trovate per terra siano veramente il frutto di una distrazione.

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